23: Il ruggito della leonessa

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I fratelli sobbalzarono. La tensione delle ultime ore li aveva resi quasi paranoici. Anche senza il "quasi".
Infatti, si misero tutti sull'attenti. Per fortuna, però, chi aveva aperto la porta della stanza magica era solo Arthur Potter.
- Allora?! Cosa state facendo, qui?! - esclamò.
Peter parlò per tutti quanti: - La scuola è in pericolo. E non solo la scuola. E... è colpa nostra.
Susan obiettò: - Peter! Non...
Ma, per la prima e ultima volta nella sua vita, non trovava le parole. Allora, Potter interruppe entrambi.
- So tutto. Jadis è tornata. Ma non è colpa vostra. E nemmeno di vostra madre. La Strega Bianca ha ingannato tutti, persino Silente. Ora è giunto il momento di chiudere i conti.
Lucy sobbalzò: - È tornata?
Arthur annuì: - Ormai non ci sono più dubbi. È per questo, che sono qui. Cercavo voi e la Stanza delle Necessità mi è apparsa di fronte. Dobbiamo...
- Non così in fretta!! - gridò qualcuno. I fratelli Pevensie impallidirono: conoscevano quella voce alla perfezione.
Tutti insieme, i cinque uscirono dalla stanza incantata e si ritrovarono di fronte l'antica nemica, scortata da un nano e da un'orrenda creatura malefica. Ma non era quella, la cosa peggiore. I due sgherri, infatti, stringevano tra le braccia Mei e...
- Edmund!!! - gridarono insieme i fratelli. Ma era troppo tardi. Edmund era diventato di pietra, proprio come la ragazza. Però... non aveva senso!
- Credevo che il tuo scettro fosse andato distrutto, brutta megera!!! - esclamò Peter.
Jadis sogghignò: - Lo è. A causa vostra. Non l'ho dimenticato. Anzi, a questo proposito... Tokranik!
Il nano sollevò una mano e lanciò alla strega un oggetto luccicante. Una bacchetta di ghiaccio!
Jadis la impugnò con un ghigno di soddisfazione.
- La mia bacchetta... Quanto tempo... La fabbricai io stessa, sapete? Proprio qui, tra queste mura. È solo un barlume, del mio potere. La seconda era molto meglio. Ma... Vediamo se questa... può fare altrettanto!!!
Arthur Potter fu fulmineo, gettò in aria qualcosa in direzione di Lucy, poi esclamò: - EXPELLIARMUS!
L'incantesimo colpì quello scagliato dalla bacchetta di ghiaccio e ingaggiò un duello di resistenza. Il primo che avesse ceduto, avrebbe perso. Arthur sapeva di non potercela fare. Silente era stato chiaro: la zampa di Aslan era la mano di Lucy. Ancora non riusciva a capacitarsene. Come era possibile che, in un corpicino così piccolo, potesse nascondersi una leonessa?! Lei, una Grifondoro. Lei, campionessa di Quidditch. Lei, la chiave della salvezza. Avrebbe potuto scegliere Peter, ma questa era una battaglia per la più piccola. Il Flagello dei Lupi era forte, caparbio e astuto, ma anche troppo impulsivo. Inoltre, la sua bacchetta non era abbastanza, per sconfiggere il basilisco. Lucy era la scelta migliore. Consapevole di questo, Arthur mise nel proprio incantesimo tutto se stesso. Doveva guadagnare tempo. Jadis doveva pensare di aver vinto. Lui era un Auror esperto. Per quanto Jadis fosse il più grande nemico che avesse incontrato fino ad allora, lui sapeva che se la sarebbe cavata, in un modo o nell'altro. Narnia e Hogwarts... il mondo intero. Era tutto troppo importante, perché lui rinunciasse. Jadis continuava a fissarlo, trionfante. L'arma segreta. La Strega Bianca chiuse le palpebre e non appena le risollevò, ogni cosa sparì nel nulla, compreso il suo pensiero.

