Come farfalle intrappolate.

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CAPITOLO PRIMO: COME FARFALLE INTRAPPOLATE.





L'aria era gelida e il cielo grigio non prometteva nulla di buono. Astrea stava sistemando la corda della balestra ed esaminava minuziosamente le frecce che Alec le aveva prestato. Raphael la raggiunse a casa di Magnus un'ora dopo.


"Sei uscita presto stamattina." le disse, e il suo tono mal celava la rabbia. Odiava svegliarsi e non trovarla a casa.


"Ti ho lasciato un messaggio attaccato al frigo."


Ecco che la freddezza di Astrea veniva fuori di nuovo e sicuramente si sarebbe concentrata solo sulla missione, in fondo era una combattente. Lui non disse altro e si allontanò.


"Buongiorno, zuccherini! Come vanno le cose?" Magnus apparve in salotto con addosso un paio di pantaloni in pelle blu e una camicia con le balze bianca, i capelli tirati in su. Astrea lo fissò di sbieco e scoppiò a ridere.


"Sembri un pirata, Mag. Sei divino!"


"Puoi ben dirlo, cara!"


Mentre lo Stregone tornò in camera per mettersi un soprabito, Astrea ne approfittò per stuzzicare Raphael.


"Come mai quella faccia scura, Santiago?"


"Da dove posso cominciare? Mi sveglio da solo nel letto, ed è una cosa che detesto, poi ti cerco ma trovo uno stupido post-it sul frigo. Siamo andati a convivere, eppure a volte sembra che tu faccia una via completamente a parte."


Per raggiungere un equilibro nella loro relazione avevano faticato, si erano impegnati con tutte le forze, e Raphael, nonostante l'apparente freddezza, era uno che necessitava di continue dimostrazioni e rassicurazioni.


"Mi dispiace. Ho pensato che fosse meglio lasciarti dormire un altro poco dato che negli ultimi tempi soffri di insonnia, però capisco di aver sbagliato. Raphael, devi metterti in testa che non sono una donzella da salvare, sono una che sa cavarsela. Prenditi una pausa dalla tua intensa attività di mammina apprensiva!"


Astrea gli si sedette accanto e intrecciò le dita alle sue in una presa salda.


"Non sono una mammina apprensiva, è solo che ci siamo persi troppe volte e non voglio starti lontano di nuovo. Ho bisogno di tenerti con me."


"Sono con te, sempre. Non ti devi preoccupare. Adesso, però, lasciati dare il buongiorno come si deve!"


"Non aspetto altro, fuego."Astrea si chinò per donargli un casto bacio sulle labbra. A interromperli fu Max che scorrazzava inseguito da Alec. Il bambino andò a nascondersi tra le braccia di Astrea.


"Che succede?"


"Papà vuole portarmi da zio Jace per gli allenamenti, ma io non ci voglio andare perché mi prende in giro!" sbraitò Max, gli occhi bagnati e la boccuccia che tremava per i singhiozzi. Astrea delicatamente gli asciugò le lacrime con le maniche della felpa.


"Jace non ti prende in giro, piccolo. Fa qualche battutina soltanto perché lui è fatto così!" cercò di giustificarsi Alec, anche se non era assolutamente certo di ciò che diceva. Max scrollò la testa e seppellì il viso nei capelli di Astrea, che lo strinse in un abbraccio.


"Facciamo così: vai ad allenarti con zio Jace e digli che glielo taglio se ti prende di nuovo in giro."


"Che cosa gli tagli, zia?"


"Astrea, no!" gridò Alec in tono severo, poi afferrò la mano di suo figlio e lo aiutò ad infilarsi la giacchetta di jeans.


"Sei terribile." Commentò Raphael alzando gli occhi al cielo.

Troublehunter 3Where stories live. Discover now