chapter 4

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La stanza era completamente buia, non era possibile vedere niente,mentre il rumore della musica sembrava sempre più forte.
"C'è qualcuno?" iniziai a sentire un respiro caldo sul collo, sempre più vicino.
"Se questo è uno scherzo, è di cattivo gusto" una mano mi sfiorava un fianco.
Senza pensarci due volte tirai un calcio allo sconosciuto e corsi verso la porta, che per mia fortuna si aprì dopo poco.
Mi diressi verso la mia stanza, senza curarmi di avvertire Ethan o Amber, lo avrei fatto più tardi.
Nel frattempo, nella mia mente i ricordi iniziavano a riaffiorare, tentavo di reprimerli, ma invano.
Una lacrima mi solcò il volto, subito dopo un'altra ed altre ancora.
Non riuscivo a controllarle, era una cosa più forte di me.
Avevo fatto fatica a cercare di dimenticare il passato, rivivere tutto a causa di una stupidata da parte di un ragazzo qualsiasi mi aveva sconvolto.
Arrivata in camera, presi dal cassetto delle pastiglie che mi aveva assegnato la psicologa tempo fa, che fino ad ora non mi erano servite a molto.
Affondai la faccia nel cuscino, in modo da soffocare i singhiozzi, che erano aumentati nel giro di qualche minuto.
E mi addormentai lì.

Drinnn.
Oggi iniziavano le lezioni ed io mi trovavo ancora nel letto.
Contro voglia mi alzai, presi dall'armadio un paio di leggings ed una felpa nera, dopo ciò mi diressi in bagno.
Avevo l'aspetto di uno zombie, avevo il mascara colato a causa delle lacrime; misi solo un po' di correttore sotto gli occhi, per cercare di coprire le occhiaie e via.
Ieri sera non avevo ricevuto nessun messaggio, ne da parte di Ethan ne da Amber e quest'ultima non era tornata in stanza ieri sera.
Probabilmente era rimasta dormire da qualche amica; di fretta presi il telefono e mi diressi verso la classe di filosofia.
Non facemmo molto durante l'ora, il professo ci fece parlare di noi, per farci conoscere.
L' ora successiva avrei avuto matematica, avrei preferito saltarla, ho sempre odiato la matematica, non faceva per me.
Arrivata in classe, mi sedetti all'ultimo banco, per non dare nell'occhio; d'un tratto accanto a me si sedette una ragazza, era molto alta, aveva i capelli ricci e un fisico snello.
"Io sono Bonnie, piacere" mi porse la mano, ed io per educazione, ricambiai il gesto, anche se non mi interessavano le nuove amicizie, avevo sempre preferito la solitudine.
Durante l'ora non ascoltai nemmeno una parola del professore, non riuscivo a concentrarmi, nella mia mente si ripetevano immagini e ricordi, tutti confusi, ma con un significato ben preciso.
Dopo il suono della campanella mi diressi in camera, senza curarmi di presentarmi alle ultime lezioni, il quel momento lo studio era la mia ultima preoccupazione.
Amber non si era fatta vedere tutto il giorno, come Ethan, decisi così di mandare un messaggio a quest'ultimo.
"Sei in classe?" digitai velocemente le parole ed aspettai una risposta, che però non arrivò.
Stufa di aspettare presi le cuffiette e il mio zaino, e mi avviai verso l'uscita del college, avevo bisogno di una boccata d'aria e un giro nel centro di Manchester non penso mi avrebbe fatto male.
Salii sul primo autobus che trovai e mi misi ad ascoltare la musica mentre aspettavo di arrivare a destinazione.
Partì Jocelyn Flores, quando l'autobus si fermò davanti ad un negozio di vinili e strumenti musicali.
Data la mia passione per la musica decisi di entrare per dare un occhiata; ne uscii con due cd e un poster dei nirvana.
Passai poi davanti ad una serie di negozi di indumenti e scarpe, entrai in uno di questo ed acquistai un paio di jeans, una gonna e un paio di stivali.
Si erano fatte ormai le 11:00 quando entrai da Starbucks, dove ordinai un semplice cappuccino ed uscii con l'intento di tornare al college.
All'uscita della caffetteria un ragazzo mi urtò la spalla, facendomi rovesciare di conseguenza tutto il cappuccino addosso.
"Hey, guarda un po' dove cammini" il mio umore era passato da allegro a irritato nel giro di due minuti.
Il ragazzo si girò e preferii non averlo chiamato.
"Guarda un po' chi si rivede" non era possibile, Steve non poteva avermi trovata persino qui.
"Che ci fai qui?" stavo ormai tremando.
"Sono venuto a prenderti, devi tornare a San Diego con me." volevo correre via, ma era come se le mie gambe non volessero reagire.
"Spero tu stia scherzando, io non torno da nessuna parte, soprattutto con te" scattò verso di me e mi afferrò per il braccio, iniziando a strattonarmi verso una macchina.
"Lasciami, aiuto, per favore aiutatemi!" ormai stavo urlando, o almeno ci provavo.
Ad un certo punto la presa sul mio braccio si allentò ed un secondo dopo vidi Steve per terra.
Mike gli stava addosso e gli tirava pugni e calci, io invece stavo appoggiata ad un muretto, incapace di reagire.
Mi feci forza e provai ad afferrare Mike per il braccio e cercai di strattonarlo in modo da allontanarlo da Steve, ma fu invano.
"Mike ti prego andiamocene." lo stavo supplicando, ma sembrava non volesse ascoltarmi.
A quel punto lo tirai per un braccio, in modo che si potesse girare verso di me.
I suoi occhi erano puntati nei miei, sembrava stesse cercando di capire come stessi, che fosse successo, ma io distolsi lo sguardo.
"Andiamo, ti prego" mi prese per mano e mi ci dirigemmo verso la sua auto, lasciando il corpo di Steve sulla strada.
"Voglio sapere che è successo e chi era quell'uomo?" sapevo che avrebbe fatto domande, ma non ero pronta a raccontare di nuovo tutto.

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