CAPITOLO 2

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La notte è trascorsa calma e silenziosa,una coltre bianca ha avvolto la città.

All'incirca verso le sei di mattina sono tornata a casa,dopo aver finito il mio turno. Guardo l'orologio appeso al muro in cucina,segna le 8:26,tra non meno di trenta minuti devo ritornare in ospedale.

Non riesco ad evitare di leggere il quotidiano che trovo come ogni mattina sullo zerbino davanti alla porta; il titolo di oggi trionfa con una perfetta calligrafia in gotico,"Il futuro della Germania",in prima pagina una foto della Hitlerjugend,ragazzini scelti in base alle proprio caratteristiche fisiche,tutti perfettamente in fila,nelle loro uniformi,con un sorriso a trentadue denti.

É proprio in momenti come questi che mi chiedo perché. Perché la mente umana riesce a diventare così perversa,senza un minimo d'animo?

Quello che facciamo,lo facciamo perla nostra patria!
Le parole di mio padre mi risuonano ancora in testa...

-Ilse!!- alzo lo sguardo dal giornale e davanti mi ritrovo la signora Bayer.
É una donna alquanto stancante,se le serve qualcosa non devi farti trovare mai nei paraggi...riesce a farti perdere pomeriggi interi anche se le serve soltanto un kilo di patate!

-buongiorno Frau Bayer,tutto bene?- noto che mi sta sorridendo,strano visto che non sorride neppure quando viene a trovarla il suo unico figlio.

-cara ragazza,le cose non vanno bene da molto ormai!- e figurarsi,ora ricomincerà con la storia della gamba e del cuore.
Qualche anno fa É caduta dai gradini dell'entrata,perché erano ghiacciati e lei aveva preferito salirli con indosso i tacchi.
Non riesco a capacitarmi della stupidità di certa gente in momenti come questi.

E per il cuore,beh É da
praticamente tutta la vita che soffre di attacchi.

Le rivolgo un sorriso,come per farle intendere che devo rientrare
-bene,le auguro una buona giornata,allora- mi volto e faccio per chiudere la porta,ma lei tenta di fermarmi,mettendo la mano nella piccola fessura.

- Aspetta!- riapro di poco la porta
-mi dica- la incito a parlare,ma lei sembra come indecisa de parlare o meno.

-Frau Bayer,non ho molto tempo,tra pochi minuti devo uscire e come vede non sono ancora pronta- cerco di velocizzare il più possibile la conversazione

-Beh,visto che stamani è così di fretta,volevo soltanto farle sapere che sua madre è passata proprio ieri sera e mi ha detto di dirle di richiamarla il più presto possibile,perché non riesce a contattarla- dopodiché fa per andarsene,così la ringrazio cordialmente e chiudo finalmente  la porta.

Vado subito in camera da letto,apro l'armadio e prendo la gonna bianca e il maglioncino di lana, anch'esso bianco.

Dopodiché bevo in fretta la tazza di the ormai freddo che avevo lasciato in cucina e vado in bagno per lavarmi i denti e sistemarmi i capelli.

Quando guardo l'orologio,mancano soltanto cinque minuti alle nove. In fretta e furia esco di casa e mi dirigo verso l'ospedale sulla mia bicicletta.
***
-Dov'è la vostra infermiera? É in ritardo di ben dieci minuti.- il maggiore si guarda l'orologio che tiene al polso

Non appena entro mi scuso,ma ne lui ne il dottor Franz sembra che abbiano voglia di scuse.

-Bene,possiamo cominciare da questa prima camerata- Franz si rivolge al maggiore,facendogli strada,io resto dietro di loro e nel frattempo nel corridoio riesco a scambiarmi qualche occhiata con Anna.

-signorina la smetta di guardare le sue colleghe e mi ascolti- il maggiore torna a rivolgermi la parola con quel tono scortese e sbrigativo.

-potrebbe ricordare al Dottor Becker da quanti giorni questo soldato si trova qui?- guardo il ragazzo sul letto e sinceramente non riesco a ricordare,così invento.

-quattro giorni- spero che questo possa aiutare il maggiore a passare oltre.

Non si possono salvare tutti,Ilse.
Mi ripeto mentalmente.

-maggiore,come lei ben sa,non riusciremo sicuramente a formare più di un gruppo di dieci persone-Franz continua a parlargli,cercando di mantenere la calma. Sappiamo tutti e due che questi uomini riescono a malapena a reggersi in piedi.

-ottimo,allora caro dottor Becker,troviamo subito questi soldati- la freddezza con cui pronuncia queste parole mi spiazza.
Come può permettersi di manovrare in questo modo le vite di centinaia di uomini?! Sono sicura che se a capo di questo ospedale ci fosse lui,non ne rimarrebbe nemmeno uno dei pazienti.

-maggiore,con tutto il rispetto,non credo che oggi riusciremo a formare un gruppo da spedire al fronte- le parole mi escono a raffica,ma in quel momento non provo nessun tipo di vergogna o timore nel pronunciarle,perché so che quello che sto difendendo ha una buona motivazione di essere difeso.

Il maggiore si volta indietro verso di me
-come ha detto,prego?- ora É arrabbiato,ne sono più che sicura;i denti stretti e lo sguardo fulmineo ne sono la prova.

-ho detto che oggi non riuscirete a trovare dei soldati idonei,poiché qui stanno tutti male.- la mia voce rimbomba nella grande camerata e alle mie spalle posso sentire gli sguardi dei soldati che non portano bende sugli occhi.

Chissà che cosa staranno pensando di me in questo momento...

-Dottor Becker,É vero quello che dice la signorina?- tiene le mani dietro la schiena e inclina leggermente la testa verso destra,dove si trova il dottore.

-Herr Kommandant,le persone che sono qui,ci sono per uno scopo preciso. Molti di loro non hanno più alcuni arti,altri hanno perso del tutto o stanno perdendo la vista...la situazione è critica.- abbassa lo sguardo;le sue parole mi hanno colpita,pensavo che si sarebbe mostrato molto più accondiscendente nei suoi confronti,ma così non è stato.

Il maggiore cammina verso la porta da cui siamo entrati ad un tratto si volta e scaraventa a terra delle scatolette di medicinali terminati.

Non ci vedo più dalla rabbia,solo perché ha raggiunto qualche obbiettivo nella sua vita si sente superiore a tutti?!

Franz è paralizzato dalla paura,non sa come reagire. In queste occasioni il lato riflessivo del mio carattere viene messo da parte dall'impulsività.

-Come si permette?!- dico incamminandomi verso il maggiore,mentre tengo il dito indice puntato verso di lui.

-questo è un luogo di riposo,i pazienti hanno bisogno di calma; no di certo di uno squilibrato che si lamenta per ogni cosa che va contro di lui e i suoi stupidi ideali!!!- sento soltanto il rumore dei miei tacchi rimbombare.

-lei,venga fuori,immediatamente!-inizia a camminare velocemente e così lo seguo. Non ho paura di quelli come lui. Sono fermamente convinta nei miei ideali,so tutto,tutto quello che succede là fuori e sinceramente non riesco a capire come faccia a sopportare ancora tutto questo. Perché non me ne vado? Perché?

Quando ormai siamo entrambi fuori dall'ospedale,faccio un profondo respiro;non riesco a contenere la mia rabbia.

-Ci tenevo a farle sapere che questo pomeriggio,come le avevo già detto ieri mattina,arriveranno altri treni. Abbiamo bisogno di posti liberi,perciò veda lei.- fece per andarsene,ma poi si voltò

-ah, e se fossi in lei,non esprimerei così chiaramente in pubblico le mie idee politiche; Il bosco è pieno di lupi.-

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Ecco il Secondo capitolo!!
Che cosa ne pensate? Lo scontro tra il maggiore e Ilse è abbastanza forte,ma era proprio così che lo volevo...spero vi sia piaciuto :)
XX lidia.

Eisblume •1 | COMPLETATA |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora