Attaccare è difendersi.

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23 Marzo. Tokyo, quartiere di Shibuya.

Heiji guardava da dietro il vetro della sala regia il suo lavoro. Quella che doveva sembrare la nuova stella della Zeta Records stava litigando con il suo ragazzo, ossia il suo datore di lavoro. Il suo ragazzo infatti era il capo della baracca, il grande Zenda, rapper adorato dalle folle e adesso produttore discografico: Heiji aveva un appuntamento con lui per un'intervista. Heiji era stato avvertito che quella mattinata Zenda sarebbe stato impegnato, ma essendo l'unico giorno libero tra altre interviste e altre cose importanti da fare, aveva dovuto accettare. Le domande gliele avrebbe fatte in pausa pranzo. Tanto ormai erano le due e quella ragazzina dai capelli fluo rosa era visibilmente stufa e stanca. Zenda era un perfezionista e come tale pretendeva da tutti il meglio del meglio. Aveva ragione.

Heiji era già entrato in uno studio di registrazione: gli piaceva l'ambiente. Tutta quella strumentazione, il mixer, i microfoni, le casse stereo. In quelle due stanzette si respirava creatività, e per lui era molto meglio di qualsiasi altra droga.

In quel momento entrò nella sala regia una ragazza, occhiali da sole, capellino bianco da baseball calato sugli occhi, alle spalle la custodia di una chitarra. Heiji la guardò. Il suo cervello scattò subito nel cercare di riconoscerla. Di solito chi si copriva così era un artista famoso, che aveva dovuto camuffarsi per raggiungere la sala si registrazione senza essere fermato ogni cinque metri.

-Ciao Gwen. Cercavi Zen? - chiese uno dei due giovani al mixer.

-Esatto- disse lei guardando Heiji da dietro le lenti.

Heiji rapidamente scorse i nomi di tutti quelli che potevano aver un così stretto rapporto con Zenda, chiamarsi Gwen e girare vestito in quel modo. Giunse alla conclusione che doveva essere un compositore. Non aveva mai sentito il nome, presumibilmente d'arte, visti i lineamenti giapponesi, però era di sicuro una musicista e aveva uno stretto rapporto con il produttore. Qualcosa in lui gli aveva suggerito compositore, ma sapeva che poteva essere benissimo anche un'amica, o un'artista emergente o chiunque altro.

La ragazza fece un passo avanti, si tolse gli occhiali da sole e non nascose apertamente la sua ostilità nei confronti di Heiji.

-non ti ho mai visto- dichiarò lei.

-nemmeno io se per questo- rispose divertito Heiji.

Per nulla intimorita fece qualche passo in direzione di Heiji e si fermò di fronte a lui. Il ragazzo stava seduto a gambe distese, mani nelle tasche e la guardava divertito, in attesa di verificare se la sua deduzione era corretta. Heiji notò che i ragazzi dietro Gwen gli avevano fatto delle facce preoccupate, dei gesti con la mano come per suggerire di darsela a gambe.

Gwen e i suoi lunghissimi capelli neri scivolarono accanto alle guance e davanti alle spalle. Quella ragazza aveva due occhi scuri e la pelle chiarissima. Portava una giacca in jeans logora e il doppio di lei, una gonna cortissima e delle calze a rete nere. Le adidas total yellow ai piedi.

-Io sono Gwen, le persone che non stanno alle mie regole mi irritano molto. Odio quando mi si manca di rispetto, odio quando le persone mi fissano con quel ghigno di superiorità, odio quando anche gli insetti come te, non sanno stare al loro posto- disse lei avvicinandosi molto al viso di Heiji. Sembrava quasi a un passo dal baciarlo. Ma la vicinanza fisica era tutta studiata per incutere più timore e questo Heiji lo sapeva. Perchè anche lui la usava. Azzerare lo spazio con l'altro, avvicinarsi per fare paura. 

i ragazzi in studio gli mimavano alle loro spalle la parola "sociopatica". Sociopatica? Lei? Bugie. Heiji sapeva bene che quella non poteva essere sociopatica, perché il sociopatico tra i due era lui. Al massimo poteva essere bipolare, per la reazione esagerata che stava avendo. Ai matti bisogna sempre dar ragione.

-Allora Gwen ti chiedo scusa. Sono un giornalista – disse Heiji tirando fuori il tesserino – e ho un appuntamento con Zenda per fargli un'intervista. Ti ho guardata perché hai aperto la porta e non c'era niente di più interessante da guardare- disse Heiji con un finto sorriso dispiaciuto. Gwen lo guardò per niente soddisfatta della risposta. Poi gli sputò  un "mph" da quella distanza e si allontanò.  Si voltò verso gli altri due nella stanzetta, ignorando Heiji completamente.

-Me ne vado. Dite a Zen che sono passata. Ho da parlare con lui urgentemente- disse sistemandosi il cappello nuovamente. Vedendo i due annuire, sospirò come se avesse fatto una grande fatica, si passò una mano tra i lunghissimi capelli neri. Senza più degnare di considerazione nessuno, uscì dalla porta.

Calò il silenzio. Heiji stava per aggiungere qualcosa quando uno dei tecnici si voltò verso di lui e fece segno di zittirsi. Solo dopo qualche altro secondo, sentirono la porta richiudersi.

Aspettarono ancora qualche secondo in silenzio. Quella ragazza non era sociopatica, ma di sicuro non aveva tutte le rotelle al loro posto. La reazione che aveva avuto era stata spropositata.

-Non fare mai arrabbiare Gwen... è la compositrice di Zenda, è un genio per quanto riguarda la musica, ma non è in grado di trattare con le persone. Come hai visto, ha queste reazioni...ogni tanto però- disse uno dei due a bassa voce.

-Con tutti quelli che entrano in studio e non conosce, ha questa sorta di reazione di difesa...- disse l'altro.

-Non credo che comunque sia sana- sentenziò Heiji sbadigliando. I matti non lo interessavano per niente. La loro patologia era già scritta sulla carta. Quelli interessanti, quelli imprevedibili erano gli esseri umani. E a lui interessavano solo quelli funzionanti: solo così poteva studiarli, capirli e in alcuni casi romperli. Questo lo faceva sentire bene e soddisfatto.

-non lo credo nemmeno io...ma infatti ho sentito che ha avuto una brutta infanzia e che è seguita da qualcuno- disse uno dei due. In quel momento la loro conversazione fu interrotta da Zenda che rientrava in sala regia. Lui e la sua ragazza avevano deciso di abbassare le armi, di concedersi un armistizio almeno per la pausa pranzo. Per la gioia di Heiji.

White DayWhere stories live. Discover now