RUBY'S POV

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<< Mulan, aspetta! >>

Era fiato sprecato, dato che la sua ragazza era partita in quarta all'inseguimento di Toto, dimenticandosi l'armatura, la spada e... oh sì, la sua fidanzata!

Scese dal letto vestendosi in fretta e furia, raccolse la spada e l'armatura di Mulan e corse fuori dal rifugio, voltandosi nella direzione in cui erano andati Toto e la sua ragazza: ormai erano troppo distanti perché la potessero sentire, ma non abbastanza da farsi perdere di vista.

<< Stanno andando verso il Castello di Zelena... >> commentò incredula. << Perché mai dovrebbe... >> la lunga distanza le permetteva di avere una panoramica più ampia e ciò che stava vedendo non le piaceva affatto: un paio di scimmie volanti che sovrastavano silenziose Toto e Mulan, ignari della loro presenza, non facevano nulla, volavano semplicemente sopra di loro, osservandoli e seguendoli passo per passo.

<< Zelena sa... >> mormorò senza distogliere lo sguardo. <<Maledizione!>> sbottò realizzando la cosa e cominciando a correre all'impazzata, deviando per il bosco, in una lotta contro il tempo: doveva impedir loro di fare qualsiasi cosa Zelena voleva facessero.

Saltò qualche tronco caduto, evitò svariati rami, la stanchezza cominciava a farsi sentire, più per il peso della spada e dell'armatura che per altro.

Era una ragazza determinata, soprattutto quando si trattava di qualcosa a cui teneva particolarmente, perciò, dopo essersi portata la spada sulla schiena, continuò nella sua maratona imperterrita.

Le mancava relativamente poco, se non fosse stato per la pioggia.

Sì, perché in una calda e soleggiata giornata come quella, il rischio di pioggia era elevatissimo.

<< Oh, ma andiamo! >> sbottò con gli occhi al cielo.

Si tirò su il cappuccio e continuò con un passo notevolmente più lento, la pioggia fitta le impediva una visuale nitida e chiara, rendendo il terreno ancora più instabile e scivoloso.

<< Stai andando da qualche parte? >>

Si voltò verso l'origine del suono, una voce femminile, fastidiosa da quanto fosse acuta. A pochi metri da lei si ergeva una donna anziana dalla postura eretta, i capelli bianchi raccolti in uno chignon che contribuiva a darle un'aria di austerità. Il volto severo e scavato, segnato dall'età, ma questo Ruby decise di non dirlo ad alta voce. Gli occhi di un verde brillante, un rossetto rosso acceso sulle labbra, contrastando il pallore della sua pelle e il verde scuro del suo abito di velluto.

Era come vedere Zelena invecchiata di almeno 300 anni, ma anche questo decise di non dirlo ad alta voce.

<< Chi sei? >> esordì, strizzando gli occhi a causa della pioggia.

La donna parve alquanto scocciata da quella domanda, probabilmente il suo ego era ben superiore rispetto alla sua fama. Fece una piroetta, avvicinandosi di poco a Ruby, non mancando di mettere in bella mostra la lunga bacchetta in avorio che stringeva fra le dita.

<< Io, ma cherie, sono madame Morrible! >> fece un lieve inchino, presentandosi. << Naturalmente non ho bisogno di altre presentazioni, d'altronde la mia fama mi precede. >> disse piuttosto arrogantemente.

<< Da dove vengo io, nessuno sa della sua esistenza, madame Morrible.>> pensò ad alta voce, con le stesse movenze della donna.

Non la prese molto bene.

Dei lampi illuminarono il cielo plumbeo, seguiti da tuoni e fulmini, qualche albero fu colpito e Ruby si ritrovò costretta a scostarsi per evitare di restarci secca.

<< IO SONO MADAME MORRIBLE, GRAN VISIR DEL MAGO E SIGNORA DEL TEMPO! >> urlò adirata, mentre altri fulmini facevano a pezzi la foresta. Quanto meno le piaceva essere drammatica.

