SOGNA

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La partita era finita, "é finita la pacchia", era così che commentava sua madre ogni volta che vedeva i ragazzini tornare a casa dopo la partita di calcetto. Lei odiava quello sport da quando Laura per la prima volta le aveva chiesto di poter giocare in una squadra femminile, faceva il possibile perché sua figlia non vedesse partite, ammirasse dei giocatori o che spendesse soldi in gadget dell'amata Juve, infatti ogni volta che trovava figurine o sciarpe le strappava o le buttava. Lei non accettava che sua figlia preferisse uno sport "da maschi" invece della danza o della ginnastica come tutte le altre ragazzine, infatti si sentiva a disagio ogni qualvolta le altre mamme parlavano della bravura delle figlie nella danza o nella pallavolo. Laura era consapevole di questo, ma nonostante questo la disprezzava, perché non capiva quanto lei amasse tutto quello, quanto lei avesse bisogno di giocare a calcio e quanto soffrisse per quella situazione, non accettava il fatto che una madre, sua madre, potesse essere tanto egoista nei suoi confronti, non capiva perché proprio lei doveva impedirle di seguire il suo sogno, la sua passione. Laura spesso chiedeva di poter iniziare calcio, nella speranza che qualcosa fosse cambiato, ma ogni volta era una lite e lei aveva accettato il fatto che si doveva accontentare delle 3 partite settimanali con gli amici, fatte di nascosto, ma in cuor suo sapeva che un giorno, probabilmente lontano, il suo sogno si sarebbe realizzato. A volte di notte pensava, tanto, più pensava e più non si capacitava di come un genitore, che ti dovrebbe insegnare a inseguire i tuoi sogni, le tue sensazioni, potesse deviare la tua strada, solo per non "sfigurare" davanti alle persone, anch'esse tarate, che non potevano concepire cose diverse dagli schemi, che ti giudicano escludendoti,  forse è per questo che i suoi genitori facevano tutto questo, per non essere giudicati e tantomeno esclusi dalla gente, da chi li circondava. La vera domanda è se veramente serve fare tutto questo se poi vai a dormire e non sei sereno, ti svegli e non sei felice e quando morirai sarai cosciente di aver indossato una maschera tutta la tua vita. Quindi lei andava a dormire, perché almeno durante il sonno avrebbe potuto sognate senza limiti.

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