chapter 7

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Stavamo girando la città a vuoto, avevamo controllato qualsiasi posto, un qualsiasi locale, ma di Ethan o di Steve non c'era traccia.
"Posso sapere una cosa?" avevo capito cosa voleva sapere, dovevo solo trovare le parole giuste per spiegare una cosa del genere.
"Uhm certo"
"Chi è questo Steve? E cosa c'entra con la scomparsa di Ethan? Lo conosci?"
"È una storia lunga, fin troppo lunga" cercavo di sviare il discorso, ma sarebbe saltato fuori prima o poi.
"Ho tempo, ti ascolto" certo che il ragazzo era davvero insistente.
"Bene, allora partiamo dall'inizio.
Come sai io vengo da San Diego, ed è li che ho conosciuto Steve.
Ci siamo incontrati per caso in un bar e da lì abbiamo iniziato a vederci praticamente tutti i giorni.
All'inizio si era mostrato come un bravo ragazzo, ma col tempo si è dimostrato tutto il contrario" delle lacrime mi solcarono la guancia.
"Non sei costretta a continuare a raccontarmi la tua storia" già, ma oramai il discorso era stato aperto, prima quella conversazione sarebbe finita, prima avremmo trovato Ethan.
"Tranquillo, è tutto ok.
Allora dov'ero rimasta?
Ah si.
All'inizio era una piccola cotta quella che diceva di avere per me, e per un po' di tempo siamo stati insieme, ma più passavo del tempo con lui, più diventava opprimente stargli accanto.
Mi vietata di fare qualsiasi cosa, di uscire con i miei amici, di vedere Ethan, che secondo lui ci avrebbe separati.
Diceva di amarmi, che ero la sua principessa, non di qualcun altro.
Era diventato possessivo nei miei confronti, la sua era una vera e propria ossessione.
Un giorno, stanca di dover sopportare la sua gelosia, la sua fissa per me, lo lasciai, ma fu lo sbaglio peggiore che potessi fare.
Da quel giorno iniziò a mandare messaggi, email alla mia famiglia, minacciandola, e a i miei amici, dicendo loro di dover stare lontano da me.
Quasi due settimane dopo la nostra rottura venni a sapere da sua sorella che si era trasferito, pesando che fosse finita quella stupida storia, non diedi peso a tutte le minacce ricevute da parte sua.
Così, passato del tempo, iniziai a sentirmi con un altro ragazzo.
Avevo finalmente una vita normale, come una qualsiasi adolescente.
Ma una sera, mentre io e mia sorella stavamo tornando da una festa, tutte e due piuttosto ubriache, facemmo un incidente.
Mia sorella morí sull'impatto, mentre io riuscii a cavarmela solamente con qualcosa di rotto e una piccola slogatura alla caviglia, insomma niente di grave.
Pochi giorni dopo si tenne il funerale di Sophia, mia sorella, ma lo stesso giorno ricevetti una lettera da parte di Steve.
In poche righe diceva di aver provocato lui l'incidente, diceva di averlo fatto per ripicca, gelosia nei confronti del ragazzo con cui uscivo.
Credevo fosse uno scherzo, non credevo che sarebbe arrivato a tanto, non credevo che la gelosia lo portasse persino a uccidere una persona.
Lo stesso giorno andai a denunciarlo alla polizia, che poco tempo dopo lo trovò e Steve fu arrestato.
Ethan era l'unica persona che mi aveva aiuto a superare la morte di mia sorella, im quei tempi non passavo un bel periodo, la mia famiglia non voleva saperne di me, credevano che la morte di Sophia fosse stata colpa mia, a causa di Steve ero riuscita a farmi odiare persino dalla mia famiglia.
Ethan ed io decidemmo così di cambiare paese, per poter ripartire da zero, per poter provare ad avere una vita normale.
Fino a pochi giorni fa le cose sembravano andare bene, ma Steve è riuscito a trovarmi anche qui.
E da lì che le cose hanno iniziato a prendere una brutta piega.
Quel giorno fuori la caffetteria hai impedito che Steve mi facesse del male, negli ultimi giorni mi hai aiutato più volte ed io, troppo orgogliosa per farlo, non ti ho mai ringraziato.
Perciò grazie di tutto, davvero."
Mike sembrava paralizzato, non riusciva a parlare.
"Io, io, mi spiace che ti sia successa una cosa del genere" ed eccolo di nuovo, lo sguardo con cui mi hanno sempre vista tutti, pieno di compassione, ma questa era l'ultima cosa che mi serviva, soprattutto da parte sua.
Dopo la morte di mia sorella non riuscivo a sopportare quel tipo di sguardo.
Non riuscendo a sopportare ancora per qualche minuto quel silenzio opprimente, parlai.
"Senti, il tempo passa e sono preoccupata per Ethan" neanche il tempo di finire la frase, che mi arrivò un messaggio.
Non era Ethan, era il numero di una persona che non conoscevo.

da sconosciuto:
se ci tieni a rivedere il tuo amico fatti trovare al capannone dietro al bar "Club" tra dieci minuti e vieni da sola, senza quel simpatico del tuo fidanzato.

Era Steve, ma c'era da aspettarselo.
"Hey, tutto apposto? Sembra che tu abbia visto un fantasma" Mike ridacchiava, ma in una situazione così non avrei riso sicuramente.
"Di chi era il messaggio?"
"Inizio a preoccuparmi" lui preoccuparsi? per chi? per me? ma che mi venga un colpo.
"Il messaggio era di Steve" senza degnarmi di una risposta, mi strappò il telefono dalla mani, per poi leggere il messaggio.
Mise in moto la macchina e partí, senza proferire parola.
"Hey ma si può sapere dove stiamo andando?" non pensava certamente di venire con me, giusto?
"Andiamo al capannone" certo che il ragazzo aveva la testa dura, ma lasciai correre, di sicuro mi sarebbe servito il suo aiuto.
"Ok, andiamo, ma muoviti"
"Agli ordini signora" fece il gesto che fanno spesso i soldati, facendo ridere entrambi.
Senza che me lo aspettassi, mi prese la mano e la intrecciò con la sua, facendomi arrossire.

Beh, ho capito che ti piace Mike, ma un po' di contegno su.

Oh dai!
A me non piace Mike.

Se lo dici tu, ma io non ti credo.

Incredibile, adesso parlavo anche con me stessa.
Il tempo scorreva lentamente, ed io avevo passato tutto il tragitto a guardare il tramonto attraverso il finestrino, era uno spettacolo magnifico.
"Siamo arrivati.
Pronta?" Mike teneva ancora la mia mano stretta nella sua.
"Forza andiamo, prima facciamo, prima questa storia finirà ed ognuno di noi tornerà alla propria vita."
Velocemente allontanai la mia mano dalla sua, lui sembrò capire che qualcosa non andava, ma non disse niente.
"Perfetto, andiamo"

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