17. Sputa sentenze

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Harry aveva sempre odiato essere in ansia. Ma quella mattina, mentre contava le ore che lo separavano da lei, era come pervaso da un forte senso di trepidazione. Non gli piaceva per niente essere agitato, perché essere in ansia, per lui, significava tenere a qualcosa, interessarsi al modo in cui questa, qualsiasi cosa quest'ultima fosse stata, fosse andata. Lui non voleva interessarsi a niente, tantomeno a qualcuno, e che qualcuno potesse essere proprio lei non gli andava giù, come se cercasse di ingoiare un boccone troppo amaro.

Eppure, la sensazione di agitazione gli teneva gli occhi incollati all'orologio al polso, che segnava le due del pomeriggio e che l'avvisava del fatto che, questione di minuti, e Barbara sarebbe uscita per andar via con lui. In cuor suo, sperava avesse accettato il suo "invito", che tanto invito poi non era, ma qualcosa gli diceva che lei l'avrebbe seguito, per un motivo che non conosceva.

BARBARA

La presenza di Steven mi rilassa, facendomi accantonare la costante sensazione che si è impossessata della mia persona da quando ho lascito Harry ieri pomeriggio. Steven cammina accanto a me, nel cortile dell'università, e anche se non dovrei, non riesco a non guardare il suo profilo. La mandibola pronunciata che rende i muscoli contratti, ma che gli attribuisce comunque un'aria tranquilla. Il costante sorriso sulle labbra ed i capelli che, mossi dal vento, gli coprono di tanto in tanto la visuale ricadendo davanti agli occhi.

Sono contenta del fatto che mi tenga compagnia quando Liam e gli altri non sembrano essere nei paraggi, cosa che accade spesso ultimamente, e mi fa piacere averlo nella mia vita ed aver finalmente allargato i miei orizzonti in ambito di amicizie. Si volta a guardarmi e mi sorride, mentre io ricambio arrossendo e voltandomi verso la fila di macchine parcheggiate di fronte a noi.

Eppure, perché non riesco ad essere attratta da lui così come lo sono da Harry?

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Eppure, perché non riesco ad essere attratta da lui così come lo sono da Harry?

Steven è dolce e bello, intelligente ed estremamente capace. Non mi risponde male e mi tratta come se ci conoscessimo da chissà quanto tempo, facendomi sentire importante.

Harry è completamente l'opposto.

È scorbutico e maleducato. Porta dietro di sé, ovunque vada, quella costante aurea oscura e tetra. Ma anche lui è bello, bello da impazzire, bello forse più di qualsiasi altro ragazzo io abbia mai visto. I capelli lunghi su di lui mi attraggono in un modo che non credevo fosse possibile, poiché avevo sempre odiato che i maschi tenessero i capelli lunghi almeno quanto quelli di noi donne, ma con lui è diverso. Vorrei toccarglieli, passarci le dita attraverso per constatare la morbidezza che sembrano infondere alla sola vista.

«Barb» Steven richiama la mia attenzione ed io mi vergogno delle cose che ho pensato mentre ero in sua compagnia. Scuoto la testa per rinsavirmi dai pensieri sul fascino del cattivo ragazzo e gli presto attenzione. «Penso che quel ragazzo voglia dirti qualcosa». Così seguo il suo sguardo, fin quando non vedo la figura di Harry in piedi appoggiato alla sua auto.

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