CAPITOLO 43

1.4K 79 16
                                    

Schegge di vetro mi colpiscono la schiena. L'autista blocca l'auto e si volta verso di me.
"Che cosa sta succedendo?" Domanda.
"Io..."
Qualcuno ci raggiunge e colpendo sulla portiera ci incita a scendere.
"Fuori! Immediatamente!"
Il cuore mi pulsa forte in petto,quasi da non farmi respirare; cosa mi invento adesso?
Scendiamo lentamente,entrambi spaventati. L'uomo mi guarda e poi ,senza nemmeno pensarci due volte mi punta la pistola alle spalle.
"A terra."
Eseguo il suo ordine,tenendo le mani alzate. Fa lo stesso con l'autista. Nel frattempo,vedo alcuni   degli invitati aprire il fuoco contro un gruppo di circa cinque persone.
Ma cosa diavolo stanno facendo?
"Il maggiore sarà felice di passare il resto della serata con voi due,sporchi traditori." Dice con tono disgustato. L'autista cerca di giustificarsi,spiegandogli che in realtà lui non centra nulla e che stava soltanto svolgendo il suo lavoro. Io invece,inizio già a pensare a ciò che mi spetta,trovando anche delle scuse plausibili da utilizzare in mio favore.
La schiena mi fa malissimo,sento le schegge andare sempre più in profondità.
Veniamo spintonati verso l'interno dell'hotel,gli spari continuano ad aumentare. Ora sono accorse più persone e l'unico suono che si percepisce oltre a quello dei proiettili è quello dei vari comandi.
Una volta all'interno,ci attendono sguardi curiosi e indagatori. Molti dei presenti si domandano che cosa stia succedendo.
L'uomo ci trascina in una stanza al piano terreno,proprio in quella dove qualche ora prima ho ammesso di provare dei sentimenti che vanno ben oltre l'amicizia...
Prende due sedie e le pone al centro,davanti alla scrivania. Ci fa sedere e ci ammanetta.
"Ora vado a chiamare il maggiore,se quando torno non vi trovo qui,consideratevi pure già morti." Ti prego,fa che non sia lui. Gli avevo detto che andavo a dormire e invece...
Lo fisso con sguardo di sfida,deglutendo a fatica.
Passano diversi minuti,l'autista comincia ad agitarsi ancora di più.
"Cosa ci faranno?" Dice,con voce tremolante.
"Non ne ho idea." E invece si,so che cosa succederà. Verremo etichettati entrambi come "traditori" e nella migliore delle ipotesi ci fucileranno.
Lo sapevi,sei stata troppo incauta.
La porta si apre,andando a sbattere contro la parete.
L'espressione di Ziegler cambia da soddisfatto a un misto tra rabbia e incomprensione,non appena mi vede seduta e ammanettata.
Entrambi entrano,chiudendosi la porta alle spalle.
Ziegler appoggia una mano alla parete,proprio davanti a noi,abbassa lo sguardo e lentamente,tira indietro delle ciocche di capelli ricadutegli sul viso.
"Dove hai detto che li hai trovati?" Domanda,continuando a non guardarmi.
"Appena fuori dall'hotel,maggiore. Stavano scappando; sicuramente sono coinvolti nella sparatoria."
Frederich non risponde,si avvicina al ragazzo e lo fissa per qualche istante.
"Hai idea di chi é lei?"
Gli chiede,indicandomi. Sento lo sguardo dell'autista su di me.
"N-no signore." Il ragazzo é in imbarazzo e considerato il tono poco gentile di Ziegler,é sicuramente spaventato di aver fatto qualcosa di sbagliato.
"É la figlia di Albert Hoffmann. Ora dimmi,secondo te,può essere coinvolta nella sparatoria?" Frederich  é arrabbiato,stringe la mandibola e i suoi occhi sono più taglienti del solito.
"Io non sapevo...davvero maggiore,mi scusi." Cerca di giustificarsi,imbarazzato.
"Non é a me che devi le tue scuse,ma a lei. E la prossima volta,prima di prendere e andare,aspetta gli altri. O si finisce per fare errori del genere."
Il ragazzo annuisce,come un bambino appena sgridato dalla mamma.
"Mi scusi signorina Hoffmann,sono mortificato."
Annuisco,seria.
"Ora togligli quelle manette,io devo occuparmi di cose più importanti."
Grazie Frederich.
"Subito signore."
"Quando hai finito vieni subito da me,ho del lavoro da affidarti."
Il suo tono é serio e freddo. Non mi ha degnata di uno sguardo da quando é entrato.
"Ah e la ragazza portala nella mia stanza."
Mai cantare vittoria troppo presto...
"Sarà fatto."
Una volta uscito,veniamo liberati e io vengo spostata nella sua camera.
"Aspettate qui."
Rispetto alla mia,non è molto diversa,tranne per una scrivania sotto la finestra.
Che cosa devo fare ora?

Dopo circa due ore,inizio a spazientirmi,la poltrona posta all'ingresso sta diventando scomoda e tutto quello che sono riuscita a vedere e a sentire da qua su,sono state soltanto le camionette che,incessantemente sono continuate ad arrivare in massa.
Mi alzo di scatto,dimenticandomi delle schegge ancora nella mia schiena,mi fanno dannatamente male. Vado in bagno,per cercare di capire la gravità della situazione,ma quando mi volto allo specchio,quasi mi manca il respiro,non mi ero resa conto di aver perso tutto questo sangue.
Apro in fretta il rubinetto del lavandino,bagnando la mano destra;devo assolutamente toglierle,altrimenti mi faranno infezione e Dio solo sa che cosa potrebbero causarmi.
Faccio per tirare dall'estremità che sporge in superficie,una scheggia vicino alla spalla,senza però grandi risultati. Infatti,cedo inspirando,come per trattenere il dolore.
"Ilse!" Eccolo che arriva. Mi volto di scatto,dando le spalle allo specchio e appoggiandomi al lavandino.
"Cosa stai facendo?" Frederich mi guarda come se fossi un'intrusa,eppure è strano visto che é stato lui ad obbligarmi a venire qui.
"Nulla." Mi trema la voce,deve notare la mia insicurezza e subito si avvicina. Mantiene il suo sguardo fisso nel mio,quando ad un tratto,l'immagine riflessa nello specchio mi tradisce.
"Perché non l'hai detto prima? Stai sanguinando e non poco..." dice,facendomi voltare. Posa le sue mani sulle mie spalle e subito,sento come una scintilla in tutto il mio corpo.
Abbasso lo sguardo e respiro intensamente,questa vicinanza non va bene.
Fa scorrere l'acqua calda della vasca da bagno,in silenzio seguo tutti i suoi movimenti.
"Dobbiamo sistemare queste ferite."
"Non voglio il tuo aiuto." Scatto senza pensarci due volte.
"Posso farcela da sola."
"Come ce la stavi facendo prima che io arrivassi?" Dice,con tono ironico.
"Sono solo ferite Ilse,ci vorrà poco."
Il briciolo di buon senso che mi rimane,mi dice che non è una buona idea e che dovrei farlo uscire senza ripensamenti,ma un'altra parte,quella della Ilse vulnerabile e difficile da controllare,mi suggerisce di lasciarlo fare.
"Però tengo il vestito."
Frederich inizia a ridere,allora lo spintono per farlo smettere,ma niente.
"Solo tu,Ilse puoi fare un bagno con indosso un vestito."
"E solo tu,Frederich puoi comportarti con così tanta prepotenza nei confronti di una ragazza." Mi fissa con un sorriso stampato in faccia,mentre entrò nella vasca.
L'acqua calda mi provoca la pelle d'oca su tutto il corpo.
"Ora stai ferma,ci metterò poco."
Frederich si abbassa in ginocchio e posa io gomito sinistro sul bordo della vasca.
Con il capo,mi fa un cenno,come per chiedermi se sono pronta. Ricambio e lentamente inizia a estrarre una delle tante schegge. Stringo forte i denti,ma quando tocca quella più vicino alla spina dorsale,mi aggrappo istintivamente al suo braccio,stringendolo forte. Si interrompe un attimo e mi guarda,poi all'improvviso la estrae completamente,facendomi gridare.
"Dovevi dirmelo!" Urlo poco dopo.
"Hai idea del male che fa?" Continuo,ma lui sembra non badare più di tanto alle mie lamentele.
"Ora lavati,quando avrai finito ti aspetto fuori,dobbiamo parlare."
Annuisco e anche se ancora indolenzita,cerco di sbrigarmi ;ho bisogno di sapere che cosa ha da dirmi,subito.

