Le lancette del suo orologio nero ticchettavano continuamente quasi seguendo il ritmo dei passi della ragazza che stava osservando da ormai due giorni.
Avrebbe dovuto farsi avanti ma Priscilla glielo impediva: i suoi occhi marroni lo congelavano.
Aveva già avuto a che fare con la mora ma ora voleva la bionda.
Era ora di tornare in classe e, finalmente, Luke avrebbe potuto avvicinarsi alla piccola bambola che camminava lentamente verso il laboratorio di aritmetica.
Non aveva mai capito perché tutti lo chiamassero "laboratorio", era una semplice aula; scura e noiosa come tutte le altre.
Si avvicinò alla ragazzina e le prese il polso, obbligandola a voltarsi.
"Quello è il laboratorio di aritmetica, possono entrarci solo quelli dell'ultimo anno." le sue dita stringevano ancora la delicata pelle della ragazzina che, al tatto, sembrava velluto.
"Oh...ero distratta." Arrossì la ragazza mormorando un piccolo "grazie." prima di andarsene.
Aveva uno strano profumo agrodolce.
Gli piaceva poter riconoscere una persona attraverso il suo profumo.
Luke era difficile, era come un documento ma difficile da leggere: era così che attirava le ragazze, era facile per lui farle innamorare, usarle ed uscire dalla loro vita, sei mesi dopo.
Osservò la ragazza dirigersi verso l'aula accanto.
Sul muro verde, appeso affianco alla porta color cemento, c'era un piccolo cartello abbinato all'entrata della classe: la scritta rossa diceva "3^E".
Piccola, innocente, fragile...il mondo doveva ancora mostrarle di che cosa fosse capace e lo avrebbe fatto presto ma, no, ora era lui il suo mondo: ci avrebbe pensato lui.
Prima che potesse varcare la porta, le prese di nuovo il polso.
"Come ti chiami?"
"Sarah. Ora devo andare Luke."
Come faceva a conoscere il suo nome?
Il biondo, senza parole, mollò la presa, liberandola dalla stretta decisa Delle sue dita.
"Ci vediamo fuori da scuola."
Lasciò da sola la ragazza mentre, di spalle a Sarah, se ne andava verso il laboratorio di aritmetica: la lezione stava per cominciare.
