ARRIVEDERCI NEW YORK

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Il mattino seguente fu abbastanza turbolento e confuso... Jade si svegliò al suono di quella orribile sveglia che odiava tanto e, appena aprì gli occhi, si rese conto di tutto quello che avrebbe dovuto affrontare quel giorno ma che la notte trascorsa le aveva fatto quasi dimenticare.
Stropicciandosi gli occhi, si alzò dal divano per andare a fare colazione. Si fece il caffè e prese due fette biscottate cospargendole di burro e marmellata. Mentre faceva colazione, controllò il cellulare e notò che Cat le aveva mandato un altro messaggio:
-"Alle 14:00 in punto sarò in aeroporto ad aspettarti!"
Decise di non rispondere al messaggio, in fondo Cat l'avrebbe rivista quel giorno stesso.
Dopo la colazione, pensò che fosse arrivato il momento di raccogliere le utime cose e salutare così anche la zia Kate... salendo le scale, sentì sua madre correre per le stanze alla ricerca delle sue cose che, come al solito, lasciava in giro per casa.
Entrata in camera, raccolse i pochi oggetti che possedeva e li mise in alcuni scatoloni. Andò in bagno a farsi una doccia, poi si asciugò i capelli e si vestì.
Tornò in camera e prese la valigia ma, prima di varcare la porta, diede un ultimo sguardo alla sua stanza ormai vuota. Le sarebbe mancato quel suo piccolo mondo dove nell'ultimo anno aveva trascorso la maggior parte delle giornate... fece un sospiro e uscì chiudendo la porta.
Sua madre era già di sotto che salutava, con espressione triste, la zia Kate.
-"Buongiorno."- salutò Jade. Sua madre e sua zia le rivolsero un sorriso e la salutarono a loro volta. Sua zia le si avvicinò e l'abbracciò forte. Jade voleva staccarsi da quella stretta, ma non lo fece... lasciò che sua zia la stringesse anche perché, pur non mostrandolo, quell'abbraccio la fece stare bene.
-"Buon viaggio! Scrivetemi quando arrivate a Los Angeles. Vi chiamerò ogni giorno... non vi libererete di me!"- disse Kate a Jade e alla madre, staccandosi dall'abbraccio.
-"Ma certo... non preoccuparti. Grazie mille per tutto quello che hai fatto per noi... non so come sdebitarmi."- disse Veronica, la madre di Jade.
-"Per me è stato un piacere. Non dovete ringraziarmi di nulla... siamo una famiglia."- rispose Kate. Veronica diede un altro abbraccio alla sorella. -"Potevo accompagnarvi io in aeroporto. Non c'era bisogna che chiamassi un taxi..."- disse Kate.
-"Come ti ho già detto, hai già fatto molto per noi. Stai tranquilla."- rispose Veronica. Jade invidiava il rapporto che sua madre aveva con la sorella... anche lei avrebbe voluto una sorella o un fratello che la trattasse in quel modo. Purtroppo, non era così... era figlia unica e sua madre era sempre stata felice di avere una sola figlia.
Jade poggiò lo squardo fuori dalla finestra e vide il taxi, pronto a portare via lei e la madre da quella casa. Tornò a rivolgersi alla madre e vide che stava prendendo gli ultimi bagagli, così si avvicinò per aiutarla. Uscirono di casa e caricarono le ultime cose nella macchina.
Veronica e Jade salutarono ancora una volta Kate e fecero un cenno al tassista. Entrarono in macchina e partirono.
Jade guardava fuori dal finestrino la zia che ancora osservava il loro taxi sfrecciare via...
Si erano allontanati abbastanza da non vedere più la casa dove avevano abitato nell'ultimo anno e Jade si concentrò nell'osservare un'ultima volta quella città... chissà quando l'avrebbe rivista. Osservando quelle strade, quei grattacieli, quelle luci, quei colori... aveva sempre quella sensazione particolare che solo New York le trasmetteva. La madre era silenziosa e aveva un'espressione pensierosa.
-"Mamma, tutto bene?"- domandò Jade.
-"Sì... certo tesoro. Non preoccuparti... tu piuttosto, come stai? Sei felice di rivedere i tuoi amici e di tornare nella tua vecchia scuola?"- rispose Veronica, dubbiosa.
Jade cominciò a riflettere... non aveva più pensato, dal giorno precedente, a come sarebbe cambiata la sua vita a partire da quel giorno. Aveva la sensazione che avesse vissuto le ultime 24 ore in un altro posto. In un altro mondo. Come se fosse un'altra persona. Era strano. Forse incomprensibile. Non riusciva a capire cosa la turbasse tanto. O forse era stupita del fatto che non le turbasse ancora nulla. Forse davvero non si rendeva ancora conto che presto sarebbe tornata alla vita di prima. Era confusa. Forse era solo colpa della stanchezza e dei troppi pensieri che le affollavano la mente...
-"Non lo so..."- rispose Jade.
Veronica non rispose, forse perché non le sembrava opportuno continuare quel discorso in quel momento, o forse perché non sapeva cosa dire. Aveva visto soffrire la figlia così tanto... non voleva che il passato tornasse a tormentarla. I suoi pensieri vennero interrotti alla vista di un cartello che la avvertiva che erano arrivati in aeroporto.
-"Credo che siamo arrivati..."- disse Veronica a Jade.
Il tassista accostò l'auto vicino l'entrata dell'aeroporto. Si volse verso Veronica e disse:-"Sono $50.00". La donna estrasse i soldi dal portafoglio e li porse al tassista. L'uomo fece un cenno con la testa, così lei e Jade scesero dalla macchina e presero le loro valigie.
Veronica si avvicinò all'autista per ringraziarlo e salutarlo, mentre Jade si era già avviata verso l'entrata.
L'aeroporto era molto grande, c'era molto movimento e tanta confusione: gente che tornava e gente che andava via. Attesero un po' prima di potersi avvicinare al controllo bagagli e presentare i propri documenti. Jade notò che gli assistenti sembravano infastiditi dalla folla di gente che si accalcava per poter passare i controlli. 'Come biasimarli', pensò Jade.
Terminato il controllo, Jade e sua madre si sedettero vicino la porta che dava su un enorme spiazziale dove, di lì a poco, sarebbe atterrato l'aereo che li avrebbe riportarti a Los Angeles.
-"Vuoi un caffè? O qualcos'altro...?"- chiese Veronica a Jade.
-"Un caffè mi andrebbe..."- rispose Jade.
La madre accennò un sorriso per poi alzarsi. Si diresse verso il distributore delle bevande e prese due caffè. Jade mormorò un "Grazie" alla madre quando le porse il suo caffè bollente.
La ragazza bevve in fretta il suo caffè, nonostante fosse molto caldo. Osservò il bicchiere nelle sue mani, ormai vuoto. Quel gesto le aveva ricordato, ancora una volta, tutte le volte che quel ragazzo... Beck... si meravigliava sempre della quantità di caffè che prendeva quotidianamente, e di come lui, al contrario, non ne beveva mai. Non sapeva perché le era tornato alla mente quello stupido evento... quella piccola cosa insignificante che era stata però, un tempo, una delle componenti della sua felicità. Tutte quelle risate e quei baci... quei litigi seguiti poi da tanti abbracci e voglia di non lasciarsi mai... tanti ricordi che facevano male. Tanti momenti che la distruggevano ancora. Tante situazioni in cui aveva conosciuto il senso dello stare bene, ma che qualche tempo fa aveva perso di vista...
Un frastuono assordante la riportò alla realtà. Il rumore che stava a intendere che l'aereo stava arrivando. Dopo qualche minuto, videro l'aereo atterrare e aprire le sue porte.
Una folla di persone si diresse verso l'uscita, accalcando la sala. Jade e Veronica furono quasi le ultime ad abbandonare l'aeroporto.
Veronica estrasse due documenti che contenevano i numeri dei loro posti a sedere. Entrarono in aereo e individuarono le loro postazioni.
Una serie di scarpe a punta sfilava tra i posti a sedere... le hostess indossavano un completo verde scarlatto, con un berretto dello stesso colore e un foulard giallo, intrecciato al collo. Parlavano animatamente con i passeggeri dando loro indicazioni su come comportarsi durante il volo.
Jade e e la madre si sedettero e allacciarono le cinture. Jade, che aveva il posto vicino al piccolo finestrino, si mise ad osservare la visuale che aveva di fianco.
-"Sei nervosa, tesoro?"- le chiese quella voce tanto familiare.
-"No... è tutto a posto."- rispose Jade risvegliandosi dai suoi pensieri. Mise le cuffie e avviò la sua playlist... era nervosa, al contraro di quello che aveva detto alla madre. Non voleva andarsene. Voleva rimanere lì, a New York. Voleva tornare a quella vita che aveva vissuto nell'ultimo periodo. Un senso di vuoto e impotenza la pervase. Si sentiva debole e insicura... forse aveva paura. Non sapeva perché la situazione le trasmettesse quelle sensazioni.
-"A tutti i passeggeri: benvenuti! Decolleremo tra poco quindi assicuratevi di avere le cinture di sicurezza allacciate. Rimanete rilassati e godetevi il volo."- disse il pilota dell'aereo al suo microfono.
Jade vide la madre prendere e iniziare a sfogliare una rivista. Spostò il suo sguardo sul cellulare e decise di non dare più voce alle sue preoccupazioni... tornò a fissare la visuale dal finestrino e si abbandonò all'ascolto della musica che la sua playlist stava riproducendo.

☆☆☆☆☆☆☆

Ciao a tutti/e!
Ecco il secondo capitolo della mia storia... sono riuscita ad aggiornare solo ora. Spero che questa parte vi sia piaciuta e che la storia possa continuare a piacervi.
Ovviamente, molto altro deve ancora accadere! Spero che continueremo questo viaggio insieme...
Chiedo scusa per gli eventuali errori e fatemi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima...
Bye ☆

WE'LL GET THROUGH THIS TOGETHER ~ Bade ~Where stories live. Discover now