LA VERITA'

13 0 0
                                    

Aveva smesso di piovere. Ero dentro la macchina di Gregor e guidavo verso il monastero. Rose non mi aveva accompagnato, ma era stata leale dandomi le chiavi della decappottabile. Dovevano essere circa le tre di notte. Mentre passavo potevo guardare per un'ultima volta quella città così frenetica: le strade erano piene di persone e c'era una miriade di locali ancora aperti. Dopo circa un'ora di viaggio ero arrivato alla stradina che portava al monastero. Era un sentiero roccioso che si estendeva lungo la parte superiore della foresta. I cartelli che avevo seguito ( che facevano riferimento al monastero) mi avevano portato in quel posto isolato e dimenticato, dove c'era una piccola stazione con un piccolo pullman parcheggiato e spento. C'era una lampadario che era l'unica fonte di luce in quella zona. E la stradina era posto a venti metri da un piccolo bar con finestre serrate e luci spente. 

Ero in viaggio da circa mezz'ora quando ripensavo a quel posto isolato, al fatto di essere partito in quell'ora buia della notte. C'era un sinistro rumore che trovavo eco lungo le centinaia distese di alberi che incontravo lungo il percorso. Potevo vedere la nave dalla cima. In quel momento mi era tornato in mente la mattina in cui avevo  visto il monastero ed ero rimasto nella nave con Rose. Mi erano tornati in mente le notte passati e la prima volta in cui ci eravamo incontrati in quella sala, dove lei aveva suonato sul palco e io servito per i tavoli. Ci eravamo incontrati, parlati e desiderati nella sua cabina. Avevamo pensato di fare l'amore, ma alla fine ero scappato da lei, da quella cabina, dalla nave e da tutto quello che la riguardava. Ora, mi stavo dirigendo dall'altra parte dell'isola e il mio unico pensiero era quello di tornare da Elen.  La mattina  seguente poi,   lo spettacolo che mi ero ritrovato davanti quando ero arrivato al piccolo paesino era incredibile. Erano le prime ore dell'alba e quel posto  era già attivo. Ero rimasto  colpito da come le persone svolgessero con cura e precisione le loro mansioni quotidiane. Mansioni che erano  diverse tra loro: c'era chi si impegnava ad annaffiare  giardino, chi puliva la  casa e chi spazzava il cortile. Mi era  rimasto impresso l'immagine di un signore che  dondolava su una sedia , senza mai perdere l' equilibrio come se ne fosse esperto e  scommetto che se il giorno dopo fossi ripassato per quelle strade avrei trovato tutte quelle persone  pulivano e il signore che dondolava, fare le stesse cose. Gli abitanti occupavano il loro tempo libero a  parlare con toni e modi gentili. Sembravano quasi far parte di quella calma aria che si respirava in quel momento. Sembravano di stare in armonia con quella natura limpida che circondava le loro la case. Si poteva anche udire il lamento educato delle famiglie nelle case che saliva al cielo come preghiera. Avevo visto il monastero  alla fine della città. Quando ero entrato avevo trovato la chiesa che avevo visto nella cartolina, e che il professore Aldo mi aveva descritto. l'edificio si era composto in tre scompartimenti e la navata principale era occupata dalle due figure in posa come nella cartolina. C'erano le finestre a cerchio con una serie di rappresentazioni che illustravano delle figure angeliche in volo. La chiesa esternamente era  più vecchia e decrepita rispetto a prima. Attorno c'era il  recinto provvisto di foglie, verdi e curate. C'era una stupenda e piccola fontana  che faceva da centro a quel giardino a cui avevo messo piede. Ero rimasto  incuriosito da un signore che osservava con grande ammirazione il giardino e mi ero accostato a lui. -Non è  fantastica - mi disse.

-Si davvero è una bella fontana- risposi senza fiato dopo la lunga attraversata.

- Ma non mi riferivo a quella. Intendevo lo scorrere del' acqua che si ripete in maniera cosi dolce e perpetua.- Disse mostrando un leggero sorriso.

Mi guardò- allora qual è  la causa che ti porta fino a qui?.

- Sto cercando una ragazza- feci.

- Quindi per una ragazza hai attraversato tutta quella foresta? Sei un ragazzo coraggioso. Questa ragazza ha un nome?-.

-Elen, signore-

- E e cosi cerchi Elen, ti dirò   tutte le rispose che  cerchi, prima però vorrei offrirti qualcosa per riprendere le forze. Dopo che avevo accettato, eravamo entrati in una piccola camera che doveva essere probabilmente la sua stanza. Mi aveva servito del tè  caldo e dopo avermi fatto riposare aveva detto- da dove vieni ragazzo? Perdonami il tuo nome?.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Feb 02, 2018 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

IL SANGUE DELLE ROSEWhere stories live. Discover now