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\\Will's pov\\

<<Mamma sto uscendo.>>
<<Dove vai?>>
<<Al parco.>>
<<A fare cosa William? Ci vai ogni dannato giorno anche per più volte. Mi ha stufato questa storia. Tu nascondi qualcosa e smettila di mentirmi.>>
<<Mamma ho un appuntamento in realtà...>>
<<Con...?>>
<<Un ragazzo.>>
Abbasso lo sguardo. Mi vergogno per quello che sono davanti a mia madre. Lei lo aveva già capito tempo fa e mi ha anche picchiato per questo. Mi ha anche costretto a trovarmi una ragazza così dal nulla e io ho dovuto subirlo senza lamentarmene ma nonostante la vergogna...Io volevo essere me stesso e pensare di essere bloccato da lei, mi dava sui nervi in quel momento...Io volevo vedere Nico, frequentarlo più in avanti, guardarlo mentre arrossisce a un mio complimento o quando mette il broncio per poi urlarmi qualche insulto, volevo stare insieme a Nico in tutti i sensi e diamine, odiavo l'essere bloccato, il non poter vivere liberamente la mia sessualità, esprimere i miei sentimenti, perché oltre mia madre, anche a scuola avrebbero potuto avere da ridire e io era stanco, stanco di fingermi etero, stanco di essere popolare per far finta di non essere solo e stanco di non poter avere la possibilità di conoscere Nico al meglio, d'altronde ormai, era proprio la mia cotta.

Mi colpisce con un sonoro schiaffo la guancia, riportandomi alla dura realtà, mi diventa rossa
all'instante e questo mi fa portare instintivamente una mano alla guancia.
<<William mi fai schifo. Sei un errore sai? Ha fatto bene papà ad abbandonarci. Non meriti di vivere. Soprattutto per l'errore che sei. Ho cercato di correggerti, di farti tornare normale e non farti prendere da certi pensieri sbagliati ma tu proprio non ce la fai.>>
Questo è quello che mi fa più male. Fa più male di qualsiasi cosa sentirsi dire dalla propria madre tutto ciò.
<<Mamma...>> dico tra le lacrime.
<<No William, non chiamarmi così!
Ora va via. Per sempre.>>
Abbasso lo sguardo.
Era inutile con lei, quella donna, voleva avere ragione su qualsiasi cosa nonostante anche lei facesse errori.
Strascico un "vaffanculo" prima di andare in camera mia e fare le valigie.
Prendo tutto quello che c'era da prendere, vestiti, scarpe, occhiali da sole e poso tutto dentro la valigia. Sapevo dove andare.

• • •

Non ero riuscito a fare in tempo ad avvisare Nico anche perché...non avevo il suo numero e le volte in cui comunicavamo era su un fogliettino alla fine e in quel momento, alle 16, andare al parco, per magari ricevere della rabbia da parte del minore non mi andava...gli avrei parlato a scuola, una volta riordinati i pensieri e una volta che mi sistemerò altrove...speravo solo che...Nico Bè non se la prendesse e che capisse i miei motivi o che almeno mi stesse ad ascoltare, era stata dura vivere quei anni con mia madre, senza mai avere il coraggio di ribellarmi, di dirle di smetterla di ferirmi, ottenendo sempre i risultati peggiori, non avevo mai saputo essere crudele.

• • •

Quando arrivo davanti alla porta di quell'indirizzo che mi ero prefissato, rimango a fissare la porta per qualche minuto, indeciso sul da farsi, ma poi finalmente suono, mentre il sorriso di mia zia si fa largo sul suo viso, somiglia così tanto a me e a mio padre...

<<Will!>>

Spazio me:
Okay. Sì, mi spiace aver fatto passare così tanto tempo e grazie per i commenti e se state ancora seguendo questa storia, diciamo che ho avuto un po' un blocco avendo anche molti compiti da fare e poca voglia di scrivere. La storia sta per finire ma ormai dopo due anni e mezzo ci sta dai HAHAH.
Stavolta cercherò davvero di aggiornerò presto, scusate e grazie per ogni stellina e commento <3.

Era Destino \\SolangeloWhere stories live. Discover now