Capitolo 4.

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Si stropicciò gli occhi interdetto.

L'orologio segnava le 03.14 a.m. e la notte risultava quieta e silenziosa, se non fosse per quel rumore metodico e continuo che proveniva dal corridoio. Gli ci volle un momento per capire che qualcuno stava bussando alla sua porta.

Si alzò contrariato biascicando un "arrivo" e indossò una maglietta per sfuggire al freddo. Nel girare la chiave nella toppa il rumore cessò, ma neanche il tempo di aprire la porta e si sentì stringere il collo. Sentì la schiena sbattergli contro la parete e il fiato mancargli per pochi secondi.

Strabuzzò gli occhi riuscendo a mettere a fuoco il viso di Thomas a pochi centimetri dal suo. La sua mano stingeva tremando la propria gola.

"L-lasciami." disse duramente.

"Sono stufo di te."

"Thomas, lasciami!" ripetè più deciso, ma senza risultati.

"Non riesco a dormire. Capisci?" stava quasi gridando.

"No che non capisco!" rispose l'altro dimenandosi per allentare la presa. "Lasciami andare."

"Devi starmi a sentire!" lo bloccò nuovamente costringendolo a guardarlo negli occhi. "Tu con quello non ci devi stare."

"Ma di cosa stai parlando?!" chiese Newt quasi istericamente.

In un attimo tutti gli avvenimenti di quel giorno gli piombarono addosso scacciando anche l'ultimo briciolo di sonnolenza.

"Stai parlando di Lucas?"

"Se ti vedo un'altra volta con lui io..." ebbe un attimo di esitazione.

Newt ne approfittò per stringergli il polso e liberarsi, spostandosi via dalla sua traiettoria. "Non mi interessa quale problema hai con lui. È un mio compagno di classe e non ho intenzione di evitarlo perché il bulletto della scuola lo odia!"

"Tu non capisci!"

"No, sei tu che non capisci! Lui è un mio amico!" Affondò le unghie nel palmo della mano per rimanere impassibile pronunciando quella parola che in bocca gli aveva lasciato un sapore amaro.

Thomas sembrò quasi a disagio nel sentirlo parlare. Serrò la mascella e sembrò arrabbiarsi ancora di più. Si prese la testa tra le mani e fissando a terra riprese a parlare. "Sappi che non ti salverò più."

"Non sono una principessa in pericolo! Non ho bisogno di essere salvato!" gridò Newt offeso.

Il fratellastro, accecato dalla rabbia e dai suoi pensieri negativi si avvicinò a lui e, prendendolo alla sprovvista, gli tirò un pugno in pieno viso. Newt perse l'equilibrio e cadde a terra.

Thomas neanche si guardò indietro mentre si allontanava sbattendo la porta.

Dopo svariati minuti passati in preda all'oblio e ai pensieri più sconcertanti, il ragazzo riuscì ad alzarsi da terra. A piccoli passi entrò in bagno e accese la luce rimanendo accecato per un momento. Quando finalmente riuscì a mettere a fuoco la stanza, si avvicinò al lavandino. Lentamente prese a lavarsi il viso e non si sorprese neanche vedendo l'acqua colorarsi di rosso e sporcare la ceramica bianca.

Tornò a letto quasi trascinandosi e si buttò sul materasso sbuffando.

Non riusciva a capire perché Thomas avesse fatto quella scenata... Non che gli importasse più di tanto, certo! Perché dovrebbe? Niente li lega: emotivamente o fisicamente, che sia. Per lui non c'è mai stato nessuno a parte la madre e questo è un dato che niente avrebbe mai cambiato.

[...]

Lucas aveva passato la mattinata a distrarlo e a parlagli sottovoce, ignorando i rimproveri dei professori e le risatine dei compagni che li circondavano. Sembra provasse in tutti i modi a farlo innervosire. Assurdo!

Quasi non riuscì a sentire la professoressa richiamare l'attenzione di tutti. "Aprite il libro a pagina 15. Qualcuno vuole leggere?"

Newt sprofondò il viso nel libro sperando di non venire interpellato quando si sentì afferrare per il polso. Non ebbe neanche tempo di capire ciò che stava succedendo.

"Newt? Vuoi cominciare tu?" chiese la professoressa speranzosa mentre tutta la classe scoppiava a ridere fragorosamente.

Il ragazzo scosse appena la testa arrossendo, mentre si rendeva conto che Lucas gli aveva alzato la mano. "I-io..."

"Prof! Vorrei cominciare io!" disse precipitosamente la voce di una ragazza dal fondo della classe.

Newt di girò per guardarla in viso. Era una bella ragazza dai capelli castani e gli occhi chiari. Lei gli sorrise quasi confortandolo.

Tutti gli alunni si erano zittiti sentendola parlare, ma ciò non sembrava metterla in alcun modo a disaggio.

"Grazie" mimò lui con le labbra.

La pressione sembrò scendere drasticamente e scivolare giù dalle sue spalle.

Si girò verso il compagno guardandolo arrabbiato. L'altro gli sorrise come se non stesse capendo.

Com'era finito in quella situazione?

[...]

Alla fine della lezione, quando la campanella suonò, si diresse verso la porta sbadigliando. Quella notte non aveva più chiuso occhio e non vedeva l'ora di correre a casa e mettersi a dormire, ma voleva anche ringraziare la sua, per così dire, "salvatrice".

Proprio quando stava per affiancarla si sentì bloccare. Si girò stranito, ma vedendo Lucas trattenerlo per il braccio tutta la rabbia che poco prima aveva provato nei suoi confronti riaffiorò.

"Lasciami." gli ordinò con un tono di voce freddo e distaccato.

"C'è qualcosa che non va?" l'altro sembrava sconvolto.

Newt serrò i denti cercando di fermare il desiderio di strozzarlo e tirò via il braccio dalla sua stretta voltandosi per poi accorgersi che la ragazza era già uscita. Sbuffando si immerse nella folla che popolava il corridoio cercando di ignorare il compagno di banco che continuava a chiamarlo a squarciagola.

Girando l'angolo andò a sbattere contro qualcuno e cadde a terra. Sospirò aprendo gli occhi per poi notare che di fronte a lui vi era Thomas.

"Porca miseria! Ma guarda dove vai!" gli gridò lui trascinandolo in piedi per la maglietta. "Quella puttana di tua madre non ti ha insegnato di camminare per la tua strada?!"

"Non hai alcun diritto di chiamarla così!" lo spinse via con tutta la forza che aveva in corpo, facendolo barcollare.

"Newt! Newt! Eccot..." Lucas si bloccò a metà frase vedendo il fratellastro del ragazzo. Fece un passo indietro e abbassò lo sguardo.

Thomas sembrò divertito. "Oh! Ma guarda chi abbiamo qui! Come stai Lucas?"

Il ragazzo in questione sbiancò e fece ancora un passo indietro. "B-bene..."

"Lucas, vattene." Newt gli lanciò un'occhiataccia sperando che lui capisse.

"Ma no! Non devi vergognarti del tuo... mh...fidanzato."

A quelle parole tutti i ragazzi si fermarono a guardare quel terzetto così fuori dal comune, mandando ancora più in confusione il ragazzo. "I-il mio cosa?" chiese scandalizzato. "No no no! Ma stai scherzando?! Io e lui?!" Newt si sentì il mondo piombargli addosso in un singolo attimo.

Lucas invece, rosso in viso e con le lacrime pronte ad uscire fuori, scappò via senza voltarsi e suscitando l'iralità degli spettatori.

Newt non se ne era neanche reso conto: era troppo preso dalle proprie negazioni. Fu poi fermato da Thomas, il quale, ancora sorridente, soddisfatto dal risultato finale, si voltò per poi allontanarsi.

Il protagonista venne lasciato pian piano solo nel corridoio con i suoi pensieri.

"Cosa sta succedendo?" sussurrò tristemente.

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⏰ Last updated: Sep 24, 2017 ⏰

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