VENDETTA

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                          Capitolo 32
Il giorno seguente mi svegliai nel divano, con lo stesso abito di ieri e un forte odore di alcool; probabilmente ero così stanca e ubriaca che non sono riuscita ad arrivare alla mia camera e Jeremy a quanto pare non era messo nei migliori dei modi,infatti quando scese le scale non feci a meno di notare quel solito ciuffo fuori posto -Fortuna che non ti eri ubriacato ieri sera- dico scherzando -Solo un po'- dice con tono ironico. Decido di andarmi a sciaquare il viso con un po' d'acqua fresca e quando mi guardo allo specchio noto tutto il mascara colato
-Cazzo- sussurro, automaticamente mi ricordo un momento di ieri sera: avevo chiamato Aaron con il suo vero nome.
Mi ero messa nei casini.
Spero solamente che si siano dimenticati di tutto ciò specialmente Alexia, mi sbranerebbe viva; accendo il cellulare per controllare se qualcuno mi avesse chiamato o mandato messaggi e come non detto 52 messaggi persi da Alexia e 12 da parte di Dennis,quest'ultimo è parecchio confuso mentre l'altra è molto incazzata.
-Dobbiamo parlare- dice l'ultimo messaggio di Dennis
-Okay,vieni da me alle 5- digito velocemente senza fare tanti giri di parole.
Mi avvio verso la cucina e mi preparo un bel panino con la nutella -Quello sarebbe il tuo pranzo?- dice Jeremy interrompendo il mio momento -Si,problemi?- dopo aver dato un boccone lui alza le mani come segno di resa e se ne va.
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Sono le cinque e dieci, è in ritardo e io sono sempre più in ansia finchè suona il campanello -Merda- apro la porta e lo vedo con le mani nelle tasche -C-ciao- dice lui -Vieni entra- dico invitandolo a sedersi nel divano
-Allora... ti devo parlare di una cosa- dice titubante
-Si lo so già- rispondo
-Cosa?- domanda
-Per il fatto che ieri sera ti ho chiamato Dennis- stavo tremando.
-Esatto... come mai?- sapeva che lo avevo scoperto
-Io so tutto, non c'è bisogno che fingi con me. So perfettamente che non ti chiami così e che sei andato in galera. Che razza di persona sei? Hai ucciso un ragazzo!-dico allontanandomi da lui,non potevo credere che la persona davanti a me la quale consideravo un amico fosse un assassino
-Inanzitutto come hai fatto a scoprirlo,poi sono fatti miei e non ti devi intromettere nella mia vita.- dice alzando il tono di voce
-Non mi devo intromettere nella tua vita? Non riuscirei mai a stare vicino ad un carcerato assassino, tu sei malato. Hai tenuto nascosta la tua identità per tutto questo tempo facendoci credere di essere uno per bene- dico sentendo i nervi esplodere dalla rabbia
-Non sono più quello di una volta mi devi credere, se vi avessi detto chi sono realmente non mi avreste mai permesso di stare con voi- dice abbassando il tono di voce
-Ci credo cazzo! Vuoi farci fuori tutti? Qual'è il tuo piano?- dico urlando
-Ma quale piano? Madison non sai cosa stai dicendo- si alza
-Lo so benissimo,esci fuori da casa mia- dico aprendo la porta
-Ti prego non dirlo a nessuno- mi prega
-Esci...ora!- lui resta a guardarmi per qualche secondo e poi oltrepassa la soglia della porta .
Mi appoggio al muro e sento una lacrima rigare lentamente la mia guancia,forse sono stata troppo pesante,ma in fondo non era colpa mia se ha fatto quelle determinate azioni; basta non si merita di essere mio amico.
Vedo Jeremy venire verso di me, probabilmente ha assistito alla scena di nascosto, mi abbraccia forte e subito mi sento protetta -è tutto okay Maddy, non è colpa tua. Hai fatto la cosa giusta- dice accarezzandomi i capelli.
Ecco perchè è il mio miglior amico, fin da quando eravamo bambini mi ha sempre difesa e rassicurata, quando vede che piango o sono triste lui sta molto male e cerca sempre di tirarmi su il morale.
Sono poche le volte in cui l'ho visto piangere perchè a differenza mia lui è una persona forte nel senso che non mostra di essere debole davanti agli altri e non permette di farsi mettere i piedi in testa. Sono molto grata di aver trovato una persona come lui.
-Tu fai troppo per me- dico singhiozzando
-Non dire sciocchezze, tu sei tutto per me. Sei la sorella che non ho mai avuto- subito gli vedo luccicare gli occhi e a quelle parole mi viene subito un sorriso. -Ti voglio bene- dico stringendolo forte -Anche io- e rimaniamo così fermi e abbracciati, senza staccarci, perchè stavamo bene così come quando eravamo piccoli.
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Finalmente ero riuscita a distrarmi da quell'orribile conversazione finchè una chiamata che sapevo prima o poi arrivasse mi interrompe: era Alexia. Faccio un gran sospiro prima di rispondere -Pronto?-
-Madison,si può sapere come ti è saltato in mente di dirgli tutta la verità? Sei impazzita?- si sentiva che era arrabbiata
-Dovevo. Non sapevo cosa dirgli e alla fine è inutile tenergli nascosto tutto questo. Comunque puoi stare tranquilla non ho fatto il tuo nome- dico roteando gli occhi al cielo
-Non importa tesoro, avevamo un patto ben chiaro, tu lo hai infranto e ne avrai le conseguenze- dice prima di attaccare
Oh no, adesso cosa avrà in mente di fare?
Decido di andare a fare un giro con la speranza di cacciare tutti questi pensieri dalla mia testa,ma ad un tratto vidi una persona della quale mi ero scordata totalmente l'esistenza: Blake
-Ciao,che ci fai da sola?- dice squadrandomi dalla testa ai piedi
-Niente,avevo solamente voglia di farmi un giro- dico tenendo basso lo sguardo
-È successo qualcosa?- chiede venendo verso di me
-Niente che ti riguardi- rispondo fredda
-Emh,come vuoi. Ci si vede- riprendo a camminare dritta e ad un tratto rifletto sul fatto del mio trasferimento.
Da quando sono qui sono successe molte cose brutte,la maggior parte possiamo dire. Quando ero a New Orleans non succedevano cosí tanti problemi,anche se la mia vita era monotona non litigavo con nessuno e soprattutto non mi mettevo nei guai.
Finalmente dopo aver fatto mezza città a piedi torno a casa senza neanche cenare vado nella mia stanza mi tolgo la maglietta e mi metto una lunga canotta, ma ad un tratto vedo una luce improvvisa dalla finestra,mi affaccio ma sembra che non ci sia niente perciò mi butto nel letto a pancia in giù e dormo; o meglio ci provo.
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La mattina seguente svegliarsi fu un trauma dato che avevo più sonno del solito,ma dato che non potevo arrivare in ritardo mi alzai e mi andai a preparare.
Dopo aver infilato le scarpe scesi al piano di sotto e aspettai che Jeremy salisse in macchina
-Non ce la faccio più,quando finisce questa maledetta scuola?- dice esausto
-Siamo solo a metà caro mio- dico sospirando
Lui sbuffò e subito dopo alzo la musica in modo da rallegrare quel mortorio.
Una volta arrivata a scuola non vidi nessuno fuori dall'edificio, probabilmente ero in ritardo
-Che ore sono?- chiesi al mio miglior amico preoccupata
-Siamo in anticipo, non so perchè non ci sia nessuno- dice confuso.
Appena entriamo non posso fare a meno di vedere delle foto attaccate a tutti gli armadietti,vedevo persone che mi guardavano ridendo e che mi squadravano dalla testa ai piedi; mi dirigo verso il mio armadietto e osservo attaccata un'immagine di me in reggiseno mentre mi stavo togliendo la maglietta...allora avevo visto bene!
Ma come cazzo si permette questa persona di spiarmi e farmi le foto.
Subito dopo aver staccato la fotografia mi accorsi di una scritto dietro:
"Che incominci la mia vendetta" -A

BAD LOVE #Wattys2017Where stories live. Discover now