Capitolo 5

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La vita è questa.
Nulla è facile.
Niente è impossibile.
~Anonimo
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-Signore!- Un soldato entra, spalancando la porta e disturbando quella poca pace che si era creata intorno allo studio in cui stavo

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-Signore!-
Un soldato entra, spalancando la porta e disturbando quella poca pace che si era creata intorno allo studio in cui stavo.
Mi girai lentamente, guardandolo mentre, con gesti impacciati, ritornava in posizione.
Il caschetto era calato sulla sua fronte leggermente sporca, mentre quei pochi capelli che spuntavano da sotto di esso non avevano tanto l'aria pulita.
Sembravano fili di grano appassiti.
-Mi auguro per te soldato che sia importante- gli lancio un occhiata eloquente, e il suo sguardo si sposta, guardando il pavimento di legno lucido.
-L'ospite oggi era particolarmente acceso, ha rischiato di scappare.- disse flebilmente.
-Cazzo!- imprecai, sbattendo un pugno sul marmo della mia scrivania.
Merda!
Era mesi che non si muoveva. Rispondeva a monosillabi.
È successo qualcosa.
Cazzo!
-Dove sta!?- ringhiai. Terrorizzando il ragazzo.
Non avevo tempo per smancerie.
Non ne abbiamo mai avuto.
-A-abbiamo portato il s-soggetto in una cella isolata-
-Ci sono dei soldati a fare la guardia?- domando cercando di ritrovare la calma di poco fa.
-S-si-
-Quanti?- domandai impaziente.
-Tre-
Sgranai gli occhi.
Si sono bevuti il cervello?
-Solo?- lui annuì e mi alzai di scatto dalla sedia, rischiando di rovesciarla.
Ma non me ne fregava un cazzo.
-Siete forse impazziti?- sussurrai in preda alla rabbia. Avvicinandomi al soldato tremante -Sapete cosa è capace di fare-
Il soldato annuì freneticamente, mentre io imprecai ancora.
-Non c'è tempo. Portami da lei-
Il soldato sgattaiolo' fuori dalla porta e io lo seguii, cercando di respirare normalmente, e di sbollire la rabbia.
Ma non era solo rabbia. C'era anche lei..
La paura.
Ero sempre stato abituato ad avere tutto, mi consideravo fortunato.
Ma questo..
Questo va al di là della semplice fortuna.
Ho già tutto, ma voglio avere di più. Voglio che un domani si ricordino tutti di me. E per fare questo devo essere potente...
Il potere è la peggiore droga di ogni uomo esistente sulla terra. Ne hai un assaggio ma vuoi sempre di più.
Io ne ho avuto un assaggio. Ma non basta. Non mi basta.
-È qui-
Supero tre soldati, armati fino ai denti.
Ma so per certo che quelle armi non gli fanno niente.
È piu forte di qualsiasi cosa abbia visto.
E adesso ci sto di nuovo a due passi, separati da una porta blindata.
-Apritela- dico con voce ferma.
Non c'è tempo per le cazzate.
Il soldato tremante di prima digita un codice sul pannello di controllo posto a lato della porta grigia.
Come questo posto.
Entro finalmente nella stanza, che è circondata da pareti bianchissime. A lato c'è un materasso, e al centro della stanza c'è il motivo della mia rabbia e della mia paura.
Fissa la parete opposta a dove sta, ignorandomi completamente.
Come se realmente non fossi li.
A pochi metri da lei.
Ma lo so che sa che sono entrato.
Si è irrigidita impercettibilmente.
-Ti sei comportata male lo sai?- dico la prima cosa che mi viene in mente.
Perche come al solito lei è così bella che ti inibisce il pensiero.
È una fottuta lama a doppio taglio.
Il suo stesso aspetto è una bugia.
Lei è una bellissima bugia.
Ma continua a non proferire parola.
Fissa continuamente quel maledetto muro.
-Hai intenzione di non parlarmi come le bambine di 5 anni?-
So che è un vero colpo basso per lei. Ma dovevo farlo.
Si gira di scatto, facendomi pensare per un solo secondo che il collo le si sarebbe rotto.
Ma poi tutto viene spazzato via.
Quegli occhi. Quei maledettissimi occhi.
-Forse tu saresti l'unico che non dovrebbe parlare di queste cose.- sputa fuori con acidità.
Ma la sua voce musicale rimane sempre bellissima.
Cazzo!
Ritorna in te, te lo sta facendo a posta.
-Stai cercando di fottermi la testa per caso?-
Il suo mare limpido si scurisce, e arriccia il naso, infastidita.
-Non ne ho bisogno- aggiunge stizzita.
Incasso il colpo, cercando di pensare a tutto fuorché lei.
-Perché sei quasi fuggita?-
Si alza di scatto, camminando leggiadramente verso di me.
-Non puoi tenermi rinchiusa qui per sempre-
-Scommetti?- ghigno.
Prima che possa pensare ad altro lei è già vicinissima a me, e senza accorgermene mi tira una spinta che mi manda contro il muro. Facendomi cadere a terra.
-Io non ci crederei così tanto se fossi in te.-
La sua voce era tremendamente sicura.
E per un solo istante temetti di perderla.

Eeeeeeh ciao a tutttiiiiiiii ragazziii.
Sono tornataaah *si batte le mani da sola come una foca addomesticata*
Cosa combina questo Gustave mmh
Sembra che ci tiene un po' troppo a questa ragazza o come la chiamano "soggetto".
Ma cosa accadrà nel prossimo capitolo secondo voi?
Ricordatevi di mettere una stellina se il capitolo vi è piaciuto e semmai commentate per dirmi cosa ne pensate.
Ricordatevi di visitare la pagina instagram _inconceivable_9466 metterò tanti bei sondaggi, e vi terrò aggiornate.
Con questo mi volatizzo.
Ciauuuu
ELISABE07

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