"Okay, sì, lo sto facendo ma-" Si interrompe, sentendo il suo respiro  battermi proprio sul viso. "Mi devo preoccupare su come tu faccia a saperlo." Quasi sussurra. 

Divento improvvisamente rossa e il mio cuore batte forte ad ogni secondo che lo sento avvicinarsi. Non riesco a spostarmi o reagire eppure lo vorrei fare immediatamente. Ogni istante sembra un'eternità e quando sento le sue dita sfiorare la mia fronte, non mi sembra nemmeno di essere presente su questo pianeta. 

"Hai sempre questo ciuffo davanti agli occhi." Me lo sposta sfiorandomi il viso in modo delicato. 

Sento i suoi respiri avvicinarsi ma non abbastanza da sentirlo completamente vicino. Una parte nascosta e che non lo ammetterà mai vorrebbe le sue labbra appoggiarsi sulle mie. So che è sbagliato e irrazionale farci un pensiero su, ma io non sto agendo istintivamente male nei suoi confronti e questo mi fa sentire strana. 

Sospira e si allontana completamente da me. 

Faccio un sospiro e non di sollievo. Cosa è appena successo? Non riesco a capire. 

"Harry..." Parlo ma lui mi ferma. 

"Dobbiamo andare." Afferma. Il suo tono è completamente cambiato nei miei confronti. 

Cerco di parlare di nuovo ma mi interrompe nuovamente. "E' quasi buio." Risponde freddamente. 

Ho un improvviso vuoto dentro allo stomaco. Che cosa gli prende e soprattutto cosa gli ho fatto? 

Il nostro ritorno a casa è uno dei viaggi più lunghi che abbia mai fatto in vita mia. La tensione tra di noi era forte e pesante. Volevo tempestarlo di domande. Volevo domandargli il motivo, che cosa è successo, ma qualcosa mi ha fatta rimanere in silenzio. 

Cosa potrei chiedergli poi? 

Faccio un sospiro profondo ed evito ogni tipo di confronto. 

Mi convinco che non sia successo niente. E non è successo veramente niente... solo che il suo atteggiamento fa sembrare che lo fosse.

"Grazie per avermi dato una mano." Dice, accompagnandomi davanti alla porta. 

"Non c'è di che." Forzo un sorriso. 

"Devo... devo andare." Dice, lasciandomi confusa. 

"Non dovevi cenare con noi?" Domando.

Sembra rifletterci un po' su prima di dire qualcosa. "Mi sono ricordato che devo finire la mia lettera per l'iscrizione all'università."

La delusione nel mio corpo spero non venga dipinta anche sul mio viso. "Certo." 

"Ci vediamo." Dice e lo ascolto allontanarsi, lasciandomi sola. 

Prendo la mia chiave ed entro a casa. Arthur corre subito verso di me in cerca di attenzioni. Lo accarezzo e mi abbasso alla sua altezza. Mi sembra di averlo trattato molto male in questi giorni, quindi gli concedo un po' di tempo. 

"Ciao Tesoro!" Esclama mia madre- "Harry dov'è?" 

Sospiro. "Si è ricordato all'ultimo che deve sbrigare una lettera per l'università." 

"Che peccato... ho preparato anche per lui. Magari non si preoccuperà per la cena." Mia madre inizia a farsi paranoie. "Vuoi venire con me, gli portiamo il piatto?" Mi domanda. 

"No, mamma sicuramente sua madre gli preparerà qualcosa." Rispondo un po' scocciata. 

Il mio umore è di nuovo cambiato. Non riesco a starci al passo nemmeno io, assurdo. 

Ceno velocemente. Io e mio padre non ci siamo rivolti una sola parola e sinceramente, testarda come sono, non farò la prima mossa. 

Non voglio che il nostro rapporto cambi ma ho l'impressione che stia succedendo. 

Ringrazio per la cena e senza altri commenti mi dirigo in camera mia ripensando a questa giornata. 

Harry è così strano. Non riesco a capirlo o decifrarlo. 

Mi avvicino alla porta-finestra sperando solo che non sia lì e mi appoggio chiudendo gli occhi. Mi immagino un mondo meno complicato, una Mia forte e sicura di sé che, un tempo, avrebbe saputo cosa fare e avrebbe saputo bene cosa volere. 

Quasi mi addormento ricoperta dalla mia stessa insicurezza ma sento bussare proprio sulla vetrata. 

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