Capitolo 1

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[Luke]


"Dovevi per forza vestirti così, stamattina? Ci stanno guardando tutti" mi rimprovera Michael per l'ennesima volta, occhieggiando il mio corpo gracile coperto - beh, coperto si fa per dire - da una deliziosa gonnellina a balze rosa confetto e da una striminzita maglietta che lascia l'ombelico scoperto, bianca con la scritta rosa Angel a spiccare sul mio petto. Forse aveva ragione, non avrei dovuto indossare quelle cose così provocanti in pieno giorno, ma il mio cervello così mi aveva detto di fare e io gli avevo dato ascolto. E poi sono dannatamente carino vestito così, e questo credo sia molto più importante dell'occhiata schifata di qualche donna in menopausa a caso.

"E aspetta di vedere il mio costume con le margherite" ribatto, sorridendo malizioso, e Michael sospira rassegnato, abituato ormai all'aura che mi porto dietro e alle occhiate sconvolte di quasi mezza città, nonostante ormai si sappia benissimo che io, Luke Hemmings, adori il rosa e gli abiti femminili. E' da anni che vado in giro conciato in questo modo, la gente avrebbe dovuto abituarsi, no?

Beh, come dice sempre mia madre - fiera sostenitrice del sei un ragazzo e devi vestirti come tale, nonostante ormai sia scesa a patti con queste mie inclinazioni -, non ci si abitua presto alle novità, e un ragazzo che veste di rosa e indossa gonnelline davanti cui la più casta delle suore impallidirebbe è un grosso boccone da mandare giù. Magari un giorno mi capiranno; adesso, però, mi diverto a far impazzire tutti (negativamente e positivamente) con il mio vestiario. E' divertente gustarsi la reazione sconvolta delle donne di chiesa, gli sguardi invidiosi delle ragazze - che, credetemi, pagherebbero oro per avere un minimo della mia bellezza - e le occhiate languide dei ragazzi gay che mi vorrebbero nel proprio letto. Mi piace stare al centro dell'attenzione, in un certo senso, e credo trasparisca bene da come mi comporto.

"Io ho perso le speranze, con te" mugugna Michael mentre facciamo il nostro ingresso nella piscina comunale, attirando le occhiate di tutti. Di solito a quest'ora la piscina è frequentata da mamme in menopausa e dai loro bambini chiassosi, quindi non è proprio il terreno adatto a me. Me ne farò una ragione.

Ignorando le parole di Michael mi siedo su di una sdraio, dopo averci messo sopra il mio telo da mare azzurro pastello ed essermi sfilato i vestiti, restando nel mio costume nero con le margherite. "Lo dici da quando mi sono scopato quel tuo compagno di corso alla festa a cui mi hai portato" gli ricordo, facendolo sospirare nuovamente, "Ah, l'orgasmo migliore della mia vita".

"Smettila di ricordarmelo sempre! Dovrei aver litigato con te nel momento in cui ti ho trovato aggrovigliato a Tanner, lo sapevi che mi piaceva" si lamenta Michael, inforcando gli occhiali da sole mentre si distendeva sulla sua sdraio.

Alzo gli occhi al cielo. "Suvvia Michael, è stato mesi fa!".

"E' successo il mese scorso".

"Infatti. Un'infinità di tempo" asserisco, alzando le spalle prima di sfilare dal mio zaino un lecca lecca alla fragola a forma di cuore. Sorrido felice prima di aprirlo, sentendo lo sguardo bruciante di Michael su di me mentre lo metto in bocca. "Che vuoi ora?".

 Michael sospira. "Dovresti smetterla di mangiare lecca lecca, ti verranno delle carie o giù di lì e tua madre già pensa che io sia una brutta influenza per te" borbotta, facendomi alzare gli occhi al cielo. Non mi piace che mi si dica cosa debba o non debba fare, e Michael oggi stava dando il meglio di sé in quanto ad ordini. So che lo dice per il mio bene, ma... A volte è asfissiante, come un genitore rompiscatole.

"Ma sono arrapante con i lecca lecca in bocca!" sbotto in risposta, forse troppo ad alta voce perché due signore scappano via inorridite, portandosi dietro i bambini che mi stavano guardando confusi e meravigliati. Sui bambini faccio un bell'effetto, soprattutto sulle femmine che mi fanno i complimenti perché 'sembro una principessa'. E in effetti, in un certo senso lo sono. Un po' meno virtuoso di una principessa, e sono un ragazzo, ma mi piace quando mi chiamano così.

"Ti sembra il caso di metterti ad urlare?! Hai fatto cadere il bagnino in piscina!" esclama Michael, facendomi voltare verso la piscina proprio nel momento in cui una sottospecie di Adone greco esce, con uno scatto degno del migliore Dio del mare, da essa, lasciandomi ammirare i suoi addominali scolpiti che rilucono al sole grazie alle gocce d'acqua che vi scorrono sopra sparendo nell'elastico del costume (e lo ammetto, in quel momento stavo desiderando di essere ogni singola goccia d'acqua sul suo corpo. Sì, è bello fino a quel punto).

"Chi è?" chiedo subito, chiudendo la bocca - ero sicuro di star sbavando, in quel momento, e forse era così perché Michael mi stava guardando disgustato.

Il biondo sospira, facendomi voltare verso di lui. "E' Ashton Irwin, veniva a scuola con me e tuo fratello. Non te lo ricordi?" mi chiede, facendomi scuotere la testa.

"Se devo essere sincero non ricordo nessun Ashton Irwin" borbotto dubbioso "E diamine, perché non me lo ricordo? Guarda che pezzo di manzo che è!" aggiungo, alzandomi dalla sdraio. Devo conoscerlo (e scoprire cosa si cela sotto quel costume rosso, anche).

Michael scuote la testa. "Luke, conosco quel tuo sguardo. Non fare niente di avventato, ti prego" mi consiglia, consapevole che farò esattamente il contrario di ciò che mi dice. Perché io sono fatto così, disubbidisco sempre. E' nella mia natura.

"Voglio solo chiedergli scusa perché con le mie parole l'ho spinto a cadere nella piscina, niente di che" mugugno, sorridendo malizioso mentre mordicchio il lecca lecca.

Beh, magari con le mie parole lo spingerò a cadere accidentalmente nella mia bocca, ma questo è tutto da vedere.

Babydoll || LashtonWhere stories live. Discover now