L'incubo delle Tre Regine.

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CAPITOLO QUARTO: L'INCUBO DELLE TRE REGINE.

Alle sei del mattino Astrea stava già facendo colazione. Dopo essere tornati dalla festa di Viktor, aveva impiegato un paio d'ore per togliere i residui di sangue dai capelli e dalla pelle, mentre gli abiti erano irrecuperabili e li aveva dovuti gettare. Tanisha era stata sistemata, ancora sotto effetto della polvere fatata, nella cuccetta accanto a quella di Glenys, e Nikolai aveva occupato un divanetto della sala giorno perchè il suo rumoroso russare disturbava il riposo degli altri. Sally aveva deciso di dormire, per quelle poche ore dopo l'alba in cui dormiva, nella saletta notte in cui una brandina spoglia faceva da arredamento. La stanzetta matrimoniale, ossia un letto a due piazze e un comodino, era stata lasciata ad Astrea e a Raphael.
"Già sveglia?"
Nikolai si sedette al tavolino e si passò una mano tra i capelli scompigliandoli. Astrea gli passò una tazza di latte che lui accettò volentieri.
"Sì, non ho dormito molto. Come mai sei in piedi a quest'ora?"
"Mi sveglio sempre all'alba per annaffiare le piante di mia madre, e poi vado a fare visita alla tomba di mio padre."
Astrea si ritrovò nel ragazzo, comprendeva il dolore per la perdita, la sensazione costante di abbandono. Lei, al contrario di lui, allontanava il ricordo dei suoi genitori e continuava imperterrita le sue giornate per evitare che il dolore e la rabbia la consumassero.
"Nik, mi dispiace. Mi dispiace per averti strappato da tua madre e dalla tua vita da studente. Quando sarà tutto finito, ti prometto che tornerai a casa tua e dimenticherai tutto questo."
Nikolai sorseggiò il latte, i grandi occhi blu in netto contrasto col pallore del suo viso. Le ricordava Alec, sia nell'aspetto sia nel carattere. Quante cose erano cambiate tra lei e Alec, e a pensarci bene non avevano mai affrontato la questione nel modo giusto.
"Voglio solo tornare da mia madre, il resto poco mi importa. Senti, ma tu non eri stata derunizzata?"
Astrea fece un mezzo sorriso aspettandosi quella domanda da un momento all'altro.
"Beh, è vero che sono stata bandita dalla comunità dei Cacciatori, mi hanno sequestrato le armi, lo stilo, la strega-luce e anche l'Istituto, ma in fondo resto una figlia di Raziel e non ho commesso alcun reato per cui meriti la derunizzazione. Diciamo che mi hanno soltanto allontanata perché un Nephilim con le abilità magiche di un Nascosto fa paura e va tenuto a debita distanza. Le rune che scompaiono sono soggette ad un incantesimo che semplicemente le copre, ma restano comunque sotto pelle."
Il giovane licantropo sembrò dispiacersi per la malasorte toccata a quella ragazza minuta e dai grandi occhi nocciola che celavano una profonda tristezza.
"La seduta per il gruppo degli alcolisti anonimi è finita?" esordì Sally, solo una camicia da notte a coprirla e i capelli perfettamente legati in una coda alta.
"Disse la vampira con una cotta per la fata stramba." ribatté Nikolai con un'alzata di spalle. Sally spalancò gli occhi, di certo non si aspettava quella reazione. Astrea ghignò.
"Abbassa la voce, stupido cagnaccio!"
"Quindi è vero?" disse Astrea con un finto stupore. Sally la spinse per farsi spazio e sedersi.
"Glenys mi piace come piace a tutti voi, niente di più."
"E' come dire che a me piace Astrea come piace a Raphael. Sei ridicola." la rimproverò Nikolai ridendo.
"Va bene, idioti. Mi piace Glenys. Adesso non ne parliamo più. E tu, cagnaccio, non dirlo a nessuno o ti raso il pelo."
"Bocca cucita!"
Sally rubò la tazza di Astrea e mandò giù un sorso di latte e caffè. Notò che la Nephilim era già vestita, indossava un paio di jeans e una maglia a maniche corte verde militare (faceva ancora abbastanza caldo per essere metà settembre), ed era scalza. Come al solito, i capelli scuri erano tenuti indietro da un fermaglio e il suo viso non registrava macchie di trucco.
"Hai finito di fissarmi? Sei inquietante, Sally!"
La vampira distolse lo sguardo e le fece la linguaccia.
"Avete qualche indizio? Chi credete sia l'assassino?" chiese Nikolai, guardando prima Sally e poi Astrea. Quest'ultima scosse la testa.
"Immaginiamo possa essere un mondano, forse con la Vista. Non crediamo possa essere un vampiro perchè il cuore è stato strappato da mano inesperta e lo indicano i bordi frastagliati; lo stesso vale per un Nephilim e per qualsiasi altro Nascosto, perchè sicuramente sarebbero stati più precisi e metodici. In questi omicidi nulla è metodico, ma neanche lasciato al caso."
"Lo avrebbero potuto fare per depistare le indagini." rifletté Sally. Astrea scosse di nuovo la testa.
"No. Tutto fa pensare che l'assassino voglia lasciare un messaggio a qualcuno, ed è sicuro che questo qualcuno lo stia ascoltando. Potrebbe trattarsi di vendetta. Sono omicidi ben pianificati, anche troppo, per trattarsi di un semplice killer. Sta inviando dei segnali mettendo in scena questo teatrino."
"Ha ucciso un membro di ogni razza, e questo vuol dire che ci sta dicendo che è lui ad avere il controllo. In questo modo ci sta guidando verso la verità, come se volesse essere scoperto." disse Nikolai, gli occhi azzurri fissi sulle mani, la bocca contratta in una smorfia di riflessione.
"Ammettendo che voi abbiate ragione, qual è il messaggio che sta lanciando e qual è il prossimo pezzo del puzzle?" chiese Sally, la curiosità aveva catturato anche lei. Astrea si portò le ginocchia al petto e poggiò la testa su di esse. L'anello di famiglia e quello di pietra azzurra erano freddi contro la guancia.
"Non possiamo neanche esaminare i corpi, dal momento che i Centurioni hanno seppellito tutto nella Città di Ossa. E il cadavere del vampiro non ci è stato molto d'aiuto. Dovremmo pensare a cosa possa collegare le vittime tra di loro, o cercare nella storia di ognuno un evento particolare che abbia innescato questa serie di omicidi."
"Credi che abbiano fatto qualcosa di male?" azzardò il licantropo, al che Astrea annuì.
"L'assassino potrebbe ritenerli responsabili di qualche malefatta per cui dovevano pagare con la morte."
"Non potrebbe trattarsi di magia incanalativa? Magari qualcuno ha bisogno di acquisire poteri magici attraverso il sacrificio di queste vittime." fece Sally, i capelli color platino erano in opposizione all'ombra che baciava la sua figura al riparo dal sole.
"Magnus ha ipotizzato la stessa cosa, ma non ci sono attività magiche sulle cartine. Forse si sta preparando, e la preparazione richiede tempo, quindi la magia potrebbe attivarsi più in là." disse Astrea con un'alzata di spalle.
"Almeno possiamo escludere tutti i membri del Mondo Invisibile!" esclamò Nikolai con un sorriso. Sally inclinò la testa e lo osservò per qualche istante, poi sospirò.
"Sai quanti mondani esistono al mondo? Potrebbe essere chiunque."
"Non è chiunque, è chi conosce il nostro mondo."
"Astrea!"
Glenys, ancora in tenuta da notte, con i capelli legati in lunghe trecce e senza trucco, corse lungo il corridoio principale del jet per raggiungere la cucina. Aveva il viso arrossato, le guance gonfie e respirava a fatica. Astrea scattò in piedi rapita da un brutto presentimento.
"Che succede?"
"Raphael non sta bene."
Astrea non diede peso al fatto che la fata per la prima volta si fosse riferita a loro senza convenevoli, e rimase interdetta a quelle parole. Sally le posò una mano sulla spalla per svegliarla dallo stato di trance.
"Cosa vuol dire che non sta bene?"
Veloce e abile come una Cacciatrice, Astrea andò a passo svelto nella sua camera da letto. Raphael non stava bene per davvero: era pallido, sudava freddo, i capelli gli si appiccicavano sulla fronte, si muoveva come afflitto dalle convulsioni. Aveva gli occhi chiusi, ma continuava a ripetere un nome: Guadalupe, il nome di sua madre. Astrea salì sul letto e prese a scrollarlo per farlo svegliare, eppure lui continuava con la sua cantilena. Al tatto era bollente come se avesse la febbre a quaranta.
"Che gli prende?" mormorò Nikolai a Glenys, ancora frastornata dal terribile risveglio. Sally si avvicinò al suo amico e gli toccò la gola, controllò che il cuore battesse e che il sangue scorresse.
"Che facciamo?" Astrea era sotto shock, gli occhi spalancati e lucidi, le mani sulle spalle del ragazzo.
"Chiamo immediatamente Magnus. Glenys, cerca tra le tue polveri qualcosa che possa aiutarci; Nikolai, tu pensa a Tanisha."
I tre lasciarono la stanza in fretta. Raphael aveva smesso di chiamare sua madre, eppure continuava ad agitarsi come se stesse facendo un brutto sogno da cui non riusciva a riprendersi. Astrea bagnò un asciugamano e gli tamponò la fronte e il collo accaldati, mentre lo cullava perchè si calmasse.

Troublehunter 3Where stories live. Discover now