Capitolo 7°

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Ritorno nel salotto, rendendomi conto che non so che parole usare con Dean... o meglio, non so proprio cosa dirgli!
Una volta aver attraversato il corridoio, ritorno in salotto e mi siedo stremata per terra, appoggiandomi con la schiena alla parete.
Rimango per qualche minuto in questa posizione a fissare il pavimento, fin quando non sento un filo di aria vicino al mio viso. Alzo gli occhi e vedo la ragazza bionda porgermi una mano.
L'afferro e mi alzo, sistemandomi poi la giacca in pelle nera.
Mi porge nuovamente la mano e faccio lo stesso.

-Adele Earp.-

-Claire Novak.- mi risponde lei, facendo un sorriso.

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Osservo la ragazza dai capelli biondi e dagli occhi chiari, i suoi lineamenti mi sono familiari ma non voglio sbilanciarmi. Credo che abbia al massimo 17 anni, seppur il suo viso sia giovane, riesco a notare qualcosa che l'ha segnata. La perdita di un parente, di un amico... Riesco a notare quel "qualcosa" forse perché mi è successa esattamente la stessa cosa. Sorrido alla ragazza, che sembra guardarmi incuriosita.

-Quanti anni hai?- mi domanda tornando seria, ma mantenendo la curiosità nei vispi occhi chiari.

-Ho 31 anni... non sei un po' piccola per stare in questo posto?-

Mi guarda accigliata, come se volesse rimproverarmi. Dal suo sguardo capisco che è una tipa tosta a cui non piace dipendere da qualcuno. Faccio per risponderle quando ci raggiunge un altro ragazzo, sembra essere timido. Mi giro a guardarlo, ancora più stranita dalla presenza di questi due giovani in un posto come questo Bunker.
Anch'esso mi porge la mano, questa volta non allungo la mia per presentarmi, ancora troppo turbata.

-Ehm... il mio nome è Kevin. Kevin Tran!- esclama orgoglioso, ma ritraendo quasi subito la mano.

Annuisco con la bocca leggermente aperta. Questi noemi e questi ragazzi mi sono totalmente sconosciuti, l'unica cosa che mi rasserena sono i lineamenti di Claire.

-Chiudi la bocca o entreranno le mosche.- esclama la ragazzina bionda guardandomi divertita

-Non ti hanno insegnato l'educazione nei confronti dei più grandi?- domando leggermente irritata. Nessuna ragazza, sopratutto più piccola di me, era mai riuscita a tenermi testa.

-Non sono io quella che è entrata qui senza neanche salutare-

Cerco di trovare le parole giuste per risponderle, senza ferirla o senza risultare antipatica. E' pur sempre più piccola di me di almeno 20 anni. Lancio un'occhiata al ragazzino che si è presentato con il nome di Kevin, soppesando il suo nome così originale mentalmente.

Inizio a camminare lentamente per il salotto, osservando qualche libro sparso in giro per la stanza: questi libri devono essere stati lasciati da Sam.

-Gradisci del caffè? Un thè caldo?- mi domanda il ragazzo dai lineamenti asiatici, usando un tono particolarmente gentile.

Scuoto la testa e continuo a girare lentamente per la stanza, fin quando Dean non fa capolino dalla porta. Mi giro di scatto e ho un sussulto.

-Credo che io e Kevin andremo a sparare al poligono... addio.- dice ironicamente la ragazza, trascinando Kevin con se.

-Sparare al poligono? Fermatevi!- dico inutilmente, i due sono già scomparsi nel corridoio che porta al poligono del Bunker.

Dean scuote la mano, come per dirmi di lasciarli andare e per farmi capire che i due sanno il fatto loro.
Continua a guardarmi, incrociando le braccia. Non riesco a percepire nei suoi occhi del rimprovero, della rabbia, della delusione o del dolore. Questa sua mancanza di emozioni mi fa ancora di più agitare.
Dopo qualche secondo, finalmente, si avvicina lentamente a me. Chiudo gli occhi, in attesa di un suo schiaffo o di un suo spintone.
Con ancora gli occhi chiusi, sento che fa un respiro profondo per poi cominciare a parlare.
Riapro lentamente gli occhi e lo guardo.

-Non ti urlerò contro, non ti getterò addosso dell'acqua santa per capire se sei un demone, nè ti farò un taglio sul palmo della mano per capire se tu sia un mutaforma o qualche altra strana creatura. Non sbatterò fuori a calci in culo te o il tuo amico...- mi guarda serio, senza trasmettere emozioni.

Annuisco abbassando lo sguardo, decidendo di mantenere il silenzio piuttosto che dire parole inutili o comunque non giuste per questo momento.

-Seguimi.- conclude Dean, senza dire altro.

Lo seguo silenziosamente a passo svelto. Lo osservo mentre mentre apre la porta sul retro del Bunker, che da su un piccolo bosco recintato. Si avvicina lentamente ad una lapide e ci metto qualche secondo per mettere a fuoco il nome e, quando ci riesco, lo shock è enorme.

SAM WINCHESTER
2 Maggio 1983-
Amorevole fratello e amico.

Fisso la lapide per qualche secondo, per poi guardare Dean con aria interrogativa. Lui rimane in silenzio a fissare la lapide, per poi scrollare le spalle... come se fosse ritornato coi piedi per terra, dopo aver fatto un viaggio tra i suoi pensieri.
Mi fa cenno di seguirlo nuovamente e io non ho il coraggio di aprire bocca per chiedergli cos'è successo a Sam. Non riesco a trovare le parole.
Entriamo nuovamente nel Bunker e mi porta in una stanza. Entro con cautela, per paura di trovare qualcosa di spiacevole ma dentro trovo semplicemente due tavoli, qualche libro e qualche penna poggiati su di essi.

-L'ultimo desiderio di Sam, prima di andarsene.- dice sistemando un banco.

Continuo a fissarlo mentre sistema i banchi, ma continuo a non capire.

-Come... com'è successo?-

-Dei demoni ci stavano cercando e la situazione si stava facendo veramente brutta, Crowley ha sguinzagliato i suoi migliori scagnozzi... Sam, come se sapesse cosa gli spettava, ha lasciato una sorta di testamento. Voleva questa Scuola per giovani cacciatori. Claire e Kevin sono i miei primi allievi.-

-Cosa volevano?- domando cercando di reprimere le lacrime.

-Cercavano te e il tuo Marchio... a quanto pare, per Crowley, è rimasto quieto per troppo tempo. Sam è stato ucciso 2 anni dopo la tua partenza.-mi dice continuando ad essere serio. Ora capisco la sua barba non curata, le occhiaie pronunciate e gli occhi arrossati. Ora è freddo e serio, ma probabilmente passa le ore a bere e a disperarsi per aver perso l'unico membro della sua famiglia.
Continua a parlarmi, ma ormai riesco a sentire solo un fischio sordo nelle orecchie.

-Non ho bruciato il suo corpo come si fa con i cacciatori perché... spero sempre che qualcuno me lo riporti indietro.- conclude per poi andarsi a sedere su una sedia delle cucina, bevendo della birra.
In lontananza sento gli spari prodotti dalle pistole dei ragazzi nel poligono.

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Ecco un nuovo capitolo! Come al solito, se vi è piaciuto, lasciate un commento o una stellina!
Al prossimo capitolo, ragazzi!

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⏰ Last updated: Mar 20, 2019 ⏰

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