Capitolo 9 Allyson

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Tutti abbiamo un viaggio da affrontare, una meta raggiungere.

Come ogni mattina, mi sveglio con un anticipo di un'ora, così ho la possibilità di portarmi avanti con lo studio e poter andare a trovare Damon alla clinica. Sono contenta dei suoi progressi, di come si stia fidando di me e anche del fatto che sia riuscita a convincerlo a riprendere gli studi. Jenna bofonchia qualcosa nel sonno e cerco di fare il più piano possibile mentre preparo le mie cose. Prendo il mio laptop e lo metto in borsa. Sono grata che sia lei che Cristal non mi chiedano come vanno le cose, anzi, cercano sempre di distrarmi, parlandomi delle loro giornate e le ringrazio per questo. Non sarei capace di spiegare ciò che provo in questo momento; è difficile vedere la persona che più ami al mondo cercare di tenersi in piedi, lottare per respirare quando l'aria gli viene negata e tu non puoi fare nulla per evitargli tutto questo calvario. Ti limiti a inghiottire lacrime amare, a fingere sorrisi che vorresti solo tramutare in urla di disperazione perché tutto questo finisca, lasciandoti libero. Io e Damon stiamo bene solo quando siamo insieme, tutti i problemi si dissolvono in un batter d'occhio nel preciso istante in cui ci rinchiudiamo in una bolla tutta nostra. Ma quando sono lontana da lui, le insicurezze compaiano come le mie peggiori nemiche torturando la mia mente e mi ritrovo in preda al panico che fatico a gestire. Scaccio i pensieri dalla mente con un bel respiro, mi sono ripromessa che sarei stata forte per lui... per noi e sarà esattamente così. Lego i capelli in una crocchia improvvisata, afferro le chiavi dell'auto di Jenna ed esco dalla camera. Devo trovare una macchina tutta mia. Penso che questo week, quando tornerò a Boston da mio padre, sarà la prima cosa che farò.

L'aria di dicembre è pungente mentre attraverso il viale, metto le mani nel cappotto dopo aver sistemato il berretto di lana. Sollevo il volto verso il cielo di un grigio velato, quasi bianco, che sembra promettere i primi fiocchi di neve. Nel tragitto alla Tufts alzo il volume dello stereo, il mondo che ancora dorme sfreccia al mio passaggio e le note di Burn riempiono l'abitacolo; mi lascio andare canticchiando il ritornello fino a posteggiare l'auto di fronte al campus.

Mi avvio subito verso la biblioteca per portarmi avanti con gli appunti di calcolo. I corridoi sono sgombri, avvolti nel silenzio e mi stringo nelle spalle godendomi tutta la tranquillità possibile. Solo quando noto la sala riempirsi, mi rendo conto dell'orario; prendo dei libri di testo per Damon e un sorriso compare spontaneo sulle labbra. Non vedo l'ora che la mattinata finisca per poterlo rivedere, chissà cosa starà facendo.

Raggiungo la caffetteria per una doppia dose di caffè, ne ho proprio bisogno. Allungo il passo non appena in lontananza intravedo Sebastian e lo stomaco si contrae in un battito di ciglia.

«Allyson! Allyson, aspetta», mi fermo, in attesa che mi raggiunga; cammina a passo spedito, con le mani cacciate in tasca e gli occhi puntati su di me. «Ehi, tutto a posto? Ti ho visto ieri, ma non ti sei fermata quando ti ho chiamata e non hai risposto nemmeno alle mie chiamate», dice con aria corrucciata.

«H-ho avuto da fare», mi assale la nausea nel trovarmi davanti chi ha condotto Damon sulla strada del non ritorno. Vorrei urlargli quanto mi faccia schifo e pena al tempo stesso, ma non posso, alimenterei in lui solo altro risentimento.

«Scommetto che hai parlato con Damon», distolgo lo sguardo dal suo che, freddo come il ghiaccio, sta cercando una qualche reazione sul mio volto.

«Scusa, sono in ritardo», dico facendo un passo avanti.

«Hai già dato il tuo verdetto, è ovvio. Lui è il buono, io il cattivo. Dovevo immaginarlo, è tipico di Damon, alla fine...».

Mi volto in uno scatto furente di rabbia.

«Non ti permetto di parlarmi in questo modo! Non mi conosci e non sai niente di me!», tuono attirando l'attenzione di alcuni compagni.

«Lo pensi davvero?», le sue parole sono taglianti; mentre le pronuncia, un ghigno malevole compare sul volto, sgrano gli occhi e la paura si impossessa di me. «Ci vediamo, Allyson», rimarca entrando prima di me nella caffetteria. Faccio un passo indietro e senza rendermene conto vado a sbattere contro qualcosa, anzi... qualcuno.

Un Amore Proibito 2 - Vite LontaneWhere stories live. Discover now