Capitolo 36

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È la quinta volta che chiamo Ryan.
Ho un terribile deja vu.
E scommetto che centra nuovamente suo padre.

Prendo le chiavi dalla scrivania e esco di casa sbattendo la porta, con una sola meta.
Casa di Ryan.
Incazzata.
Affamata.
Stufa di suo padre.
E con il ciclo.

Con il ciclo, capite?

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E come la scorsa volta, anche oggi nessuno mi apre la porta.

Ma cosa sono? Invisibile? O lì dentro sono tutti sordi?

"E tu che ci fai qui?"

Mi volto di scatto con il cuore a mille.

"Stronzo mi hai fatto spaventare" gli do un pugno sul petto.

E lui ride.
Io lo picchio.
E lui ride.
Io ho fatto km a piedi.
E lui ride.
Io ho il ciclo.
E lui ride.

Vuole per caso morire?

"Dai entra" si sposta di lato per farmi passare.

"Alleluia" mi butto sul divano lanciando la giacca su Ryan.

"No ma fai come se fosse casa tua eh" appoggia la giacca sull'attaccapanni e si siede vicino a me sospirando.

"Se facessi come se fossi a casa mia a quest'ora sarei in mutande e starei mangiando" mi giro verso di lui inarcando un sopracciglio.

"In mutande eh?" fa un sorrisetto malizioso guardandomi negli occhi.

"Si, in mutande" mi avvicino di più a lui e sussurro:
"Se vuoi posso farlo anche adesso"

Lui spalanca gli occhi e si allontana di colpo.

"Stavo scherzando" scoppio a ridere tenendomi la pancia con le braccia.

"Sei una stronza" borbotta parole a caso incrociando le braccia al petto.

"Eh dai, non ti sarai mica offeso?"
Gli chiedo dopo essermi ripresa.

"No, idiota. Ora vuoi dirmi come mai sei qui?"

"Giusto, Grace ha invitato tutti quelli del gruppo a casa sua questo pomeriggio e per cena, ma come al solito tu non hai risposto. Centra tuo padre vero?" gli chiedo.

Lui sospira.
"Si, non mi ha ancora tornato il telefono e non vuole che esc..."

Lo sbattere di una porta ci fa sussultare.

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