"Eccomi." Dico,chiudendo la porta. Lui é appoggiato alla scrivania e sembra pensieroso.
"Siediti." Indica il letto,così mi appoggio piano,come se avessi paura di toccare qualcosa di troppo personale.
"Quello che è successo stasera...posso avere la conferma che non centri nulla con te?" Una lancia mi trafigge il petto.
"Tu che cosa pensi?"
Esita un attimo,ma poi risponde.
"Non so più che cosa pensare ormai. Non sto dubitando dei tuoi sentimenti,ma di quello che ci circonda e di ciò che stiamo diventando. Io ti amo Ilse,ma lo vedi anche te che siamo costantemente messi l'uno contro l'altra."
Perché è tutto così complicato?
"So cosa vuoi dire,ma ti assicuro che non centro nulla." Dentro di me una sensazione strana si impossessa lentamente delle mie parole,la menzogna.
"Ne ero certo,ma sentirtelo dire é molto meglio che immaginarlo." Ora é rilassato e si é messo accanto a me.
"Ti posso fare una domanda?" Chiedo,guardandolo nei suoi occhi grigi come il cielo autunnale.
Acconsente con il capo,così continuo.
"Perché mi hai aiutata prima con quel ragazzo,anche se non sapevi se centravo realmente qualcosa con la sparatoria?"
Ci guardiamo,ma poi nel giro di pochi secondi,le sue labbra sono sulle mie,questa volta é un bacio diverso. Come se volesse gridare una verità nascosta,un amore troppo difficile e ostile,ma vero.
"Per questo."
Imbarazzata,lo allontano un attimo,catturata dalla realtà.
"Come faremo Frederich,insomma che cosa ci succederà?" Domando,quasi con le lacrime agli occhi.
"Staremo a vedere,nulla é certo in questo mondo,ma quello che provo per te lo é Ilse,lo é dal momento in cui sei piombata nella mia vita con il tuo caratterino e le tue convinzioni. Ti amo per ciò che sei e questa é la mia unica certezza ora."
Mi accarezza una guancia col pollice,sorridendomi. Mi sento terribilmente in ansia per ciò che in realtà nascondo,che cosa sto facendo? Anche se fosse vero quello che provo per lui,chi mi assicura che non metterà in pericolo nessuno?
"Dal momento in cui ti ho visto,ho subito provato odio per te,a causa di ciò a cui sei legato,ma ho capito che l'odio può mutare e a volte diventare qualcosa di immenso."
Ora le lacrime scorrono silenziose sulle mie guance.
"Shh,non fare così. L'importante è ciò che siamo ora." Mi abbraccia e mi lascio stringere tra le sue braccia,continuando il mio pianto silenzioso.
"Resta qui stanotte,non posso dormire con l'idea di non averti accanto,solo stanotte."
I miei sentimenti stanno prendendo troppo il sopravvento,ho paura per tutto ciò che stiamo diventando,ma allo stesso tempo sono curiosa ed emozionata.
"Solo stanotte."  Dico,stringendo la sua mano.

Prima di mettermi a letto,passò davanti la sua scrivania,notando qualcosa di troppo familiare.
"Che cos'è questo?" Dico prendendo in mano il volantino che abbiamo scritto io e Leonard. Se voglio che questo piano vada a buon fine senza vittime,devo reggere il gioco ed essere credibile.
"Propaganda.- segue un breve silenzio- non sei l'unica a pensarla diversamente a quanto pare." Forse spinto  dalla troppa pressione o dalla stanchezza,si appresta ad accendere una sigaretta. Ho imparato a capire che quando lo fa é per uno di questi due motivi.
Decido di terminare qui la conversazione,si è fatto troppo tardi e ora che la situazione si è calmata anche in strada,ho bisogno di dimenticare questa giornata il più in fretta possibile.

"Smettila di fumare,lo odio." Dico,sistemando bene il cuscino dietro la mia testa.
"Ci sono poche cose che non odi a questo mondo,lo sai vero?" Il suo tono di voce ora è alquanto irritante.
"Ci tieni ancora alla mia presenza qui? Altrimenti ci metti poco ad andarmene." La calma che fino a pochi minuti fa si era creata,viene distrutta da uno stupido battibecco.
"Non serve." Dice,posando la testa sul mio braccio.
"Bene,se la metti così." Faccio per alzarmi e andarmene,ma lui mi tira verso di se.
"Intendevo dire che non serve essere così scontrosa,perché tanto i miei sentimenti non cambiano. E se credi di ferirmi,beh ti sbagli,perché non è questa la strada corretta per farlo." Il suo tono calmo,riporta la tranquillità di prima.
"Ora sarà meglio dormire." Dice spegnendo la cicca in un posacenere sul comodino.
"Sei la prima donna che vedo dormire con un vestito da sera,non finisci mai di stupirmi." Ammette ridendo.
"E la prima che fa anche il bagno con un vestito." Dico facendo finta di vantarmi.
Scoppiano entrambi a ridere.
Spegniamo le luci,io mi sistemo meglio sotto le coperte.
"Buonanotte Eisblume."
"Buonanotte Frederich."

É l'inizio della fine.

//
Sera! Sono riuscita a pubblicare :)
Voglio sapere tutto ciò che pensate ;)
Buona serata,Lidia.

Eisblume •1 | COMPLETATA |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora