Ricordi

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"Scott" sussurro prima di cadere in un confortante oblio.

Quando riprendo conoscenza cado nel caos. Sento i paramedici elencare tutte le mie ferite mentre trascinano la mia barella non so dove.

Cerco di aprire gli occhi e, al mio insuccesso, rantolo per dar segno del mio risveglio.

"Resisti, Emma. Sei al sicuro ora" mi dice la voce della mamma, accarezzandomi i capelli, ma non resisto tanto prima di ricadere nell'oblio.

Sono arrivata a Las Vegas da due settimane e già tutte le creature sovrannaturali del posto mi conoscono e mi temono. Mi piace ed ormai solo questo conta per me.

Sono ad uno dei numerosi disco bar della metropoli e al mio fianco c'è Trevor. E' un licantropo nerd e idiota che mi offre vitto e alloggio gratis. Penso che abbia una cotta per me e questo mi diverte. Non mi importa assolutamente nulla di lui, anche se in questi pochi mi ha salvato l'osso del collo parecchie volte. Ecco perché non me ne sono ancora liberata.

"Dovresti essere più gentile, sai? Si ottengono molte più cose con la gentilezza" mi riprende lui mentre io, solo sbattendo un pugno sul bancone, ottengo un altro bicchiere di bourbon.

Bevendo il bicchiere tutto d'un sorso, ribatto con un pigro "Non mi importa"

"Te lo ricordi, vero, che non ti puoi ubriacare?" domanda lui imperterrito come se fosse mia madre.

Sbuffando dico "Trevor, perchè non vai a farti un giro e mi lasci in pace?"

Dopo una risata divertita il ragazzo dice "Non sopravvivresti un minuto senza di me"

"Non ne sarei così sicuro, se fossi in te" dico dirigendomi, senza pagare, all'uscita.

Dopo un minuto di silenzio, la voce del lupo interrompe la pace, dicendo "Non ci conviene restare qua fuori. Di notte qua pulula di cacciatori. Meglio tornare a casa."

"No. Io ho voglia di fare serata. Non mi va di andare a casa a dormire come i vecchietti di sessant'anni... e te" ribatto prontamente io già annoiata della sua presenza.

"Possiamo aggiungerci anche noi alla festa?" chiede una voce maschile alle mie spalle.

Appena mi giro, sbuffo spazientita. Due uomini robusti tengono immobilizzato Trevor, minacciando di tagliargli la gola con un coltellino svizzero.

"Emma Mccall. Credevo fossi solo una leggenda. Anche tuo fratello Scott è qui con te?" chiede l'ormai palese cacciatore, sicuro di avermi in pugno.

Alzando un sopracciglio scettica controbatto "Se tu credi che solo perché hai quello lì come ostaggio io parli, sei un vero idiota"

"Come ti permetti ragazzina?!"ribatte il compagno del cacciatore, rimasto in silenzio fino ad ora.

Io non rispondo, facendo brillare solo i miei occhi verdi come ammonimento.

Il tizio subito si zittisce, lasciando parlare quello che si presume essere il capo.

Con in faccia un sorriso falso, l'uomo dice "Non vogliamo combattere. Vogliamo solo presentarvi altre persone"

"Ho un'idea migliore. Perchè non presentate queste suddette persone al mio amico e a me lasciate in pace a vivere la mia tranquillissima vita?" chiedo io stufa di tutto questo teatrino.

"Mmm... sarebbe più carino se venissi anche tu sai? Sei più preziosa" cerca di incantarmi lui.

"Ho altri programmi per oggi. Magari la prossima volta, eh?" propongo io. Poi rigendomi verso la strada principale saluto "E' stato un piacere conoscervi. Addio, Trevor"

Emma Mccall-Senior YearWhere stories live. Discover now