CAPITOLO 1 - Golden Axe

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Non ve lo aspettavate eh?

Nel capitolo precedente vi ho fatto un pippone di 10 minuti parlando di quanto è fico Sonic, quanto è bello Sonic, quanto spinge Sonic ed ora inizio il libro parlando di un altro gioco!

Scegliere Golden Axe come titolo di apertura è una naturale consecutio, in realtà . E' stato il primo gioco che io abbia mai inserito in un Sega Mega Drive e, oltre a questo imprescindibile fatto, vi sono almeno altri 300 motivi per il quale meriti l'apertura del volume.

Primo fra tutti, il mio amore per le edizioni giapponesi dei giochi. Questa scimmia nasce l'anno successivo all'acquisto della mia console, quando conobbi Enzo.

Vincenzo, o come lo chiamavan' tutti, Enzo, era due anni più grande di me. Lo incontrai la prima volta grazie ad alcuni compagni di classe.

Era una persona straordinaria. A 12 anni suonava pianoforte e chitarra con un tocco ed una maestria che avrebbero potuto farlo diventare facilmente un professionista . Come se non bastasse, era anche uno sportivo di un certo livello. Bravissimo Karateka, eccelleva anche in discipline come il baseball, il calcio e qualsiasi altra cosa prevedesse il dover fare attività fisica.

Dopo pochi giorni eravamo già amicissimi, tanto da aver condiviso inferno e paradiso per i successivi 5 anni. Questa però, è un'altra storia.

Nel gruppo di ragazzini alla Stand by Me di cui facevo parte, c'era l'abitudine di ritrovarsi nel primo pomeriggio a casa di qualcuno. Visto il caldo che faceva a Genova durante i mesi estivi, non era proprio il massimo della vita uscire sotto il sole cocente delle due. Si ripiegava quindi per l'opzione: a casa di tizio fino alla fine di "E' quasi magia Johnny".

In una delle prime giornate di caldo del 1992, ci ritrovammo proprio a casa sua. Dopo le presentazioni di rito ed i saluti ai genitori, ci rinchiudemmo in cameretta. Scoprii con stupore che, sulla scrivania, vi era un fiammante Mega Drive un po' diverso dal mio.

 Scoprii con stupore che, sulla scrivania, vi era un fiammante Mega Drive un po' diverso dal mio

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Nella mia mente di bambino c'era qualcosa che non quadrava. Intanto, la scritta 16-BIT era più grande rispetto a quella della mia console. I pulsanti Start sul pad e Reset della console erano blu puffo, così come lo sfondo intorno al led "power-on" era di color rosso e non del bianco a cui ero abituato. Con fare saccente, intavolai una discussione dall'alto dei 50 kg di riviste di videogiochi fagocitate fino a quel momento.

<<Il tuo Mega Drive è diverso dal mio! Ma che modello hai preso? Uno taroccato?>>

<<No>>, rispose lui sorridendo. <<E' Giapponese>>.

In quel momento compresi che non avevo veramente capito un cazzo di quello che avevo letto sulle pagine patinate dei miei acquisti da edicola. Rimasi imbambolato per qualche istante, prima di riuscire a proseguire nel discorso.

<<Giapponese? E dove l'hai raccattato?>>

La spocchia era stata spazzata via. Un bagno d'umiltà misto a vergogna per la figuraccia appena fatta lasciò spazio ad una sana curiosità per un mondo che non conoscevo affatto. Nella mia mente, non concepivo che alcuni negozi in città potessero occuparsi di importazione parallela. Credevo fosse una cosa ad esclusivo appannaggio dei grandi negozi come Pergioco o Computer One di Milano, mica di quelli genovesi! Mi disse il nome di un posto, che ora non ricordo più. Oramai, deve essere chiuso da tempo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 12, 2017 ⏰

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