Madame Morrible si avvicinò minacciosamente a Ruby, bacchetta alla mano e pronta a colpire.

<< Ora, ragazzina, dimmi in quale insulsa cittadina nessuno conosce colei che ha portato Dorothy Gale ad Oz. La mia ira si sfogherà su quegli esserini indegni di vivere. >> disse a denti stretti, gli occhi che lampeggiavano, come se stessero per andare a fuoco. << Partendo da te. >> concluse con un ghigno e puntando la bacchetta alla gola della ragazza.

Ruby indietreggiò di qualche passo, deglutendo. Si sentiva in trappola, aveva bisogno di un diversivo per prendere la spada, ammesso che sapesse usarla.

<< Qualche ultima parola prima che ti trasformi in una bambola di porcellana, cherie? >>

Colse la palla al balzo: se non aveva un diversivo, poteva inventarselo.

<< Che la signora Morrible dovrebbe imparare a guardarsi meglio le spalle... >> disse, fissando il nulla davanti a sé.

Madame Morrible abboccò all'amo e si voltò, dando a Ruby il tempo di sguainare la spada e puntargliela alla gola a sua volta, invertendo i ruoli.

<< Qualche ultima parola, cherie? >> la schernì Cappuccetto Rosso, enfatizzando particolarmente sul francese.

<<Tu, piccola... >> si bloccò quando Ruby fece maggiore pressione con la punta della lama, lasciando che un rigagnolo di sangue cominciasse a scorrerle lungo il collo.

<< Fai smettere di piovere, subito. >> le ordinò la ragazza, costringendola ad alzare il mento.

Con uno schiocco di dita, la pioggia si dissolse e il sole tornò a risplendere sulla foresta, i raggi che si infiltravano tra i rami.

<< Sei contenta, petit Chaperon Rouge? >> le chiese con disprezzo quella vecchia megera.

<< Portami al Cas... >> alcuni ringhi in lontananza interruppero la sua richiesta. << Cosa è stato? >> girò la testa, senza mollare la presa sulla spada, che cominciava a farsi pesante.

<< Probabilmente i Kalidash... >> disse noncurante madame Morrible.

<< I cosa?! >>

<< KA - LI - DA - SH. >> ripeté come ste stesse parlando ad una bambina di 5 anni.

<< E dovrei sapere cosa sono? >> la interrogò Ruby ancora più confusa, le orecchie tese, i ringhi gutturali che si facevano più vicini.

<< Sacre-bleu! Il tuo mondo non sa proprio nulla di Oz! >> sbottò esasperata. << I Kalidash sono delle creature ibride, metà orso e metà tigre, assetate di sangue. >> mormorò con una smorfia tutt'altro che amichevole.

<< E perché la cosa ti diverte tanto? >> chiese Ruby nervosa, deglutì, stringendo ancora più saldamente la presa sulla spada.

<< Perché l'unica cosa che potrà dissetarli sarai tu. >> ghignò inclinando la testa e sparendo avvolta da una nube di fumo verde, lasciando Ruby con le braccia tese e la spada puntata verso il niente.

Roteò su se stessa, ispezionando rapidamente ciò che la circondava e soffermandosi su delle creature piuttosto massicce che stavano annusando l'aria, poco distanti da lei. Il cuore in gola, la mascella contratta dalla paura, gli occhi sbarrati. Non si era mai definita un cuor di leone, ma quella era una di quelle situazioni in cui poteva e doveva assolutamente avere paura.

Non ci pensò due volte, girò i tacchi e riprese a correre al massimo delle proprie forze, ignorando le gambe dolenti e i polmoni in fiamme, ignorando i rametti sottili che le andavano a graffiare il volto, ignorò tutto ciò che le si presentava sul cammino, dato che non poteva ignorare ciò che stava lasciando alle sue spalle: delle creature spietate, feroci ed affamate che le stavano alle calcagna, riducendo sempre di più quella già piccola distanza che li separava.

Ruby SlippersOnde as histórias ganham vida. Descobre agora