Lucy trasalì. Arthur Potter era diventato di pietra. La loro più grande speranza dissolta nel nulla. E quel che era peggio, Lucy aveva di nuovo sentito quella voce: - Nemici dell'Erede... La vostra ora è giunta!!!
Una voce sibilante e assordante allo stesso tempo, che le aveva riempito le orecchie fin quasi a farle scoppiare. Quella voce... Sembrava provenire da ogni dove. Eppure, Lucy riuscì a rivolgere lo sguardo nella direzione giusta e intravide la sagoma del serpente più enorme che avrebbe mai potuto vedere. Tentò di avvertire gli altri, ma la bestia si avvicinò, gridando: - Morte ai mezzosangue!!!
Qualcosa coprì il volto di Lucy, mentre la perfida risata della strega inondava il corridoio. Lucy voleva capire cosa stesse accadendo, ma il cappello parlante le interrompeva la visuale.
- Non guardare! Non guardare! O diventerai di pietra anche tu!
La consapevolezza investì il cuore della piccola: erano tutti pietra! Tranne lei! Cercò di non piangere, ma era tutto inutile. E i suoi singhiozzi raggiunsero Jadis, che sobbalzò: - Che cosa?!!! Come puoi essere ancora... Oh. Capisco... Ora è tutto chiaro. Silente non ha il fegato di affrontarmi di nuovo, non ora che il mio potere sovrasta il suo. È sempre stato un vigliacco...
- Bugiarda!!! - ruggì e le parve di sentire un'altra voce accompagnare la mia. Anche Jadis doveva averlo sentito, perché iniziò a camminare qua e là, imprecando nervosamente e sfidando Aslan a farsi vedere. Il Grande Leone era al suo fianco: non poteva fallire. Si asciugò le lacrime e gridò: - Ti affronterò io, questa volta!
- Non credo proprio... - ribatté Jadis - Wingardium Leviosa!
Il cappello parlante cadde a terra, lasciandola in balia del serpente, la cui voce continuava a tuonare: - Morte ai mezzosangue!!!
- Nooooo! - urlò la bambina e la creatura si fermò improvvisamente, di fronte a lei. Jadis balbettò: - N-n-n-non... Non è possibile! Solo i Serpeverde possono parlare con i serpenti!
- A Narnia ho sempre parlato con tutti gli animali.
- Ma il basilico non è una creatura di Narnia!
- E se invece lo fosse?
- Impossibile!
La piccola non sapeva come riuscisse a capire il serpente. Un qualsiasi altro mago Grifondoro non ne sarebbe mai stato capace. Forse un suo antenato lontano era Serpeverde. Poteva essere. Oppure era Aslan, ad aprirle le orecchie e la voce. Ma lei non era una strega qualunque.
- Io sono Lucy Pevensie di Lanterna Perduta, regina di Narnia!
Il cappello parlante si mosse appena, rivelando una piccola scintilla tra le pieghe del tessuto che lo componevano. Lucy intuì cosa doveva fare e allungò la mano. Impugnò una spada lucente, simile a quella di Peter e forse persino più potente. Percepì una forza sconosciuta attraversarla da capo a piedi e un ruggito che la incitava a non fermarsi.
- La... La spada di Godric...
Jadis era terrorizzata.
- ... e sono anche una Grifondoro! E ora per te è finita, maledetta strega!
Jadis si ricompose: - Non così in fretta... Attaccala, basilisco!
- Fermati!
La bestia era confusa. Non sapeva a chi dare ascolto. Le voci di entrambe le streghe gridavano nella sua testa. Chiuse gli occhi e iniziò a sbattere la testa ovunque, rovinando i muri di Hogwarts e facendo imprecare tutti i quadri.
- Uccidila! Uccidila! Uccidila!
- Tu non vuoi davvero farlo...
- Sei nato per questo!
- Ti hanno costretto, a farlo...
- Non devi avere pietà!
- Ascoltami...
La belva ruggì e strisciò via a gran velocità, gridando e contorcendosi dal dolore. Un lampo di luce bianca lo fermò poco più avanti. Dietro la luce...
- Silente! Stupida, vecchia ciabatta! Sei qui, finalmente!
Il mago scosse la testa: - Questa non è la mia battaglia. Hogwarts e Narnia devono unire le forze, se vogliono entrambe liberarsi di te una volta per tutte. Ma è Lucy Pevensie, la sola che può farlo. Lei, Regina di Narnia, lei, che impugna la spada di Godric! Aslan e tutti i Grifondoro gridano dentro di lei. E tu non puoi fermarla!
Jadis esitò. Il mago aveva ragione. La rabbia di Lucy, unita alla sua terrificante calma, tradivano la verità: in lei si erano riuniti due mondi troppo forti, perché lei potesse affrontarli da sola. Ma, nonostante tutto, doveva provarci! Con un grido disperato, lanciò alla piccola un Avada Kedavra, ma lei fu più svelta: - EXPELLIARMUS!!!
Disarmata, Jadis si sentì di nuovo con le spalle al muro. Rivide le fauci di Aslan che si spalancavano davanti a lei.
- Tu... Non avrai mai il coraggio di uccidermi... Sei troppo buona... e stupida!
Lucy abbassò la lama. Odiava quella strega più di chiunque altro. Ma diventare un'assassina l'avrebbe resa tale e quale a lei. Incrociò lo sguardo di Jadis e non vide quello che si aspettava. I suoi occhi erano vuoti, spenti. Lei non poteva morire. Lei era già morta. Il suo ritorno non era che un'illusione. E, ora che il suo sogno era andato in frantumi, la Strega Bianca non desiderava altro che vederlo finire. Prima che la bambina potesse accorgersi di cosa stava accadendo, Jadis corse verso di lei, puntando dritto alla lama della spada. L'impatto fece crollare tutte e due a terra. La piccola sbatté la testa violentemente, ma, un attimo prima di perdere i sensi, riuscì a sentire il flebile sussurro di un fantasma che andava lentamente in frantumi: - Io... volevo solo essere felice... padre.

Lasciatemi dire che ci ho messo poco, a scrivere questo capitolo, ma il fatto è che ci ho messo mesi a ritrovare l'ispirazione! 😅😅😅 Comunque, devo dire che mi ritengo soddisfattə. Da questo capitolo, penso che ormai l'avrete capito chi è il mio personaggio preferito... Non vedevo l'ora di darle il suo momento di gloria! 😄😄😄😍😍😍

Ad ogni modo, spero che il capitolo vi sia piaciuto (e che la spiegazione del perché Lucy parli il serpentese regga abbastanza 😅). Onestamente, non mi sembra vero di essere arrivatə alla fine! E questo è stato grazie a voi. Se fosse stato per me, avrei abbandonato questo progetto già da tempo, penso di averlo già detto. Per cui, grazie ancora per il vostro sostegno e la vostra... ehm... pazienza! 😅😂😉😊

L'epilogo, come ho detto, l'ho già scritto. Il tempo di riguardarci un po' (e decidere a chi far vincere la Coppa delle Case... 😏😏😏) e pubblico anche quello. A presto, dunque! 😃😃😃 E ovviamente....

EXPELLIARMUS!!! ⚡⚡⚡⚡

(Dai, onestamente: che incantesimo poteva mai usare, la protagonista di una ff su Harry Potter, se non quello?! 😂😂😂😂)



I Quattro Re a Hogwarts: Il ritorno di JadisWhere stories live. Discover now