2 - Dove sono abbastanza confusa di mio

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2 - Dove sono abbastanza confusa di mio

Forse avrete difficoltà a crederci, ma ero abituata alle esplosioni. Di solito ero io stessa a provocarle, o se Percy era nei paraggi c'era una buona probabilità che fosse colpa sua. Anche se stavolta mi era sembrato che fossimo stati piuttosto bravi, il multisala saltò in aria con un boato assordante. Il pavimento si frantumò sotto i nostri piedi, le pareti vibrarono fino all'inverosimile e ovviamente tutto prese fuoco.

Le uniche armi che avevo a disposizione erano un pugnale e una lira - e non credo servisse dire quanto fossero inutili contro un incendio. Percy non era in condizioni migliori. Si rigirava Vortice tra le mani senza sapere cosa fare. Probabilmente non era il momento migliore per mettersi a riflettere sull'accaduto, ma per evitare di andare nel panico cominciai ad elaborare gli avvenimenti, tanto per tenere la testa occupata. La rassegna estiva di film sulla mitologia greca era una farsa, assodato. Orfeo aveva provato ad ucciderci, assodato anche questo; solo che a quanto mi risultava Orfeo era un semidio buono. Certo un po' depresso, ma buono. Di immortales, e poi che c'entrava l'esplosione del multisala?

― Percy, fa qualcosa!

Le fiamme si stavano propagando, passavano di poltroncina in poltroncina con una velocità sorprendente. Non volevo scoprire per quale miracolo il soffitto stesse ancora al suo posto.

― Non c'è acqua nei paraggi ― disse Percy. ― Non posso fare niente!

"Oh, sì che puoi", pensai. A volte non avrei voluto essere una figlia di Atena, dico sul serio. Odiavo le mie idee geniali.

― L'impianto fognario!

Percy mi guardò palesemente sorpreso. ― Cosa?

Un boato tremendo scosse la sala. L'incendio aveva attaccato anche il telo dello schermo, ma feci appena in tempo a notarlo che mi ritrovai a dover fronteggiare qualcosa di peggiore: un pezzo di soffitto. Avevo cantato vittoria troppo presto, e le mie aspettative sulla validità architettonica del multisala erano state di gran lunga tradite. Rotolai per terra, cercai di rimanere viva, e in qualche modo ci riuscii.

― Le fogne, Percy! Fai scoppiare le fogne!

Sapevo che era un'idea terribile. Nessuno avrebbe mai voluto fare una nuotata nell'acqua delle fogne di tutto l'Upper East Side, ma era questione di vita o di morte. "E poi il fiume Hudson non sarebbe stato molto più igienico", mi dissi.

Con le ginocchia a terra, sentii ciò che restava del pavimento tremare. Non avevo dubbi sulle capacità di Percy di invocare fonti d'acqua a piacimento, ma questo non mi impedì comunque di temere il peggio.

L'intero sistema fognario dell'Upper East Side di New York esplose sotto di me. "Due esplosioni in meno di cinque minuti", pensai. "Nuovo record"

L'acqua - o qualunque cosa fosse quella melma oleosa dall'odore rivoltante - divampò dalle crepe che si erano formate sul pavimento con una forza devastante. Tanti piccoli e potenti geyser fognari presero a zampillare dappertutto. Feci un respiro e provai a rimettermi in piedi. Poco lontano, lungo il corridoio laterale della sala, più o meno all'altezza della fila F, Percy teneva gli occhi chiusi e le mani aperte contro il pavimento. Aveva un'espressione talmente seria che non sembrava nemmeno lui. Non chiedevo quasi mai il suo aiuto, ma questo genere di lavoro di squadra funzionava abbastanza. Io la mente, lui il braccio. Anche perché se proprio dovevamo rischiare la pelle per qualche idea stupida, preferivo che fosse una delle mie. Incredibile a dirsi, le fogne di New York ci salvarono. I geyser urbani domarono rapidamente l'incendio. Mi sentivo come una reduce da una guerra nucleare. Le poltroncine fumanti e carbonizzate rendevano molto bene l'idea di un campo battaglia appena abbandonato, in effetti.

Annabeth Chase e il flagello di AdeWhere stories live. Discover now