Capitolo 3

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Perdona sempre i tuoi nemici; nulla li infastidisce così tanto.
~Oscar Wilde
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La ragazza si scosto' dalla parete su cui si era appoggiata, e lentamente venne verso di me

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La ragazza si scosto' dalla parete su cui si era appoggiata, e lentamente venne verso di me.
Aveva le movenze di un incantatore di serpenti. I suoi piedi sembravano quasi non toccare terra. Si muoveva come un essere leggiadro.
Eppure io sapevo, sentivo che era pericolosa.
Quasi non mi accorsi che era arrivata vicinissima alla barella su cui mi ero seduto.
-E cosi tu saresti il famoso Steven Fleyberg- disse con voce canzonatoria.
Mi stava squadrando con i suoi occhi, e proprio in quel momento notai che li aveva diversi. Uno marrone e uno grigio.
Eterocromia.
-Tu sai chi sono io ma io non so chi sei tu-
I suoi occhi cosi particolari indugiarono sui miei.
-Sono Maja-
La sua voce si fece piu suadente, e il mio corpo si ricoprì di brividi. Ma non erano di piacere.
Erano di paura.
Scossi la testa, turbato e confuso.
Perché il mio corpo reagiva cosi a lei? Perche' avevo paura di lei?
Scrutai il suo corpo, cercando di trovare in lei qualcosa di pericoloso.
Ma non c'era niente.
Eccetto un tatuaggio sul suo polso sinistro.
Un serpente che avvolgeva una mela intorno alle sue spire.
La mia vista si appanno' di nuovo, e strofinai le palpebre con il mio braccio.
-Perché sei qui?- la mia voce risuono' dura. Glaciale.
Come lo era la mia pelle in quel momento.
Lei alzò gli occhi al cielo, posando una sua mano sul fianco -Tu hai bisogno di me-
Strabuzzai gli occhi e scoppiai a ridere.
-Non ho bisogno di te-
Maja mi guardò, e sembrò che mi stesse leggendo nella mente. Come se potesse davvero farlo.
Mi sentii completamente nudo.
-Si invece- la sua mano dapprima posata sul fianco andò a immergersi nella sua chioma scura -E il fatto che tu sia ancora qui lo dimostra-
-Che vuoi dire?-
Da quando era entrata in questa stanza mi aveva completamente stravolto. E per una volta desiderai che quell'infermiera rimanesse piu del dovuto a cercare quelle cose.
Maja ghigno', compiaciuta dall'aver attirato finalmente la mia attenzione.
-Non dovresti stare qui Steven- il suo sguardo compiaciuto muto' in rabbia -Tu devi ascoltarla!-
Nei suoi occhi vidi un bagliore.
Era oscuro, profondo, tormentato.
Erano tenebre.
-Chi? Chi dovrei ascoltare?-
-Tu non capisci!- era completamente stravolta. Le piccole mani stringevano la sua testa, mentre muoveva le sue gambe snelle in preda a una crisi di nervi -Perché voi non capite mai niente? Razza di dementi!-
Mi prese per la giacchetta che indossavo e mi spinse verso il suo viso -Devi...-
-Signorina Lorenne!-
Maja si bloccò, girandosi lentamente e maccanicamente verso la signora Stone, che stava a pochi metri da noi con degli attrezzi in mano e l'occhiata ammonitrice diretta alla ragazza al mio fianco.
-Az, quanto tempo- le dita di Maja si staccarono dal mio giacchetto, e si girò totalmente verso di lei.
Az?
Per quanto ne sapevo l'infermiera si chiamava Willa.
Quell' Az non c'entrava niente.
L'infermiera la trucido' con le sue iridi color nocciola.
-Per te sono solo la signora Stone, ora fila via di qui- disse glaciale.
La risata di Maja fu inaspettata.
Era fredda, priva di qualsiasi calore.
-Proprio tu dai degli ordini a me?-
Non potevo vederla in faccia, ma dal tono che aveva sicuramente stava ghignando.
-Esci immediatamente. Non lo ripeterò un'altra volta- sibilo' Willa.
Ma le sue minacce andarono ancora una volta a vuoto.
-Altrimenti? Tanto all'Inferno ci sono già!-
Giurai di aver visto negli occhi di Willa una scintilla pericolosa.
Stava dannatamente facendo sul serio.
L'aria sembrò essere diventata improvvisamente pesante.
La pelle mi formicolava, preda di un energia invisibile.
Non sapevo cosa stava succedendo, ma nel momento in cui Maja si spostò completamente da me le mie forze mi abbandonarono e crollai sulla barella, incapace di fare nient'altro eccetto chiudere gli occhi e lasciarmi trascinare nell'oblio.
Un oblio che conoscevo bene.
Un oblio che mi aveva fatto compagnia per bene 3 anni.

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