capitolo 38

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Il silenzio incombeva su di noi,ed era così irritante,ci trovavamo in macchina,Trent guidava e io avevo lo sguardo rivolto al finestrino,non riuscivo a guardarlo,sentivo l'agitazione crescere,dopo due mesi in cui le nostre conversazione si erano ridotte a un;porta questi fogli in là,oppure consegna questi qua,adesso stavamo andando a casa sua.Forse sarebbe stato  meglio se non avessi accettato. Mi concentrai sulla strada,stavamo passando davanti ai quartieri più ricchi di Ravenna,all'inizio pensavo che Trent abitava a casa sua,ovvero quella di Giulia ma in realtà abitava da solo in una villetta. Sospirai,era solo per lavoro e basta,per nient altro,gli diedi una fugace occhiata,aveva lo sguardo fisso sulla strada e le mani sul volante,era così vicino a me ma allo stesso tempo lo sentivo incredibilmente distante 

"qualcosa non va?"mi chiese all'improvviso ,deglutii mi aveva scoperto,cercai subito una scusa

"no niente,stavo osservando l'auto è uguale a quella che tenevi l'hai ricomprata?"mentii,sperai con tutta me stessa che l'avesse bevuta

"si ho sempre adorato la BMw e appena ho potuto l'ho comprata di nuovo"rispose,dentro di me buttai un sospiro di sollievo"comunque siamo arrivati"aggiunse fermando l'auto davanti a una villa bianca stile moderno,rimasi a bocca aperta a vederla.Caspita era magnifica,grande e spaziosa,oltre ad avere un bellissimo giardino

"bella"commentai,lui fermò l'auto e mi sorrise.Scese e feci lo stesso,tuttavia appena aprii la portiera caddi,

"Beatrice stai bene?"mi domandò precipitandosi verso di me,la gamba mi faceva male e non riuscivo a muoverla,possibile che ero così maldestra?

"mi fa male la gamba,non riesco ad alzarmi"dissi, toccandomela ,lui si chinò alla mia altezza

"vieni ti aiuto",le sue braccia mi circondarono,mi mise una mano dietro il suo collo e mi sollevò. Ero tra le sue braccia,sentivo il suo profumo circondarmi e le sue mani reggermi in una presa salda,appoggiai la testa al suo petto,mi sentivo a casa,come se quelle braccia fossero la mia casa,il luogo dove appartenevo,dopo molto tempo mi sentivo così bene,al sicuro. Arrivammo alla porta e con un po' di fatica lui riuscii ad aprirla,entrammo. La sua casa era grande anche all'interno,  aveva il parquet ,c'era una colonna  bianca dal quale iniziava il salone arredato  con un cammino a gas attaccato alla parete con sopra una televisione a schermo piatto, di fronte c'era un enorme divano grigio,un tavolino  nero e ai lati due poltrone,un open space divideva il salone e la cucina grigia con una penisola in quarzo bianco con effetto a cascata ,attorno c'erano 4 sgabelli da cucina neri. Trent mi appoggiò delicatamente sul divano ,la gamba mi faceva ancora male,lui mi lasciò e si abbassò all'altezza della mia gamba toccandomela delicatamente.Tuttavia quando arrivò alla fine della caviglia  lanciai un lieve urlo

"ti fa male qui?"domandò,mi morsi il labbro,mi faceva terribilmente male,annuii,mosse di nuovo la mia gamba e cercai a stento di trattenere un urlo di dolore

"hai una distorsione"affermò e si alzò "vado a prendere la fasciatura"aggiunse, lo vidi dirigersi in cucina,prese da un mobiletto  una piccola cassetta dal quale fece uscire una fascia. Mi raggiunse e mi fasciò il piede

"grazie"dissi lievemente,quando avevo bisogno di lui c'era sempre

"sei sempre maldestra"affermò divertito

"non è vero!questo è stato un'incidente"affermai facendo il broncio,lui inarcò un sopracciglio,sospirai"ok hai ragione ma questa volta è stata sul serio un'incidente"dissi. Continuò ad accarezzarmi la gamba delicatamente 

"hai le gambe così morbide,avrei proprio voglia di assaggiarle"affermò,con molta delicatezza appoggiò le sue labbra sulla  caviglia,arrossì di colpo,un solo bacio e riusciva a farmi perdere la ragione,non riuscivo a riflettere,il mio corpo bruciava al suo contatto. Il suo sguardo mi lasciava senza parole,sentivo la bocca secca e non riuscivo a parlare. 

Amami ,ti prego [ in fase di correzione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora