17. Sputa sentenze

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I suoi vestiti neri si mimetizzano con il nero della macchina a cui è appoggiato. Se io lo guardo con gli occhi sognanti, dato che sembra una divinità con gli occhi verdi che brillano illuminati dalla luce del sole, lui, dal canto suo, sembra voler uccidermi con la sola forza dello sguardo, mentre lo fa oscillare da me a Steven. Quando si sofferma su quest'ultimo, i muscoli del viso gli si contraggono ed assume un'espressione di disgusto. Non capisco perché stia reagendo così, ma evito di pensarci in questo momento per paura che, di qui a poco, lui possa scaraventarsi su di noi per sfogare la sua rabbia.

«Sei pronta?» Il tono duro che si dissolve tra le parole di tutti gli altri studenti. A questo punto guardo Steven, che ha le sopracciglia aggrottate mentre mi chiede silenziosamente perché dovrei essere pronta per andare con Harry.

«Ci vediamo domani, ok?» Gli sorrido e gli lascio un bacio sulla guancia, come di routine. Lui annuisce ancora confuso e mi guarda avvicinarmi ad Harry prima di salire in macchina con lui.

I primi minuti comprendono lui che sembra voler staccare il volante, data la forza che sta esercitando su di esso; il suo silenzio che riempie lo spazio peggio di mille parole e l'estrema velocità che mi sta scompigliando lo stomaco. Non si azzarda a voltarsi nella mia direzione ed io appoggio la testa al finestrino.

«Potresti andare più piano?» Quasi urlo quando è costretto a frenare bruscamente dopo che un auto si è fermata davanti a noi. Dopo quelle che sembrano ore dall'ultima volta in cui mi ha guardata, si volta per lanciarmi un'occhiata furente.

«Non dirmi come devo guidare!»

È praticamente folle tutto questo.

«Posso sapere cos'hai? Non capisco perché tu ti stia comportando così.» Mi passo velocemente una mano nei capelli per sistemarli. «Dovrei essere io ad essere arrabbiata con te dopo il modo in cui hai trattato me e Steven».

La sola pronuncia del nome di quest'ultimo fa scattare qualcosa in lui, come se avesse preso una scossa.

«Non fare il suo nome». Dice tra i denti stretti, scandendo perfettamente ogni singola parola.

«Cos'hai che non va con lui?» Perdo il senno quando sono con lui, e questa cosa non mi piace neanche un po'. La sua risata riempie la macchina, e sarebbe persino un suono piacevole se solo non fosse finta ed isterica come quella di uno psicopatico. Mi spaventa, e non poco. In fondo non lo conosco, non so neanche lontanamente chi sia Harry Styles e sono stata così stupida a fidarmi di lui al punto di salire nella sua macchina e permettergli di portarmi in un posto che, tra l'altro, non so nemmeno qual è.

«Cos'ha che non va? Per cominciare, la faccia di cazzo che fa quando ti guarda è uno spettacolo di cui godere se vuoi prenderlo per il culo per il resto della tua vita. Per non parlare di quel sorriso da ebete che porta ovunque ci sia tu, quasi come se volesse creare un tempio per venerarti. È un perfettino del cazzo, di buona famiglia e tutte le stronzate che basterebbero per far cadere chiunque ai suoi piedi. È buono, gentile, non farebbe male nemmeno ad una mosca, e questo ti piace. A chi non piace un uomo senza carattere, che accondiscende qualsiasi cosa tu chieda.»

«Come osi soltanto pensare determinate cose? Non lo conosci nemmeno, Harry. E se ti prendessi il disturbo di trattarlo come si deve e non come uno scarto dell'umanità, capiresti quanto è buono! Non ci posso credere. Avevo capito fossi cinico dalla prima volta che ti ho visto, ma alla mia visione complessiva sul tuo conto si aggiunge anche il fatto di essere uno sputa sentenze senza paragoni.»

Non penso di aver mai urlato così tanto in vita mia. Sento le vene sulla mia fronte pulsare ed il cuore battere così veloce da rimbombarmi nelle orecchie. Il suo atteggiamento indifferente di poco fa lascia spazio ad un Harry furioso, che mi fa paura.

«E tu invece? Lo conosci così tanto da poter dimostrare il contrario?» Mi chiede beffardo. Sembra voler mettere alla prova la mia pazienza, che tra l'altro è giunta al limite.

«Lo conosco più di te e questo mi basta. So come si comporta nei miei confronti e sono più che sicura che non riflette nemmeno un aspetto dell'orribile e falsa descrizione che hai fatto di lui qualche istante fa. Ora, se non ti reco troppo disturbo, ti chiedo di riportarmi indietro».

Alle mie parole si irrigidisce, stringe le mani intorno al volante quasi come se non avessi il diritto di chiedergli di riportarmi a casa. Il fatto è che non so se sono pronta a trascorrere una giornata così. Non è neanche iniziata, siamo in macchina da poco più di quindici minuti, e siamo già sul punto di ucciderci a vicenda.

«Stai scherzando spero. Certo che non ti riporto indietro. Non ho intenzione di rovinare tutto per colpa di Steven del cazzo». Sbruffa in una risata finta.

«Non è stato Steven a rovinare tutto. Sei stato tu, Harry. Tu con la tua convinzione di conoscere tutti e di parlar male di chiunque ti capito a tiro». A questo punto si prende un po' di tempo per rispondermi, tanto che pensavo avesse deciso che io non meritassi una risposta da parte sua.

«Cambiamo argomento, per favore». Il tono dolce, totalmente diverso da quello che ha avuto finora, quasi come se fossi in compagnia di un altro Harry. Metto una mano sulla fronte e ripeto tra me e me che questa giornata passerà in fretta e che potrò decidere, dopo oggi, se sorbirmi ancora gli sbalzi d'umore di Harry.

***

Eccomi tornata dopo le vacanze natalizie. Innanzitutto, ci tenevo a farvi i miei più sinceri auguri, sia per Natale che per Capodanno. Spero che il vostro 2018 sia iniziato nel migliore dei modi. Per quanto riguarda il capitolo, vi confesso che è uno dei miei preferiti, perché amo immaginarmeli a litigare. Fatemi sapere cosa ne pensate :)

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