Capitolo 0 - How I Met My Mega Drive

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Il mio primo incontro con la console di casa Sega avvenne nel novembre 1991. 

Su Italia 7 veniva trasmesso un programma chiamato USA Today dove un giovanissimo Giorgio Mastrota (che ancora non smazzava materassi e batterie di pentole in giro per il mondo) illustrava, in combo con Stefano Gallarini, tonnellate di cose fiche provenienti dal paese a stelle e strisce ai giovani dell'epoca.

In pratica, un enorme marchettone pubblicitario mascherato da programma informativo.

A quel tempo avevo 9 anni e già ero appassionato di videogiochi. Ogni mese, flagellavo i miei genitori costringendoli ad acquistare per me C+VG, Zzap!,The Games Machine e tutte le altre riviste del settore, unica fonte di informazione in un mondo in cui Internet era ancora un bel po' distante dalle case degli italiani.

Per il Natale di quell'anno avevo già scritto almeno 30 bozze di letterina a Babbo Natale. 

Beh, più che una lettera, un vero e proprio papiro kilometrico contenente un Action Set NES, R.O.B, l'inutile Power Glove ed un elenco di giochi imprescindibili, tipo i due Castlevania, Megaman, Zelda 1 e 2 e tutto il restante parco titoli uscito dal day 1 italiano fino a quel momento.

Sai mai che il vecchio Santa non avesse trovato qualcosa. Era giusto fargli sapere nel dettaglio i miei desideri.

Ma torniamo a Mastrota. In una puntata della trasmissione , venne mostrato il nero gioiello di SEGA in azione. Già ne avevo letto sulle pagine dei miei giornaletti videoludici e sapevo di cosa era capace: una grafica fichissima e supercolorata unita ad un godizllione di conversioni di titoli da sala che avevo avuto la fortuna di provare nel bar di mia madre. 

Nonostante gioconi del calibro di Altered Beast e Golden Axe, non trovavo motivazioni sufficienti per volerne uno. Fino a quel momento.

I due conduttori presentarono la nuova mascotte della casa di Tokyo: Sonic the Hedgehog.

In quel momento mi sentii come John Belushi in Blues Brothers, quando durante la messa del predicatore James Brown vede la luce e comprende di essere in missione per conto di Dio. 

Le immagini a schermo di quella palla blu che schizzava velocissima fra una piattaforma e l'altra dissolsero completamente la mia voglia di idraulici baffuti. Guardavo lo schermo con la bocca spalancata, ripetendo mentalmente un mantra che mi accompagnò per tutto il mese seguente: LO VOGLIO, LO VOGLIO, LO VOGLIO, LO VOGLIO!

Tornai nella mia cameretta cercando la letterina destinata a Babbo Natale, terrorizzato dal fatto che mia madre l'avesse già inviata in Lapponia, al vecchio barbuto. In quel caso, sarei stato fottuto. Quello, mi avrebbe portato una scatola grigia somigliante ad un tostapane, un guanto coi pulsanti scomodissimo da usare ed un robot che alla fine della fiera, non faceva nulla.

La visione precedente era oramai distorta, il sogno precedente spezzato e corrotto dall' aggressiva campagna marketing di Giochi Preziosi. Presi un foglio di carta a quadretti, la prima penna nell'astuccio di He-Man e riscrissi tutta la letterina, al volo:

Caro Babbo Natale,

quest'anno sono stato molto molto molto buono. Vado bene a scuola e non faccio arrabbiare i miei genitori. Se puoi mi piacerebbe che mi porteresti il Sega Mega Drive (quello con Altered Beast nella scatola) e Sonic the Hedgehog.

Se puoi portami anche Golden Axe, Castle of Illusion, Quackshot e Strider.

Ti voglio tanto tanto tanto tanto tanto tanto bene,

Alessio

Al rientro di mia madre, corsi con le braccia protese e il nuovo papiro in mano, dicendole di mandare subito quella letterina a Babbo Natale. Lei, molto gentilmente e con lo sguardo della povera donna rassegnata ad avere un figlio senza una concezione decente del tempo, mi disse che alle 20 le poste erano chiuse ed avrebbe fatto tutto il giorno dopo.

SEGA Mega Drive: 50 giochi da provare prima di morireWhere stories live. Discover now