MULAN'S POV

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Il piccolo ospite indesiderato varcò la soglia scodinzolando ed abbaiando come un forsennato, ruotando su se stesso, correndo da Ruby e tornando da Mulan. Non stava fermo un secondo.

<< Toto, che c'è? >> si inginocchiò, accarezzandolo quando si avvicinò nuovamente a lei.

Le rispose con un abbaio strozzato, per poi scappare e correre lungo la strada di mattoncini gialli, diretto verso la Città di Smeraldo.

<< Dobbiamo seguirlo! >> disse, infilandosi gli stivali e lanciandosi all'inseguimento del cucciolo, senza aspettare Ruby.

Più continuava a correre, più il Castello di Smeraldo si avvicinava, imponente in tutto il suo splendore. Toto, pochi metri dinanzi a lei, non accennava minimamente a fermarsi.

Qualche infarto dopo, con i polmoni in fiamme e un disperato bisogno di ossigeno, raggiunse il Castello del Mago, ormai appartenente a Zelena.

<< Ti prego... fermati... Toto... >> sospirò con il fiatone, appoggiandosi alla parete verde brillante.

Il cagnolino la fissava con la lingua a penzoloni, il ventre che si gonfiava e sgonfiava rapidamente per la lunga corsa.

Passarono alcuni minuti, entrambi recuperarono quel poco fiato che gli serviva per poter continuare questa folle impresa.

<< Perché mi hai portato qua? >> sussurrò al cane, come se qualcuno potesse sentirla.

Con la terribile Strega dell'Ovest dagli istinti omicidi nei dintorni, non si sentiva sicura di nulla. In tutta risposta, Toto avanzò trotterellando lungo il perimetro del Castello, seguito da Mulan, che stava mentalmente imprecando per aver scordato la spada e l'armatura al rifugio. Se ne era completamente dimenticata, così come si era dimenticata di aspettare Ruby.

<< Spero per te che questa cosa non mi costi la vita. >> sbottò a bassa voce al cane.

Toto si fermò accanto ad una botola, incassata nella parete del castello. Mulan si avvicinò, esaminandola velocemente con lo sguardo, erano due assi di legno con delle maniglie in ferro, piuttosto arrugginite e chiuse da una spessa catena con un lucchetto. Provò a forzarla, ma senza risultato.

<< Quanto meno non è protetta da un incantesimo... >> commentò quasi sollevata.

Provò a sfondare le assi con dei calci e a saltarci sopra con tutto il suo peso, ma nemmeno quello funzionò. Si guardò intorno, alla ricerca di un'altra via d'entrata, ma non c'era alcun nulla, un passaggio, una piccola finestra, niente di niente.

Imprecò a denti stretti, tirando un calcio alla parete in preda alla rabbia del momento, facendo cadere un paio di pietre piuttosto smesse.

<< Ci mancava solo che questo posto cadesse a pezzi... >> si chinò a raccogliere i ciottoli caduti e a rimetterli al proprio posto, giusto per evitare ulteriore odio da parte di Zelena.

La prima pietra entrò perfettamente nel foro, come il pezzo di un puzzle, mentre la seconda ebbe qualche difficoltà in più a combaciare con la parete: non si incastrava del tutto, sbordava di un paio di centimetri. La spinse nuovamente con maggiore pressione, ma c'era ancora qualcosa che la bloccava, la tolse ed infilò la mano per capire cosa fosse. Le sue dita toccarono qualcosa di freddo che tintinnò, facendo un rumore metallico, non appena lo sfiorò: un mazzo di chiavi.

<< TOTO! GUARDA QUA! >> esclamò in preda all'entusiasmo non appena estrasse la mano con le chiavi ben strette fra le dita.

Saranno state una decina, erano chiavi abbastanza grosse e vecchie. Si avvicinò nuovamente alla botola, provandole una per una, finché non trovo la chiave esatta, la settima, che aprì il lucchetto. Toto abbaiò felice, in segno d'approvazione, mentre lei sfilava la catena dalle maniglie, per poi aprire la pesante botola con i muscoli in tensione e il volto contratto e arrossato per la fatica.

Toto si fiondò al suo interno, zampettando sui gradini come una cavalletta, noncurante del buio intorno a lui che lo inghiottiva sempre più man mano che scendeva.

Mulan diede un'ultima occhiata in giro, fece un respiro profondo e seguì il suo amico a quattro zampe, con la mano che scorreva lungo parete come appiglio.

Arrivò alla fine della scalinata, la luce del sole che penetrava appena dal foro della botola, che sembrava così lontana da laggiù.

<< Toto, dove sei? >> sussurrò, guardandosi attorno e abituando gli occhi al semibuio intorno a sé.

Nessun rumore, solamente l'eco della sua voce.

Proseguì cautamente, senza staccare la mano dal muro, lungo ciò che sembrava essere un tunnel.

Più avanzava, meno luce filtrava per quei passaggi umidi ed angusti. Continuò a camminare, seguendo la parete che delineava un percorso abbastanza dritto, caratterizzato da qualche svolta morbida, senza nessuna curva a gomito. Non sapeva che fine avesse fatto Toto e il non aver ancora trovato degli ostacoli la preoccupava parecchio, per non parlare di Ruby.

In lontananza notò che le pareti cominciavano ad assumere qualche sfumatura rossastra, arancione forse? Strizzò gli occhi per vedere meglio, era come se ci fosse un corridoio o un'apertura sulla destra da cui fuoriusciva una luce calda e tenue che si rifletteva sulla parete opposta. Accelerò il passo, quel chiarore si intensificò: ora non era più soltanto una luce fioca su una roccia, cominciava a delinearsi nei particolari, a disegnare e cancellare nel giro di pochi istanti svariate ombre sul muro, cambiandone la forma e le dimensioni, accentuandone gli spigoli o ammorbidendone le linee a seconda del caso.

<< Un fuoco... >> disse quasi sbuffando, una nuvoletta di vapore uscì dalla sua bocca. Non si era resa conto di quanto facesse freddo.

Procedette in quella direzione, confermando ciò che aveva appena ipotizzato: sulla destra c'era una rientranza che si apriva ad arco, al centro c'era un focolare accanto a cui si era acciambellato Toto, sonnecchiante.

<< Eccoti qua... >> commentò sollevata per averlo ritrovavo sano e salvo.

Non era uno spazio molto grande, sicuramente sottoterra non si poteva costruire qualcosa grande quanto un'arena. Sulle pareti erano state incise diverse lettere, in una lingua a lei sconosciuta, parole, frasi, persino numeri che per lei non avevano alcun significato.

Tutt'intorno c'erano una serie di oggetti, di cimeli sparsi un po' ovunque: pezzi di stoffa sgualciti, dei barattoli con del liquido al proprio interno, un cappello a cilindro, un arco con delle frecce, un elmo, un paio di scarpette argentate...

<< Ma queste sono di Dorothy! >> esclamò. << Sono le sue scarpette... >>

Se le rigirò fra le mani, mentre continuava a guardare tutte quelle cianfrusaglie, appartenute ad altre persone, persone che Zelena non stimava particolarmente, da quanto aveva potuto dedurre. Non sapeva se queste cose potessero effettivamente servire a Zelena o se erano solamente dei souvenir di ciò che aveva passato.

<< Benvenuti nell'hermitage delle battaglie perse... >> mormorò Mulan, ignara dei due occhi verde smeraldo che la stavano fissando con profondo odio.

Ruby SlippersWhere stories live. Discover now