Da 'Astri Nascenti'... CamilleMemoir

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D: Ciao Camilla, prima di tutto grazie per aver accettato la nostra intervista e ancora complimenti per il premio!

Stai progettando o pensi di pubblicare una delle tue opere? L'essere donna è un fattore che può influenzare la propria carriera nell'editoria? Conosci qualcuno che ha pubblicato e ti riportato la sua esperienza?

R: Non sto esattamente progettando una pubblicazione. L'unica cosa che potrei progettare ora come ora sarebbe un'auto pubblicazione -magari su Amazon- che però è una manovra che personalmente non mi fa impazzire. Per quanto mi faccia impazzire comprare alcuni cartacei di alcune autrici che hanno deciso di auto pubblicarsi, non so come io in prima persona vivrei la cosa. Piuttosto mi piacerebbe almeno buttarmi e inviare qualcosa ad un editore, sfruttando un piccolo curriculum letterario che mi sono fatta negli anni, ma per adesso nessuna delle mie storie è neanche lontanamente vicina al poter essere proposta. Necessitano di una miriade di correzioni, revisioni e riscritture che ne avrò per anni, già lo so.
Non penso che l'essere donna possa influenzare ancora una carriera editoriale, alla fin fine i tempi di Jo e Piccole Donne li abbiamo fortunatamente superati. C'è però da dire che lo stereotipo classico dell'autrice donna in grado di scrivere solo romanzi rosa è qualcosa che persiste. Rispondendo anche alla domanda, non conoscendo personalmente nessuno che ha pubblicato con una casa editrice, però, non saprei quanto lo stereotipo sia tutt'ora radicato o meno

D: Passando alla tua vita quotidiana, se stata mai vittima o hai assistito a un un episodio misogino o antifemminista? Se sì, come hai reagito in quella circostanza?

R: Sono stata vittima di violenze in una relazione. Una tematica che tra l'altro è racchiusa in "Calliope - Il Rogo delle Anime", il motivo per il quale ho aderito alla compagna Writher. Per tre anni sono stata con un ragazzo violento che ha scardinato la mia libertà e la mia felicità. Ho trascritto dei trascorsi in questa storia sperando di trovare pace al rancore che porto e devo dire che sta funzionando, sebbene mi senta sempre molto sensibile a qualsiasi critica mi si rivolga sull'argomento. Vorrei accostare questi episodi ad atti di misoginia per il semplice fatto che mi venne negata ogni possibilità di restare realmente donna. Questo ragazzo pretendeva che trascurassi me stessa, il mio corpo e tutto ciò che avrebbe potuto esaltare la mia femminilità: era estremamente geloso e non voleva che nessuno potesse ancora vedermi per la ragazza che ero. Una gelosia a senso unico, come spesso accade, che ha portato me a vivere come prigioniera e lui ad essere totalmente libero di tradirmi. Dopo tre anni sono riuscita ad aprire gli occhi sulla situazione e, in seguito a svariati tentativi falliti, a staccarmi da lui.

D: Come influiscono le tue convinzioni nel tua vita di tutti i giorni? Come insegni/insegneresti ai tuoi figli il rispetto per la parità di genere? Come speri che cambi il mondo in questo frangente?

R: Le mie convinzioni sono molto pacifiche, non estremizzo in nessun senso e mi riesce piuttosto facile incastrarmi tra persone con ideologie diverse. Insegnerei ai miei figli con calma e ragione, come mi pongo in tutte le conversazioni che trattano d'argomenti più o meno affini: cerco di motivare le mie idee, dando loro delle basi e una logica che possono far vacillare la controparte. La cosa più importante che insegnerei loro è "non perdere tempo". Non vale la pena perdere tempo con chi non ascolta, si perde voce e pazienza. L'importante è rimanere calmi, aperti alle idee altrui, ma non rimanere preda della confusione. Imparare dagli altri, ma insegnare a propria volta, non limitandosi a scambi d'idee univoche e sterili.
Spero che il mondo la smetta di vedere o solo bianco o solo nero, che si smetta di dire "Non sono maschilista/femminista, MA [...]", che si aprano non solo le teste ma anche le orecchie. Sia uomini che donne hanno tanto da imparare gli uni dalle altre, perché da entrambe le parti ci sono degli atteggiamenti che rasentano la follia.

D: Hai consigli per i lettori e scrittori per scrivere su qualcosa che tratti il nostro tema?

R: Parlate di voi, parlate di qualcuno a voi vicino, oppure parlate semplicemente una tematica che vi sta a cuore. Non usate la violenza, o la forza di una madre single come cavillo narrativo, immergetevi nella tematica più che potete, fatela vostra. Solo così riuscirete comunicare qualcosa in più a chiunque arriverà a leggervi. Avrete modo di insegnare tanto a tutti i vostri lettori, si tratta di una grande responsabilità: non manifestate l'odio da nessuna delle due parti. Le parole sono molto potenti, lo sappiamo tutti perfettamente, ed utilizzare con leggerezza queste tematiche risulterebbe controproducente.

D: Grazie mille per il tempo che hai speso per noi Camilla, ti auguriamo mille di questi Wattys e 10 collane in pubblicazione, magari una tutta all'insegna di WritHer!

R: Grazie mille e un abbraccione a tutti!



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