Il suicidio dell'amore

-23:59-

SIMONE
Stiamo correndo.
L'aria fredda della sera si scontra contro la nostra pelle.
Le luci delle case e delle macchine incontrano le nostre pupille contraendole.
Il peso dei nostri corpi che calpesta l'asfalto con le nostre scarpe fradice, il rumore dei nostri respiri pesanti e degli zaini che sbattono contro la nostra schiena umida di sudore.
Le gocce d'acqua che scivolano sul nostro viso stanco, certe si incastrano tra le nostre ciglia impedendoci la vista perfetta della strada.

Riusciamo a ripararci sotto la chiesa.
Lei mi guarda negli occhi con un'aria divertita e scoppiamo a ridere entrambi.
La sua risata è così contagiosa.
È bellissima anche con tutti i capelli bagnati e il trucco sbavato.
Guardo l'orologio, sono le 23:59.
Ci sediamo sugli scalini e la stringo verso di me, comincio a baciarle il collo.
Le sue fragili e pallide mani si intrecciano alle mie.
Mi accendo una Marlboro rossa e fa dei tiri anche lei.
Martina si gira verso di me e poggia le sue labbra sulle mie, dopo un bacio lento e passionale mi guarda dritto negli occhi  e sottovoce con un lieve sorriso mi dice che mi ama.
"Ti amo anch'io Martina".

Tornammo a casa mia quella sera.