Capitolo 3

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Era una fredda mattina di gennaio, le vacanze natalizie erano finite da due settimane ma Sarah voleva tornare indietro nel suo piccolo letto sotto alle calde coperte che la proteggevano da qualsiasi problema.

Si immaginava il caldo che le emanava la coperta di pile blu, la sua preferita, ma purtroppo l'unico tepore che sentiva proveniva dal maglione rosa che indossava: certo, era caldo ma non abbastanza per toglierle lo strato di pelle d'oca che le rizzava i peli. 

Il cancello grigio della Toronto Whites High School si faceva sempre più vicino e le lancette segnavano ormai le 8.00. Priscilla l'aspettava seduta sul muretto che circondava il prato della scuola, come sempre.
L'amica le stava sorridendo, mettendo in mostra l'apparecchio dello stesso colore del cancello.

"Hey come stai?" Le chiese Priscilla.
"Sto...e tu?" fece spallucce Sarah passandosi le piccole dita, coperte dai guanti, tra i capelli.

Aveva sempre amato l'inverno, le piogge, bere del tè caldo leggendo Cime Tempestose mentre fuori vedeva l'acqua cadere e scorrere sul vetro della finestra, per le strade, tra gli edifici.
Ma non sopportava il freddo.

Quel ricordo si affievolì quando sentì qualcosa muoversi tra i suoi piedi; spostò lo sguardo dalla mora- che stava esprimendo la sua opinione sulla lezione di diritto ed economia a suo parere troppo semplice- alle sue scarpe: un foglio di giornale era caduto dal muretto e si muoveva tra le sue gambe scosso da una folata di vento. Sarah spostò il piede lasciando che il pezzo di carta  prendesse la sua strada.
Esso passò attraverso due alberi per poi finire- spinto dall'aria- su un'altra gamba: questa, però, era coperta da spessi skinny jeans neri.

"Dai Luke entriamo." disse Michael buttando per terra il mozzicone della Winston che aveva appena finito di fumare. La pestò con le sue Converse nere e tornò a guardare il ragazzo che aveva di fronte. 
Michael Clifford era un tipo particolare a cui piaceva tingersi i capelli di tutti i colori, aveva un piercing al sopracciglio e ora voi penserete "Un vero punk rock." 
No.
Amava mettersi dei rossetti color pelle e truccarsi gli occhi per far risaltare le iridi verdi e, lo ammetto, gli stava alla grande.

"Ci sei?" chiese il ragazzo dai capelli verdi ridacchiando.
"Si tu entra, ti raggiungo tra poco." Luke liquidò il suo amico.

Una volta che Michael entrò, il biondo si tolse dalla gamba il piccolo e lurido foglio e si guardò intorno.

Eccolo.

Si avvicinò ad una ragazza bassa dai capelli biondi che stava indossando un orribile maglione rosa e la sorpassò, senza farci troppo caso, buttando nel cestino il giornale.
Appena si voltò per entrare a scuola si congelò vedendo il viso della ragazza.
Gli occhi verde smeraldo si abbinavano alla perfezione al viso pallido accompagnato dalle gote rosse.

Forse aveva freddo.

Le labbra carnose si incurvarono mostrando un sorriso smagliante al che il ragazzo si morse il piccolo anellino nero che si posava sul suo labbro inferiore.

Lei era perfetta.

Six MonthsWhere stories live. Discover now