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La mattina dopo mi sveglio, che ho un mal di testa fortissimo, ma devo comunque andare a scuola...
Mi alzo a fatica, vado in bagno e mi guardo alla specchio, sono pallidissima, sembro un fantasma, ma ormai è quello che sono realmente, non ho più un'anima, non esisto più per nessuno, tranne per il dolore.
Scendo le scale già vestita, ho messo smplicemente un jeans nero e una felpa verde militare...di mia madre nemmeno l'ombra, sarà andata a lavoro.
Non faccio colazione, che senso avrebbe, devo dimagrire, almeno così dice Dylan.
Esco di casa e in 10 minuti arrivo, tolgo le cuffie, vedo che  Dylan è fuori al cancello che mi aspetta, molto lentamente mi avvio verso di esso.
Mi sta guardando.
Spero che guardandomi, piena di lividi,capisca.
Capisca che sta uccidendo una persona...anche se io sono qui fisicamente, sto male, sto morendo e non credo che arriverò lontano.
Talmente presa dai miei pensieri, che non mi sono accorta che Dylan mi ha presa e sbattuto al muro, lo guardo.
Lo guardo negli occhi, voglio guardargli l'anima.
Anche se dubito abbia un'anima.
Dyl:"Ti ho fatto una domanda balenottera"
Med:"I-io non sentivo, scusa, puoi r-ripetere?"
Dyl:"Dio, sto già perdendo la pazienza, ho detto: che ne dici se andiamo in bagno?"dice con voce  maliziosa,
Med:"No Dylan, i-io non voglio"
Dyl:"Che peccato, non avrei voluto costringerti!"
Mi sta trascinando in bagno, una volta dentro mi sbatte al muro e inizia a darmi baci sul collo, togliermi la felpa, mentre io sono ferma e immobile e di tanto in tanto mi esce una lacrima, sento che sta per succedere...mi sta togliendo i pantaloni, mi sta squadrando da testa a piedi...ho così paura...poi lo sento trascinarmi in una cabina del bagno
Dyl:"sarebbe brutto se qualcuno entrasse e mi vedesse sverginare una ragazzina, non credi?"
Io non rispondo, al che lui  mi guarda e inizia a sganciarmi il reggiseno, mi accarezza il seno, poi pasa alle mutante, me le toglie, ho freddo...l'unica cosa che mi sento di dire è "D-dylan p-posso chiederti solo una cosa?"
Dyl:"Si ma muoviti"
Med:"P-puoi fare piano, ti prego"
Vedo Dylan sorridere maligno
Dyl:"E io che cosa ricaverei dallo scoparti piano?Eh!Un cazzo!"
E così che entra in me con una violenza innata, che mi porta ad urlare, lui mi porta la mano alla bocca  per ovattare il suono, mentre mi scopa io piango.
Piango, come sempre.
Ogni cosa e piango.
Sai che ti dico?Mi merito di essere violentata, picchiata, violata in ogni senso, anche perché mi lamento sempre, sono un continuo lamento.
Una volta finito, Dylan si veste e se ne va, senza nemmeno rivolgermi uno sguardo.
Mi vesto anch'io, mi guardo allo specchio, faccio più schifo del solito.
Dio non posso pensare che  sia arrivato a questo, mi ha tolto la verginità, l'unica cosa preziosa che mi sia rimasta è orribile, ti senti rotta dentro, tutto ciò che avevi costruito, le sicurezze svanisce tutto, non augurerei questo neanche alla persona che odio di più al mondo.
Sconfitta esco dal bagno, e il bello in tutto ciò è vedere persone che ridono spensierate, mentre una persona nemmeno ad un metro da loro sta morendo, lentamente, ma che presto, molto presto se ne andrà per sempre.
Non voglio stare più a scuola, corro via, non sento nulla, corro, corro solo, fino ad arrivare a casa, una volta dentro mi avvio verso il bagno, mia madre non c'è, mi spoglio e guardo il mio riflesso allo specchio, prendo la lametta e sempre guardandomi, mi taglio, pancia, gambe, polsi, seno, tutto ciò che lui ha toccato con le sue luride mani.
Riempio la vasca di acqua gelata, anche se è quasi inverno, voglio sentire il  freddo, voglio provare qualche emozione, voglio sentirmi viva, o almeno sapere di essere viva.
Ci affondo dentro, voglio sentirmi mancare l'aria nei polmoni, voglio sentirmi asfissiata, voglio sentire qualcosa.

~Nota autrice~
Eccomi tornata pecorelle smarrite, spero questo capitolo vi piaccia...cosa credete che succederà  alla nostra Med??Bho si vedrà...

-Un lama infelice

Golden TearsWhere stories live. Discover now