(19) Cambiasso

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"Anto da ora devi cominciare a stare attento con Esther, è finito il periodo dell'idillio iniziale, ora comincia la vera vita di coppia e non sarà rose e fiori come questo inizio" dice D'Ambrosio d'un tratto, sorprendendo Candreva e Gagliardini, che stavano facendo gli esercizi in silenzio vicino a lui.

"Lo so Dan, lo so bene, anche se in realtà non so neanche se siamo una coppia" dice   Anto appoggiando il bilanciere a terra.

"Beh Anto, ha conosciuto tua figlia, tua sorella ed i tuoi genitori, a me   sembrano indicatori di una relazione seria"
"Sì, ma è lei che mi preoccupa: non riesce a chiedere mai una mano quando è   in difficoltà, anche per le stronzate più assurde. Finchè si è da soli va   bene, ma in una coppia si è in due"
"Disse quello che chiede sempre aiuto"
"Sono un uomo, è diverso. In più non sono lei"
"Ecco che comincia... Anto senti, l'unico modo è parlarne seriamente, senza   scopare quando state per litigare" dice severo Roberto guardando male Antonio.
   "Va bene... ora chiudete il becco che sta arrivando"

Esther entra in palestra, saluta tutti e va verso Pioli per parlargli, poi chiama Santon ed insieme escono dalla porta da cui la ragazza è entrata, mentre Davide le poggia un braccio sulle spalle.

Danilo si volta verso Anto e nota che la vena sul collo del romano è ben visibile e pulsante mentre le nocche delle mani sono bianche per quanto il pugno è stretto.
   "Anto calmati"
   "Calmati un cazzo, quello non deve neanche osare"
Pioli fulmina Candreva con lo sguardo, ed il calciatore si rimette a fare gli   esercizi fissando la porta.
   "Non è che se fissi la porta questa si apre e Santon entra eh" dice Mauro   passando davanti al numero 87
   "Maurì, non è il momento" risponde secco Antonio
   "Non ti facevo così geloso"

Non appena Pioli dice che l'allenamento mattutino è   finto, Candreva scatta verso l'uscita, va in sala relax, prende Esther per un   braccio e la trascina via fino alla sua macchina.

"Che voleva?" chiede incrociando le braccia al petto
   "Ma sei scemo?!" urla Esther massaggiandosi il polso
   "Dimmi che voleva!"
   "Mi ha detto Zanetti di convocarlo, ti calmi?!"
   "In sala c'eravate solo tu e lui, non ho visto Zanetti!"
   "Lo stavamo aspettando, calmati cazzo"
   "Non mi calmo finchè non mi dici che voleva Santon"
   "Non lo so visto che sei entrato come un bisonte e mi hai trascinato via"
   "Piuttosto di darmi del bisonte dovresti ringraziarmi"
   "Ringraziarti cosa? Ti fai troppe seghe mentali su Davide, questa è la   verità, mo' io vado"
   "Dovevamo uscire a mangiare" dice il calciatore prendendo la mano di Esther
   "Non ci voglio andare con un complessato come te"
   "Modera il linguaggio ragazzì, so' sempre più grande di te"
   "Sai che bastava chiedere 'per favore' ? Perché avevo proprio voglia di   pranzare con te"
   "Sai che bastava non rispondermi male? Non è che se hai i genitori che se ne   sbattono di te puoi fare la maleducata"

   "Anto, vaffanculo" dice Esther allontanandosi velocemente dal romano,   sconvolto anche lui per quello che ha appena detto.
"Scusa, non volevo"   sussurra a bassa voce, guardando le spalle della ragazza sparire dietro al muro, poi Anto rientra in sede per andare a mangiare con Dan   e gli altri.

Nanetta

Linda, Anto l'ha combinata grossa.
Lo ammazzo

Tra un'ora stacco, usciamo e ne parliamo.
Esther, non fare cazzate
nel frattempo.

Si okay.
Grazie

"Io non gli chiedo scusa" risponde per la terza volta Esther; Linda si mette una mano in faccia: tra Anto e Esth non sa chi sia più testardo e orgoglioso, nessuno dei due vuole fare il primo passo per riportare la calma nella loro relazione.
La piemontese comunque riesce a far ragionare la romana, che durante il tragitto verso casa pensa a cosa potrebbe dire al calciatore; ogni suo buon intento viene cancellato dall'ultima frase che le ha detto Anto, non avrebbe dovuto toccare un tasto così dolente.

Arrivata a casa si mette la tuta da casa per poi mettersi sul divano, non appena accende la TV sente la serratura scattare e vede Candreva bagnato fradicio sull'uscio.
"Dove sei andato?" chiede correndo a prendere un asciugamano
"A correre, ma non ho previsto il temporale" risponde il romano battendo i denti dal freddo.
"Vieni, prima che ti ammali" dice la ragazza portando Antonio in bagno, per poi aggiungere "fatti una doccia calda, ti prendo dei vestiti asciutti".

Quando Anto esce dal bagno con l'accappatoio viene fermato da Esther che lo fa rientrare e sedere sullo sgabello.
"Ti asciugo i capelli, non voglio che tu ti ammala" spiega la ragazza tirando fuori il phone da una delle ante dell'armadietto. Candreva sta fermo sullo sgabello, godendosi il caldo e le cure della ragazza: è andato a correre per scaricare l'incazzatura della mattina, ma al temporale non ci ha proprio pensato, ma non tutti i mali vengono per nuocere.

Ancora infeddolito, Anto indossa la tuta che gli ha dato Esther e si mette sul divano con lei sotto la coperta. Mentre guardano un documentario la ragazza gioca con i capelli del calciatore, mentre lui chiude gli occhi per provare ad addormentarsi: è stanco, la notte prima non ha dormito, ultimamente gli succede sempre di avere incubi il martedì.

Anto si sistema meglio nell'abbraccio di Esther e per poco incrocia il suo sguardo con quello della ragazza; a Candreva piacciono quegli occhi: sono come due minuscole labbra capaci di parlare anche nel silenzio.
Anche Esth si addormenta, scaldata dal corpo di Antonio e cullata dai rumori della giungla provenienti dal documentario in televisione.

La ragazza si sveglia verso l'ora di cena e si dirige in cucina, attirata da un profumino a lei familiare: pasta alla gricia. Candreva sente la ragazza dietro di sè e si gira sorridendo "Sorpresa, spero sia venuta bene" dice baciando Esther, ancora assonnata.
"Sicuramente" risponde lei sorridendo.

I due non sono i migliori a spiegarsi con le parole ma quello che non riescono a dire con discorsi articolati, se lo dicono con piccoli gesti: certe volte sono più significative azioni che possono sembrare insignificanti a molti, piuttosto che parole belle ma, alla fine, inutili.

Il problema è impegnarsi sempre a chiarirsi anche senza parole, soprattutto quando le cause dei litigi sono più grandi e riguardano fatti più importanti.

"Io non lo so
se sono dentro o fuori
se mi metto in pari
so che ogni lacrima è diversa
so che nessuna è come te

Sono sempre i sogni
a dare forma al mondo
sono sempre i sogni
a fare la realtà "

Rotten; Antonio CandrevaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora