IV: ... And a New Friend (pt. 2)

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In quel posto l'Autunno regnava vincente.

« Qua ci vengo sin da quando avevo sei anni » incominciò Frank, sedendosi con la schiena poggiata al grande e largo albero spoglio, e facendo anche a Gerard il segno di sedersi « Sai, io sono nato il giorno di Halloween. I miei genitori si divertivano a farmi scherzi, alcuni anche molto inquietanti. Una volta mi ero spaventato così tanto che sono corso fino a qua di notte, in pigiama. - iniziò a ridere imbarazzato - Questo parco non è molto distante da casa mia. Quando ho trovato questo posto, mi ci sono messo, finché i miei genitori non sono venuti a prendermi seguendo le impronte rosse del sangue finto che mi avevano versato nel letto »

Gerard non sapeva se ridere o rimanere serio. Magari Frank si sarebbe offeso.

Invece Frank cominciò a ridere per riempire quel silenzio imbarazzante, quindi Gerard lo seguì.

« Beh... è un ricordo molto particolare legato a questo posto » disse l'amico dai capelli lunghi. Frank gli sorrise.

« Cosa ti piace fare? Insegui dei sogni?» gli chiese il più piccolo.

Gerard ebbe una stretta allo stomaco.

« Ehm... non proprio. Vedi, non credo molto-»

« In te stesso?» lo interruppe Frank « Ray ed io stavamo parlando e lui ha detto che aveva un amico con poca autostima, non ricordo neanche com'è uscito fuori questo discorso...»

Le guance di Gerard diventarono rosse come un semaforo.

'Non sa quando sono nato, ma sa che non credo in me stesso' pensò demoralizzato e scontento Gerard.

« Però mi ha anche detto...» continuò Frank « ... che disegni benissimo, canti da favola e scrivi testi meravigliosi. Un giorno mi devi mostrare tutte queste doti!»

Gerard divenne ancor più rosso, a sorrise.
« Grazie »

« Io so suonare la chitarra. Ho anche una band, dove canto e suono »

Gerard s'interessò e chiese: « Davvero? Che figo! Come si chiama?»

« Pencey Prep » rispose lui fiero.

E continuarono a parlare, parlare, parlare...

Non si accorsero neanche che il sole era ormai tramontato.

~

« Questo albero è davvero comodo per appoggiarci la schiena » osservò Gerard.

« Quando ho sentito il tuo nome stamattina mi sono, beh... sorpreso. Come se fosse raro trovare persone che si chiamano Gerard qui a Belleville... È pieno. - risero - Ho chiamato questo albero Gerard »

Gerard si sentì elogiato: « Come mai?»

Frank esitò prima di rispondere: « Beh... al mio settimo compleanno ero tornato qui, ma sulla strada sono stato quasi investito. Un ragazzo con una maschera sulla testa mi ha salvato. Sono...» non riusciva ad andare avanti, sembrava stesse sul punto di piangere. Deglutì e continuò: « ... S-sono innamorato... di questo ragazzo. Era stato così carino con me per calmarmi, si era anche presentato, si chiamava come te... ma non gli ho mai visto la faccia... ora la sto cercando... ovunque »

Si coprì frettolosamente le mani e cercava di scusarsi in tutti i modi di qualcosa che Gerard non riusciva a capire.

« Scusa di cosa?» chiese.

Frank lo guardò con i suoi occhioni quasi colmi di lacrime che facevano ricordare a Gerard un cucciolo indifeso.

« Beh...» esitò il più piccolo «... ti ho esplicitamente detto che, beh... sono... g-gay»

Si ricoprì la faccia tremante.

« A me non interessa. Ti piace una persona, basta questo. Chi se ne frega se è maschio o femmina » spiegò saggiamente Gerard. « Perché hai così paura?»

Frank attese prima di rispondere: « L'anno scorso andavo ad una scuola cattolica dove venivo pesantemente bullizzato, sia fisicamente che emotivamente, perché dicevano che ero gay e mi chiamavano Pansy per i miei lineamenti femminili. E avevano ragione, ma la cosa che mi faceva arrabbiare era che non riuscivano a capire che fosse normalissimo. Non voglio che accada anche qui. Non voglio dovermene andare » stava per piangere.

« Almeno tu eri bullizzato...» sospirò Gerard.

« Cosa?» Frank aveva istantaneamente cambiato emozione. « Tu sai cosa si prova ad essere umiliati davanti a tutti, ogni singolo secondo della tua fottuta vita, senza che nessuno ti aiuti?»

« No » rispose Gerard. E prima che Frank potesse controbattere, continuò: « Non so come ci si sente ad essere calcolati. Tu eri bullizzato, ma almeno tutti sapevano che esistevi. Lo so, ti potrò sembrare una persona orribile, ma io vorrei solo sapere come ci si sente ad essere visibili a tutti, invece che invisibile... Mio padre se ne è andato di casa quando ero piccolo, ora non so dove sia, mia madre non sta mai a casa e quando manco a scuola solo Ray e Matt si chiedono che fine abbia fatto. A volte penso che se morissi il mondo non cambierebbe. Vorrei lasciare il segno, è importante per me far capire alle persone che Gerard Way esiste, e fargli ricordare che è esistito »

Gerard aveva involontariamente confessato una (minima) parte dei suoi problemi ad una persona che aveva appena conosciuto. Tutto ciò non l'aveva rivelato neanche a Ray.

E stava piangendo a dirotto.

« Gee... Mi dispiace davvero tanto. In situazioni del genere non so bene cosa dire so solo che se morissi, e non provare neanche per scherzo a condurti di tua volontà alla morte, il mondo cambierebbe. Tu hai un futuro davanti, e chissà cosa farai in questo futuro! Aiuterai molte persone con la musica o con i tuoi disegni, ispirerai molte persone, le potresti salvare addirittura da un suicidio! Se tu morissi, tutto ciò non accadrebbe. Il mondo va avanti perché non tutti si arrendono, e quelli che campano, come me e te, possono cambiare il mondo »

Le parole di Frank fecero ragionare tanto Gerard, che capì che prendere in luce l'idea di suicidarsi era davvero una scemenza.

Ma, una volta iniziato, non era facile smettere.

Sua nonna non sarebbe stata in grado di dirgli quelle cose. Non dopo quella cosa.

Gerard non riusciva a parlare, quindi fece capire all'amico la sua gratitudine abbracciandolo calorosamente.

Dopo un po' di secondi che i due erano attaccati (durante i quali Frank confortò Gerard passandogli dolcemente la mano sulla schiena), Gerard allontanò il suo corpo da quello del più piccolo e, asciugandosi le lacrime, disse: « Allora... il ragazzo che ti piace si chiama come me, eh?»

Gerard era di nuovo... felice. Quell'emozione che aveva provato prima di uscire con Ray e Frank. Quell'emozione inspiegabile.

Il perché non lo sapeva.

« Sì. E poi, come ti ho detto, qui di Gerard ce ne stanno a bizzeffe. Poi ha detto che sarebbe partito per la Scozia. Probabilmente ora sta lì... con una ragazza...»

« Sii ottimista. Lo troverai, e se non lui, un ragazzo migliore. E te lo dice un pessimista cronico »

Scoppiarono a ridere.

Continuarono a chiacchierare.

Si guardavano.

Si abbracciavano.

E sentirono un clic.

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Penso che comincerò a scrivere i titoli delle canzoni qui sotto invece delle citazioni :")

~ Kill All Your Friends ~

The World Is Ugly, But You're Beautiful To Me | Frerard |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora