Capitolo XI

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Poso la pergamena in uno dei cassetti ed esco dalla stanza correndo verso la sala pranzo: lady Catelyn ci ha chiamati tutti, chissà che vuole dirci. Ho una strana sensazione di essere in ritardo...
Apro la porta tutt'altro che delicatamente.
«Scusatemi. Mio signore, mia signora.» abbasso leggermente la testa e, quando lord Eddard mi fa cenno di accomodarmi, mi siedo tra Robb e Ghis, quest'ultima mi rivolge un sorriso. Erano già tutti presenti. Tutti tranne Jon. Mi guardo più di una volta intorno, aspettando il suo ingresso, che non arrivò mai.
Lady Catelyn fa un passo in avanti.
«Vi starete chiedendo come mai vi troviate qui. Beh, è giusto che voi tutti sappiate che il re, la regina e i loro tre figli a breve arriveranno al Nord, per una visita a Grande Inverno.»
Robert Baratheon. Avevo letto di lui. A quanto mi hanno detto è un vecchio grasso che pensa solo ad ubriacarsi. Non credo si tratti di un buon re.
«Dunque desidero che voi tutti iniziaste a darci una mano nei preparativi: l'importante è che sia tutto perfetto!»

Lady Catelyn continua a parlare, ma a dirla tutta non l'ascolto. L'assenza di Jon mi disturba parecchio.
Dopo aver spiegato l'ennesima cosa, la lady si avvicina a me, Arya, Sansa e Ghis, illustrandoci quello che avremmo dovuto fare.
Tra un segno d'euforia di Sansa e un lamento di Arya, siamo riuscite a portare il da fare a termine.

***

L'arrivo del re è previsto per oggi. In questi giorni non ho proprio visto Jon, anche se non mi sono soffermata a cercarlo.
Sansa prima mi aveva portato un abito, che adesso si trova adagiato sul mio letto: è di un colore verde molto molto molto chiaro avvolto da un coprispalle di pelle che avrei messo per proteggermi dalle rigide temperature del Nord.
Mi spoglio e indosso quel vestito, che non riesco a farmi piacere abbastanza da sentirmi a mio agio.
«Hey Chan, guarda che ho per te!»
mi giro: è Ghis, già tutta sistemata con in mano quattro rose bianche.
«Wow...»
«A cos'è riferito, a me o alle rose?» ride.
«Ad entrambe.» sorrido e mi avvicino a prendere una di quelle bellezze in mano, non badando alle spine e facendomi anche male.
Ghis ride: «Tieni, credo starebbero bene con questo.» mi indica il vestito.
Prende un piccolo coltello e, molto attentamente, taglia via tutte le spine, accorciando di un po' il corpo di ogni rosa. Io osservo ogni suo movimento concentrata.
«Ecco fatto! Oggi dovrai avere un'acconciatura perfetta.» Ghis mi fa sedere e inizia a lavorare. Dopo un paio di minuti, riesce a creare una serie di ciocche intrecciate tra loro stupenda. Per concludere, posiziona due delle quattro rose dietro il mio orecchio sinistro, e le altre due dal lato opposto.
«Grazie Ghis.» mi alzo e le stampo un bacio in guancia.

Esco dalla stanza e decido di andare finalmente a cercarlo. Sì, perché mi manca dannatamente. Non riesco a stare più di tre minuti senza pensare a lui, non riesco a non farmi perdere un battito quando pronunciano il suo nome. Credo di amarlo, credo di amare un bastardo a cui non interesso, un bastardo per il quale non potrei essere mai nient'altro che una conoscente. In più vorrei sapere perché non si è fatto nemmeno sentire. Mi dirigo verso la sua stanza.
Dopo aver bussato, Jon apre la porta.
Io sorrido. «Ciao.»
Lui ricambia il sorriso. «Sta a pennello con i tuoi occhi.» fa un cenno col capo sul mio vestito. «Entra pure.»
Mi accomodo. «Come mai non ti sei fatto vedere?»
«Sono un bastardo, Chantelle. Catelyn non vuole che io partecipi al banchetto. Che senso avrebbe avuto presentarsi durante i preparativi? Sarò presente soltanto all'arrivo del re, ma non mi farò vedere. Nient'altro.»
Ha un tono di voce triste e allo stesso tempo arrabbiato, quanto vorrei che venisse...
«Se vuoi rimango con te.»
Jon mi guarda sorpreso. «Cos'hai detto?»
«Ho detto che se ti dispiace stare da solo, rimango con te.»
Mi si avvicina, tenendomi per le spalle. «Sei forse impazzita, Chan? Tu devi andare, devi. Non dirlo nemmeno per scherzare, d'accordo?»
«Perché devo andare? Non sono nemmeno una Stark.»
Jon si stacca ma continua a guardarmi negli occhi. «Hai un abito che ti sta divinamente, non sprecarlo.» ridacchia, contagiandomi.
«Potrei usarlo in altre occasioni.»
«L'ho fatto fare per questa occasione, non per altre.»
Eh? L'ho fatto fare?
«Cosa vuol dire 'l'ho fatto fare'?» gli chiedo stupita.
Si siede accanto a me, con il sorriso stampato in viso. «Sai, ho chiesto a Sansa di far cucire a Catelyn un vestito in più. In verità nessuno sa, tranne me e Sansa, che questo vestito che hai indosso è opera mia. Se non fosse stato per me chissà che obbrobrio staresti indossando adesso!» non smette di ridere.
Io porto entrambe le mie mani alla bocca e rido assieme a lui, sono sorpresa, ma non dispiaciuta.
«Beh, allora ti ringrazio.» faccio un finto inchino e riprendo a ridere.
Jon mi guarda: «Ti prego, vacci.»
«Sicuro che non ti sentirai solo?»
«Non voglio che tu ti sia conciata così per stare nascosta. Sei bellissima oggi, Chan. Non voglio che la tua bellezza rimanga sigillata qui.»
Lo guardo negli occhi e accenno un sorriso. Non riesco a dire nulla, sono felice, e basta. Ci alziamo insieme e camminiamo verso il cortile, senza più proferirci parola. Noto che entrambi abbiamo il sorriso stampato in viso, ed io, improvvisamente, sembro felicissima di indossare quest'abito che tutt'un tratto sembra essere il mio preferito.

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