Capitolo 45

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Prima di iniziare vorrei dirvi due cose. La prima,mi scuso tantissimo per l'assenza. La seconda,ho fatto una fatica tremenda per scrivere questo capitolo,spero non lo troviate trattato in modo banale e ridicolo,ho fatto del mio meglio per non ferire La sensibilità di nessuno,cercando di mantenere un certo rispetto per i fatti che potrebbero essere realmente avvenuti.

Dopo il silenzioso tragitto in auto,quando siamo arrivati al comando non ce l'ho fatta,mi sono diretta immediatamente verso il primo ufficio che avesse la porta aperta e mi ci sono rinchiusa. Ziegler non ha fatto obiezioni,non uno sguardo. Con il petto che gli si alzava ripetutamente l'ho visto avvicinarsi a Kurt e poggiare il suo cappello sulla scrivania del ragazzo. Poi il ricordo di quello che era appena successo mi é balenato alla mente e la mia temporanea distrazione é stata rimossa dal ricordo.
Non so quante ore abbia trascorso in quell'ufficio,mi sono seduta a terra ai piedi di uno scrittoio e ho chiuso gli occhi.
Avrei voluto che il sonno si fosse impossessato prima di me,prima che vecchi ricordi riaffiorassero alla mente...

Gennaio 1940
Il vento pungente dell'inverno polacco mi fa rabbrividire nel mio cappotto. Sono soltanto le 5.00 del mattino,i lampioni del campo sono ancora accesi e illuminano la via esterna dalla quale sto entrando. Non riesco a capacitarmi ancora del fatto che io mi trovi qui,di quello che vedo ogni giorno e come reagisco. Questa realtà è crudele e io mi sento sua schiava e complice. Oggi finalmente,dopo mesi metterò fine a questo mio stato di obbedienza e farò ciò che mi detta il cuore. So già che cosa succederà,ma non mi importa delle conseguenze,sono pronta a tutto poiché soltanto così potrò sentirmi "libera".

Bambini dovete fare silenzio,ascoltatemi. Al mio segnale voi correrete dentro quell'edificio che fa angolo con gli uffici. Dopo circa una decina di minuti vi raggiungerò anche io. Mi raccomando,appena entrate non fate rumore,infilatevi subito nei carrelli con le stoffe pregiate,che nessuno dica una parola fino al mio arrivo,ci siamo intesi?
Annuiscono,fissandomi con i loro occhi diventati incredibilmente grandi per un visino così piccolo.

Guardo attentamente alla mia destra,nessuno.
Riesco a percepire i battiti del mio cuore,lo ammetto. Ho paura. Paura che qualcosa possa andare storto e che tutto finisca in modo tragico per quelle povere anime. Non voglio che ciò succeda,se sono qui e sto per fare quello che sto per fare é perché voglio evitare che la loro vita abbia una svolta così tragica. Non meritano tutto questo,nessuno di loro lo merita.
All'improvviso,vedo uscire qualcuno dall'edificio dove avevo detto ai bambini di andare. Per fortuna é soltanto una donna,che porta altre stoffe all'interno di due grossi Sacchi.non deve aver sospettato nulla,altrimenti sono sicura che avrebbe già preso provvedimenti. Chiude la porta alle sue spalle,con un tonfo sordo. E si incammina lentamente verso l'uscita.
Guardo per un'ultima volta se ci sia qualcuno,ma quando sento che è arrivato il momento giusto mi dirigo verso l'edificio. Apro lentamente la porta di legno,consumata a causa delle intemperie.
"Bambini..." alle mie parole vedo le loro testoline sbucare fuori dai carrelli con le stoffe.
"Sono arrivata. Adesso non dovete fare altro che aspettare qui fino a quando non vi porteranno via. Verrete messi su di un camion e da lì portati alla stazione più vicina. Restate sempre qui dentro. Non siate curiosi,potrete esserlo soltanto arrivati a destinazione. Vi ho portato qualcosa per il viaggio,mi raccomando di essere prudenti e di saper razionare bene il cibo,dovrà durarvi fino  al vostro arrivo."
Annuiscono lentamente,gli porgo i tre pacchetti che ho preparato e riesco a vedere sui loro volti un piccolo sorriso,che mi scalda il cuore.
"Quando arriverete alla stazione vi caricheranno su di un treno diretto a Berlino. Il viaggio sarà lungo,ma una volta arrivati ci sarà un addetto allo svuotamento dei vagoni,lui sa già che voi sarete lì. Vi porterà in salvo e vi nasconderà in una casa in campagna. Faremo di tutto per salvarvi."
Li vedo ascoltare attentamente le mie parole,spero ce la facciano.
"Siate coraggiosi,ma prudenti. Il mondo la fuori è crudele,voi potete ancora dimostrare di essere diversi,di essere veri."
Li abbraccio e con le lacrime agli occhi me ne vado,lasciandoli in preda al loro destino.

Berlino,ore 19.45
Sono stata svegliata da Kurt,mi trovavo a terra,sul pavimento.
Avrei preferito che non mi svegliasse,avrei preferito non sentirlo.
Quando mi ha visto in quelle condizioni é subito corso a chiamare Ziegler come se ormai fosse diventato il mio tutore e io debba dire tutto a lui e lui si dovrebbe prendere cura di me,ma io non ho bisogno delle sue cure,non ho bisogno della sua protezione e sopratutto,oggi ho capito che non ho bisogno di lui.
Ho chiesto a Kurt di mandarlo via,in un primo momento ha esitato,ma quando la mia richiesta si è fatta più severa,Ziegler é andato via.
"Signorina Ilse,si sente bene?"
Certo,come ci si sente quando ti calpestano il cuore e non si curano minimamente nel farlo,così mi sentivo.
"Cosa c'è Kurt,dimmi."
Sapevo che se Kurt era lì era perché c'era una ragione.
"Si in effetti,si tratta di vostra nonna. Mi rendo conto che non sono le condizioni giuste per dirvelo ma,É deceduta circa un quarto d'ora fa. É stato vostro padre a chiamare."
Silenzio.
Una lancia mi trafigge il cuore.
Poi ancora silenzio.
I miei occhi rimangono fissi in quelli di Kurt.
Mi alzo silenziosamente,esco dal comando e mi incammino verso la casa della mia infanzia,accompagnata dalla danza lenta e armoniosa dei delicati fiocchi di neve che ricoprono una Berlino stanca,in preda al male degli uomini,una Berlino che non é più la Berlino di un tempo.
Avrei preferito che non mi svegliasse,avrei preferito non sentirlo.
Ma anche questa volta,la vita mi aveva tolto qualcosa.

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Finalmente un nuovo capitolo! Scrivetemi cosa ne pensate☺️
Cosa pensate farà Ilse ora che pensa che Ziegler ha dimostrato ciò che É veramente?
Buona domenica,Lidia.

Eisblume •1 | COMPLETATA |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora