Capitolo XII

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Arrivo col fiatone alla piazza del mercato e, appena giunta, Robb si dirige frettolosamente verso di me e Jon, guardandoci stranito.
«Come mai così contenti tutti e due? È successo qualcosa?»
Jon si allontana senza dire nulla, mentre io rispondo: «Solite cose. Come sei elegante, lord Robb.» fingo un inchino, provocando la sua risata.
«Ti ringrazio. Ottimo abito, mia lady.»
Io mi guardo e sorrido.
Lady e lord Stark sono già lì, assieme ai cinque figli e Ghis. Mi posiziono accanto a lei, che mi sorride affetuosamente.
Le porte si aprono: il re è arrivato.
Seguito e preceduto da tanti uomini, si tratta di un grasso uomo dai capelli lunghi e neri come la pece. Insomma, proprio come lo avevo immaginato, a differenza della regina. Lei è molto più bella di come me l'aspettavo: porta i suoi bellissimi e lunghi capelli biondi acconciati in una maniera mai vista prima d'ora, e il suo vestito per niente simile a quelli del Nord.
Dietro la regina c'è il loro figlio maggiore: decisamente uguale a sua madre, non vedo una sola cosa che abbia in comune con suo padre. Al passaggio di quest'ultimo, noto che Sansa rimane come incantata. Che c'è? Le piace già?
Appena il re scende da cavallo, noi ci inchiniamo tutti. Si ferma davanti a Eddard e gli fa segno di alzarsi. Appena il lord di Grande Inverno si alza, noi ci alziamo assieme a lui.
«Sei più grasso.»
Eddard lo guarda, senza proferire parola. Il re ride, contagiando anche lui. Infine si abbracciano affettuosamente.
Fatto ciò, il re dei Sette Regni abbraccia lady Catelyn e scompiglia i capelli del piccolo Rickon.
«Tu sei Robb.» gli tende la mano.
«Che bella fanciulla abbiamo qui.» si riferisce a Sansa.
«Uh, qual è il tuo nome, ragazzina?»
«Arya.» gli risponde lei.
«Mostrami i muscoli.» Bran scopre le braccia, il re ride: «diventerai un forte guerriero, piccolo.»
Appena arrivato il mio turno e a quello di Ghis, lord Eddard si avvicina a noi.
«Lei è Ghis, la figlia di mio fratello Brandon, e lei è Chantelle, secondogenita di Robett Glover.»
A Ghis rivolge un sorriso accennato, mentre a me...
A me ha rivolto uno sguardo stranito, non smette di osservare i miei occhi e i miei capelli. Non so cosa volesse o pensasse, so solo che mi sono sentita a disagio, anche troppo.

«Ned, andiamo nelle cripte per rivolgerle i miei saluti.»
«Mio amato, siamo in viaggio da un mese. I morti possono aspettare.» interviene la regina, ma re Robert non l'ascolta, e assieme a Lord Stark si avvia verso le cripte.
Nel frattempo Jon mi si avvicina:
«Cerca di non ubriacarti durante il banchetto.» ridacchia.
«Ma chi? Io?»
«Meglio ricordartelo. Fai la brava.» Dopo un po' si allontana, lasciandomi assieme a Ghis.

***

Il banchetto è inziato da un po' di tempo: sono seduta accanto a Sansa ed è indescrivibile la noia che provo. Ogni volta che Joffrey, il figlio maggiore del re, le rivolge un'occhiata, mi chiama e me lo riferisce. Come se me ne importasse minimamente...

Improvvisamente tutto il fracasso causato da vocii si placa: i musicisti hanno iniziato a suonare. Non che questo riesca a porre fine alla mia noia, eh.
«Allora, hai intenzione di stare col broncio tutta la sera?»
alzo lo sguardo, senza cambiare minimamente la mia espressione.
«Non ho il broncio, Robb, sono solo leggermente annoiata.»
«Leggermente, ci credo.» ride lui, poi mi porge una mano. «Posso avere l'onore di ballare con te, mia lady?»
Per un momento alzo la testa, come sorpresa. Ballare? Ma io non so ballare.
«Non ho idea di come si balli.» poggio nuovamente il mio gomito sul tavolo e adagio la guancia sul mio pugno.
Robb, sempre ridente, avvolge la sua mano sul pugno sul quale ero poggiata e lo fa scivolare delicatamente sulla mia guancia; mi ritrovo subito con le dita intrecciate con le sue. Mi guarda negli occhi come per chiedermi il consenso ed io annuisco quasi subito, accennando un piccolo sorriso. Mi fa alzare e indietreggia ancora un po' verso il centro della sala, più o meno davanti lady Catelyn e alla regina Cersei. Mi attira velocemente a sé, prende le mie braccia e le avvolge dietro il suo stesso collo, poi mette le sue mani sulla mia vita. Al primo suo tocco rabbrividisco: non mi era mai capitata una situazione simile e credo di essere giusto un tantino in imbarazzo.
«Tutto bene?» mi sussurra all'orecchio. Realizzo solo adesso quanto i nostri visi siano vicini.
«Tutto bene.» gli ripeto, sorridendogli.
I suoi piedi si muovono a ritmo ed io provo a seguirli, anche se non sempre riesco. Mano a mano sbaglio sempre meno, sempre meno, sempre meno...
Ogni tanto lo vedo sorridere mentre mi guarda concentrata a non errare nuovamente.
Sento come se tutto intorno a noi non importasse più, come se non ci fosse più nessuno, come se fossimo soltanto io e lui. Soltanto noi. Robb è l'amico migliore che ogni ragazza possa mai desiderare. Da quando è morto mio padre non fa altro che distrarmi provando a farmi ridere (riuscendoci anche) e coinvolgendomi in ogni cosa che fa. Ciò non mi rende altro che felicissima.

Il re interrompe la musica, e noi, come tutti, ci fermiamo. Lord Eddard si alza dal tavolo in procinto di un discorso:
«Sono lieto di annunciarvi che domani io, le mie figlie, mia nipote e la signorina Glover partiremo per Approdo del Re, dove svolgerò l'onorevole incarico del Primo Cavaliere del Re.»
Nella sala si scatenano urla di gioia, applausi e suoni di calici tintinnanti urtati tra loro. Non so se essere felice per loro o meno: mi tocca rimanere qui con Theon, Robb e Jon, e forse con lady Catelyn. Ma io non voglio stare qui al Nord per tutta la mia vita, no. Io voglio viaggiare, esplorare, scoprire cose nuove...
Ma io non rimarrò qui, lo giuro. Cercherò gli ultimi due Targaryen rimasti in vita, li troverò e scoprirò chi è Camerys e cosa c'entri con me. Impresa troppo facile detta così? Beh, forse.
«È stato fantastico, Robb, grazie davvero.» gli sorrido e mi stacco da lui.
Dopo un po' esco dalla sala, provando a non farmi vedere da nessuno: vado da Jon e gli propongo questa mia idea.
Lo trovo subito. È nel cortile di Grande Inverno, intento a pulire la sua spada, seduto su uno dei muretti. Si accorge subito della mia presenza.
«Devo parlarti.»
«Anch'io.» mi dice lui, con tono abbastanza serio. «Ma dimmi prima tu.»
«Voglio scappare.» Jon mi guarda e scoppia a ridere.
«Sì certo. E dove vorresti andare?»
«A Pentos, oltre il Mare Stretto.»
Diventa nuovamente serio. «A Pentos? Pentos è ad Essos, oltre il Mare Stretto sta a significare nell'altro continente.»
«Lo so, credi non lo sappia?»
«Cosa devi andare a fare a Pentos?»
«Sono lì gli ultimi due Targaryen vivi, gli chiederò informazioni.»
«Su cosa? Su Camerys? Credi davvero che daranno informazioni ad una perfetta sconosciuta? Poi sai quanto potrebbe essere pericoloso il viaggio?»
Io sbuffo e mi siedo accanto a lui.
«Tu invece cos'hai da dirmi?»
Jon posa la spada e mi guarda: «Mi unirò ai Guardiani della Notte.»
I Guardiani della Notte? Quelli che stanno ancora più al Nord? Quelli alla Barriera?
«Oh, certo, e credi che quello non sia pericoloso!?»
«Almeno lì non ci sono distinzioni tra bastardi e figli legittimi. Potrei vivere in pace.»
«Jon, ti prego, pensaci su.»
«Io sono sicuro, io ci vado.»
«Ma si può sapere chi ti ha messo questa pulce in testa?»
«Mio zio, ma non ha importanza, domani all'alba parto.»
«Jon, dovrai rimanere tutta la vita lissù.»
«Sì, altrimenti mi decapiterebbero, perché sarei un disertore, e ai disertori spetta soltanto la morte.»
«Lasciami venire con te almeno.»
«Non puoi, una donna non può unirsi ai Guardiani della Notte.»
I miei occhi si riempiono di lacrime, non l'avrei rivisto mai più.
«Come farò adesso...» sussurro tra me e me.
«Hai Robb, o mi sbaglio?»
Con questa frase mi ha proprio spiazzata. Non è nemmeno ironico, ha avuto un tono troppo diffidente.
«Ma sei serio? Con chi ho parlato secondo te di quella lettera? Di Camerys? Ti risulta che ne abbia parlato con Robb?»
«Beh, avresti potuto, visto che siete molto affiatati.»
«Ma non vuol dire niente! Sei tu quello con cui ne ho parlato, non Robb!»
Jon si alza, alzando anche la voce.
«Vi ho visti prima dalla finestra mentre ballavate. Credi che io debba preoccuparmi per te e per quella stupida lettera mentre tu e lui vi divertite così? Ti sbagli di grosso.»
«Robb mi stava soltanto aiutando, sai che periodo strano è per me!» incrocio le braccia «E poi si può sapere cosa te ne importa?»
Jon mi interrompe più o meno subito: «Addio, Chantelle.» e si allontana.
Sono decisamente confusa. Non riesco a capire il motivo di quei suoi comportamenti così... strambi.
Corro verso la mia stanza. Appena arrivata dentro chiudo la porta, apro uno dei miei cassetti e prendo la pagina dell'albero genealogico dei Targaryen che aveva strappato Jon da un libro in biblioteca. Gli do un'occhiata: fisso continuamente quel nome, Camerys Targaryen. Poi cerco sui cassetti quella lettera. Dopo un paio di minuti la trovo, finalmente posso leggerla al completo.

Tengo ad assicurarmi che Camerys di casa Targaryen, prima del suo nome, nata il 284esimo anno dopo la Conquista del Continente Occidentale, sia giunta nelle vostre mani.
In nome di Viserys III Targaryen, legittimo erede al Trono di Spade, ordino che la piccola venga trattata come si deve e che venga cresciuta come componente di casa Glover.
Distinti saluti.
Illyrio Mopatis, magistro della città libera di Pentos.

Roccia del Drago, 284 C.O

284esimo anno.
Io sono nata il 284esimo anno.
Ma sarà un caso, non può essere, ripeto. Arrotolo nuovamente la lettera su di essa e la chiudo con un elastico, riprendo il foglio dell'albero genealogico ed entrambi li metto all'interno della prima borsa che trovo per la stanza. Domani voglio partire per Pentos e ciò mi è necessario. Voglio rimanere al Nord ancora meno di prima.
Mi metto sul letto, sentendo ancora la musica del banchetto, e addormentandomi rapidamente: dovrò incamminarmi presto.

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