Capitolo 4

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Credo che stasera tornerò a casa con i testicoli viola.

Se pensavo di aver avuto la mia dose quotidiana di Luke Hemmings in costume rosa e lecca lecca tra le labbra, mi sbagliavo di grosso e adesso che il pene radar aveva adocchiato il ragazzo femminile stretto in una tuta che metteva in evidenza il suo culo (e non posso cominciare a parlare del suo culo, perchè non finirei mai più) e che avevo preso coscienza che ci avrei dovuto passare la serata, le cose per mini Ashton si facevano nere. Anzi, viola.

"Ashton, caro, vuoi del ghiaccio nell'acqua? Sembri piuttosto accaldato" domanda Liz, la madre di Jack e genitrice anche di Luke, e sono tentata di dirgli che è tutta colpa del piccolo di casa Hemmings, ma credo di avere ancora, da qualche parte nel pancreas, un briciolo di dignità, perciò scuoto la testa, svuotando il mio bicchiere d'acqua ghiacciato.

"È l'estate, Liz. Tende a farmi questo effetto" rispondo, quando sento, poco distante da me, una voce mormorare: "non sapevo di aver cambiato nome in Estate di recente".

Avvampo a quelle parole, girandomi verso Luke che, accanto al suo amico dai capelli colorati, sorride maliziosamente, facendo vedere la sua lingua avvolgersi attorno alla pallina di zucchero.

Santa madonna, qualcuno mi fermi dal possederlo sul tavolo da pranzo, tra il tacchino ed i piselli. Farcito come un tacchino dai piselli, giusto per rimanere in tema.

"Jack, ti dispiace se esco un secondo prima del dolce? Ho un po' caldo" mormoro, sventolandomi con il tovagliolo per sottolineare la mia improvvisa caldana degna della menopausa di mia madre, quando lui scrolla le spalle, prendendo un sorso di birra.

"Sei a casa tua, amico, fai come vuoi. Se non tornerai in tempo mangerò anche la tua fetta di dolce, sappilo" sorride, girandosi poi per parlare con Mark che continua a raccontare delle sue avventure (molto poco caste) a Ibiza, e senza aspettare oltre esco nel piccolo giardino di casa Hemmings, inspirando a pieni polmoni il caldo secco.

Sembra che voglia risucchiarmi l'anima, e l'unica persona che vorrei mi risucchiasse qualcosa è in quella sala da pranzo. Maledizione a Luke e al rosa e alle sue gonne corte e...

"Sai che parli da solo, vero?".

Sobbalzo a quella voce divertita e provocante, girandomi per vedere il ragazzo in tuta rosa continuare a succhiare il suo lecca lecca, e qualcosa mi dice che ci sa fare non solo con le palline di zucchero, ma anche con altri tipi di palle.

"E tu sai che non si dovrebbe origliare?" Ribatto, cercando di riacquisire il mio posto. Sono più grande di lui e... Beh, sappiamo entrambi chi comanderebbe a letto.

Luke sorride, rimuovendo il lecca lecca dalle labbra prima di avvicinarsi a me, abbastanza affinchè senta il profumo di fragola delle sue labbra. "Avrei proprio bisogno di una lezione... Perchè non mi punisci?" Domanda, sbattendo più volte gli occhioni blu, e a quelle parole spalanco gli occhi, sentendo quanto il mio corpo ami questo suggerimento. Dio, le mie povere palle viola muoiono dalla voglia di piangere.

"Perchè non mi compete, dolcezza... A meno che tu non chieda con le buone maniere".

Luke sorride, avvicinandosi maggiormente, tanto che il suo naso quasi sfiora il mio, e credo stia per supplicarmi di fare quello che muoio dalla voglia di eseguire quando si allontana con un sorriso malizioso. "Mi dispiace, mai stato un bravo ragazzo", e con quelle parole se ne va, sculettando per accentuare la forma tondeggiante del suo fondoschiena, lasciandomi senza parola e con un problema che non se ne andrà facilmente. Si dice duro come la roccia, d'ora in avanti si potrà dire duro come Ashton Irwin.

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⏰ Last updated: Aug 30, 2017 ⏰

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Babydoll || LashtonWhere stories live. Discover now