V. Tanti anni in una gabbia d'oro

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«Divinamente, grazie» risposi ricambiando il sorriso.

Appoggiai la testa al sedile osservando il paesaggio fuori dal finestrino.
La zona ricca di ville in cui abitavo, denominata Grosse Point, lasciava pian piano spazio alla zona più povera. A dividerle l'Alter Road, una strada che faceva da spartiacque tra le case dell'alta società e quelle della malavita.

Se eri in cerca di guai, ti bastava andare nella zona oltre Alter Road. Là i commercianti giravano con la pistola nel cinturone, come in un vero film western e non era inusuale trovare carcasse di auto bruciate, vetrine infrante o edifici che cadevano a pezzi.

«Siamo arrivati» mi informò George scendendo dall'auto per aprire la mia portiera.

Presi la cartella che avevo abbandonato ai miei piedi e, dopo averlo salutato, mi diressi verso l'entrata dell'edificio.

La Wayne University ricordava un vero e proprio college inglese, con tanto di torrette in mattoni e tetti a punta. Aveva una forma a rettangolo, al cui centro vi era un enorme parco dove adoravo studiare in primavera e in estate. Per certi versi mi sembrava Hogwarts, purtroppo senza magia.

Vantava tre biblioteche di tutto rispetto, una squadra di atletica, numerose confraternite ed, inoltre, vi aveva studiato l'attore che interpretava Andy ne La vita secondo Jim.

«Eccoti!» cinguettò Cath saltellando nella mia direzione. «Ti ho preso il frapuccino al cioccolato che adori»

I capelli castani, sempre impeccabili, erano raccolti dietro la nuca e gli occhi marroni erano lucidi per colpa del freddo.

I capelli castani, sempre impeccabili, erano raccolti dietro la nuca e gli occhi marroni erano lucidi per colpa del freddo

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«Ciao, Cath» la salutai prima di essere baciata sulla guancia. «Ti ho già detto quanto ti amo?» scherzai prendendo il bicchiere bollente di Starbucks.

«No, oggi proprio no. Ma sentirtelo dire fa bene al mio ego»

«Beh, volevo dirle che la amo immensamente, Catherine Adams» declamai con tono solenne. «Ma dov'è Cylie?» chiesi notando l'assenza della bionda che frequentava economia con lei.

«Oh lei è malata. Febbre, raffreddore. Quelle cazzate lì» gesticolò.

«Che sfiga! Dopo provo a chiamarla». Presi un sorso della calda bevanda guardando l'ora sul cellulare. Quasi mi andò di traverso, quando scoprii che fossero le 8.57. Avevo tre minuti per raggiungere il lato opposto dell'edificio e, visto che non avevo le ali, né alcuna capacità di teletrasporto, avrei dovuto correre.
«Sono di nuovo in ritardo! Devo andare. Ci vediamo in mensa» la salutai velocemente avviandomi verso l'aula del signor Hood.

Cath e Cylie erano le uniche amiche che avessi mai avuto. Le conoscevo fin dall'infanzia, perché i nostri padri erano colleghi e le nostre madri passavano i mercoledì pomeriggio davanti ad una tazza di thè aromatizzata con un'abbondante dose di pettegolezzi.

The Kidnapping » hes (Sospesa)Where stories live. Discover now