𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟏𝟎

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Canzone del capitolo: Cut (Plumb)

Dopo la morte di mio padre, scovai un metodo per non piangere che risultò valido: serrare gli occhi e concentrarsi su qualunque tipo di rumore circostante.

Il rombo del motore, la marcia che viene cambiata, lo stridio delle ruote a ogni angolo che svoltiamo e persino... la fastidiosa voce di Ian Miller.

«Bella addormentata?», mi chiama. «Devi darmi le indicazioni se vuoi che raggiungiamo casa tua».

«Mmm...» mugolo facendo finta di pensarci su. Ha già il mio numero di telefono, il mio indirizzo di casa è fuori discussione.

Devo trovare un'idea, e alla svelta.

«Quindi? Hai dimenticato dove abiti?» domanda sardonico mentre mi lancia un'occhiata di sbieco.

Guardo la strada davanti a me. È deserta, a illuminarla solo i lampioni sui marciapiedi.

«Vai a destra, poi a sinistra. Dopo due isolati, gira a sinistra.»

Segue le mie istruzioni in assoluto silenzio per un po'.

A un certo punto rallenta e si ferma in mezzo alla strada.

Quando mi volto per chiedergli cosa stia facendo, due occhi inquisitori mi osservano.

«Adesso puoi dirmi le vere indicazioni?»

«Devi solo andare dritto...».

«Ho letto il curriculum, Haily. Hai una nuova residenza, e sono quasi certo che non si trovasse ad Atlantic Avenue», mi blocca girando il corpo completamente dalla mia parte, appoggiando un braccio sul voltante e l'altro sul poggiatesta del sedile. I muscoli gli guizzano sotto la camicia e il mio respiro accelera quando con la mano si porta i capelli indietro.

Perché deve essere così bello?

«Mi puoi dire di tua spontanea volontà dove abiti, oppure, vista la tua insufficienza a collaborare, risolvo tutto con una rapida chiamata. A te la scelta, ragazzina» dichiara tassativo.

I suoi occhi non mi lasciano un attimo mentre elaboro una risposta che non lo soddisfi. Vorrei fargli il verso e la linguaccia, ma potrei soltanto divertirlo di più.

«Puoi lasciarmi anche qui. Pare che la sbronza mi sia passata e sono perciò in grado di proseguire da sola» protesto.

«Haily, le indicazioni» ripete spazientito.

«No.»

Sospira. «Non è ciò che avrei voluto sentire» afferma tirando fuori l'iPhone dalla tasca dei pantaloni e digitando rapidamente un numero. Fa sul serio.

"Ryan, dimmi..."

«Quarantaduesima di Beacon Hill» borbotto infuriata.

Ian sbircia dalla mia parte e sorride vittorioso.

"Ryan, voglio l'auto alla quarantaduesima di Beacon Hill."

Sento un "Sì, signore" dall'altro capo del telefono.

Che razza di prepotente.

Mette giù la chiamata, fa retromarcia e riparte mentre io sbuffo sonoramente, sprofondando sul sedile.

Che dispotico, idiota, troglodita mi tocca sopportare.

Per mia fortuna il viaggio è stato breve, silenzioso e con la tensione alle stelle, ma breve. Quest'uomo è un pericolo pubblico alla guida, e Luke non apprezzerà il modo in cui ha trattato la sua bimba. Ma non c'è bisogno venga a saperlo.

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