il ragazzo moro lanciò un'occhiata veloce al suo orologio da polso, guardando le lancette dei secondi che si muovevano, pronte a far scoccare le 15:00.

sunhee sarebbe arrivata di lì a poco, conoscendola l'avrebbe vista non prima delle 15:10. lei arrivava spesso in ritardo, ma non perché fosse una ritardataria, ma perché spesso, sfortunatamente, veniva ostacolata da dei contrattempi.
in sei mesi di relazione jaehyun si era abituato ai suoi orari e non ci faceva nemmeno caso, anzi, in questo modo guadagnava tempo per parlare con...

il giovane scosse il capo, cercando di scacciare per almeno un secondo il pensiero della ragazza.

ora doveva pensare al suo discorso e a sunhee.

jaehyun non si riteneva per niente bravo con le parole, però si era comunque impegnato al massimo per infondere speranza per sunhee e il suo dispiacere nei confronti della ragazza nelle parole che aveva pensato e che stava per pronunciare.

il ragazzo prese a camminare in tondo, scacciando i sassolini di ghiaia che decoravano il ciottolato del parco, ripetendosi mentalmente il suo discorso.

era talmente preso che non sentì nemmeno i passi pesanti e veloci di qualcuno che, alla fine, andò a scontrarsi con la spalla di jaehyun.

quest'ultimo fu costretto a fermarsi per l'urto, alzò lo sguardo e vide una figura maschile che correva frettolosamente nella direzione opposta.

'scusami!!' urlò voltandosi il ragazzo, continuando a correre.

jaehyun non disse nulla ma riprese a pensare, aspettando sunhee.

nel frattempo sunhee era davanti all'entrata del parco; era ferma, si stringeva nella giacca di velluto rosa, in un tentativo di ripararsi dalla fredda brezza autunnale. i suoi capelli pastello veniva mossi leggermente dal venticello, finendole sul volto, e, per quante volte lei li rimettesse in ordine, questi tornavano imperterriti a farle il solletico sul viso.
la ragazza sbuffò e si arrese.
alzò gli occhi sull'arco di ciliegi, ormai quasi privi di foglie, che faceva da entrata al parco.

avanzò di un passo, poi di un altro, di un altro ancora, quando si ritrovò ad aver varcato la soglia dell'entrata.
jaehyun doveva trovarsi lì vicino, ma sunhee voleva rimanere un attimo tranquilla prima di subire ciò a cui si era sottoposta, la sua condanna.

si sedette sotto un albero di ciliegio, sopra le foglie secche, producendo un leggero scricchiolio.

appoggiò la testa al tronco, sentendo il contatto con la corteccia dura e ruvida. chiuse gli occhi per qualche secondo e schiuse la labbra, provando a liberare la mente. eppure stava ottenendo l'effetto opposto: tutti i ricordi con jaehyun riaffioravano nella sua mente, insidiosi, tempestivi nel farla sentire anche peggio.

ma la sua catena di pensieri fu spezzata nel momento in cui qualcosa di umido e ruvido venne a contatto con la pelle del dorso della sua mano.

la ragazza dai capelli rosa spalancò gli occhi e guardò in basso, dove vide un gattino dal manto caramello, con chiazze nere sparse sulla schiena e sulla testa e un musetto bianco e dolce.
le zampette candide del felino non produssero alcun rumore sulle foglie, ecco perché sunhee non si era accorta dell'arrivo del gattino.

era un gatto di... un anno, forse? doveva essere un gatto calico, secondo le sue conoscenze.

il gatto, o meglio, la gatta, continuò a leccare la mano di sunhee, la quale, intenerita, prese in braccio la bestiolina.

fu in quel momento che notò che la zampa posteriore destra della gattina era ferita, perdeva sangue.

'cosa ti è successo, piccolina?' chiese preoccupata la ragazza, osservando meglio la ferita per decretare una possibile causa.

「serendipity」Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora