Prologo.

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OTTO MESI DOPO:

La musica rimbombava in tutto il locale, il ghiaccio freddo creava una sottile nube bianca che si sollevava dal pavimento, e l'odore di alcol aveva impregnato l'aria. Il Pandemonium non aveva mai visto una festa come quella. Magnus si era dato molto da fare per far sì che la serata fosse speciale per una persona speciale: Alec compiva ventotto* anni. Il Nephilim non voleva festeggiare, ma Magnus aveva insistito con la promessa che avrebbe organizzato una cenetta intima. Infatti, Alec si era infuriato quando Jace e Izzy lo avevano bendato e trascinato fuori dal suo appartamento. Aveva intuito che qualcosa non andasse dopo che sua madre era passata a prendere Max e Rafe. Faretti incassati nel soffitto riflettevano sul pavimento bianco lucido un arcobaleno di colori, dal rosso al viola. La pista era stata impegnata da Nascosti e una manciata di Nephilim che ballavano allegramente. Il padrone del locale si muoveva fluido tra gli invitati, i quali si complimentavano con lui per gli ottimi gusti in fatto di party.
Dall'altra parte della città, Raphael aspettava pazientemente che Astrea fosse pronta. Controllò l'orologio e sospirò di sollievo perché erano ancora in tempo.
"Ahia! Mi fai male!"
"Taci. Non puoi andare alla festa di Alec con queste sopracciglia!"
Astrea sbuffò, poi si arrese lasciando che Sally le spuntasse le sopracciglia con la pinzetta. Era ancora in accappatoio, la pelle umida, e i capelli tirati indietro da una fascia. Non era una ragazza che si prendeva morbosamente cura dell'aspetto, non faceva ricorso a creme per il viso e per le mani, non trascorreva interi pomeriggi con cerchi di cetriolo sugli occhi, ma si limitava semplicemente alle cose basilari. Durante quegli otto mesi aveva cominciato a frequentare assiduamente Sally al punto da diventare migliori amiche, benché si scontrassero spesso per motivi futili. Da quando era stata scacciata dalla comunità dei Nephilim, si dedicava a lavorare sottobanco per i Nascosti, faceva loro favori in cambio di denaro, almeno così avrebbero potuto pagare le bollette. Alla fine, si trattava di favori fattibili quali gemme preziose per le Fate, taniche di alcol per i Vampiri, sessioni di allenamento per giovani Licantropi, e diverse volte si era ritrovata a rubare ingredienti magici per i folletti. Al contrario, il lavoro di Raphael era pulito e in perfetto stile mondano; si occupava di riparare le panche delle Chiese, gli organi, di stuccare e dipingere le pareti, e gli avevano anche chiesto di occuparsi del catechismo pomeridiano. La paga non era alta ma era comunque un punto di partenza per uno abituato al lusso e alle ricchezze senza freni. Si era abituato alla vita da mondano, al nuovo appartamento, ad avere una relazione stabile, ed era sicuro che Guadalupe sarebbe stata fiera di vedere il suo niño vivere in modo del tutto normale. Doveva ammettere, però, che era stato difficile tornare insieme ad Astrea. Avevano deciso di passare l'intera estate a Santillana del Mar per discutere dei problemi di coppia e per superarli. Lei con riluttanza aveva appreso la notizia dello pseudo tradimento di Raphael, poiché si erano lasciati quando lui per un paio di volte era stato a letto con Sylvie, e per questo in tre mesi non si erano né baciati né sfiorati, per darsi il tempo di far rimarginare le ferite. Soltanto verso la fine di agosto era confermato che fossero tornati insieme. Avevano anche dovuto affrontare le morti di Remus, Mark e di Stan, amici che per uno strano gioco del destino erano stati vittime di un diabolico piano. Per lo meno il resto dell'estate era trascorso piacevolmente tra intere giornate al mare, cenette romantiche, escursioni, e notti di passione.
Astrea era la cosa migliore che gli fosse mai capitata nella vita e non poteva farsela scappare. Il ticchettio dei tacchi di Sally lo destò dai pensieri."Quella ragazza è un disastro come donna." Disse la vampira lasciandosi cadere sul divano accanto a Raphael. Lui rise appena.
"Sì, non è pratica del mondo femminile."
"Ragazzi! Come diavolo si mette questo affare?" la voce di Astrea giunse in salotto ovattata ma comunque palesemente affranta; Magnus le aveva fatto recapitare gli abiti che avrebbe dovuto ad ogni costo indossare quella sera.
"Pensaci tu." Lo sguardo sgomento di Sally non ammetteva repliche. Raphael allora si alzò dirigendosi in camera. Sul letto giaceva un vestito nero dalla trama intricata; era di raso, una cintura sottile in vita di velluto rosso si abbinava agli stivali porpora nello scatolo posto sul cuscino. Astrea, braccia al petto, sopracciglia corrugate, lo fissava come fosse un macchinario di torture.
"E' quello l'affare che ti crea fastidio?"
"Sì. La parte incrociata va davanti o dietro?"
Raphael afferrò il vestito, la stoffa liscia scorreva delicatamente tra le sue mani, e represse una risata.
"Basta controllare dove si trova l'etichetta. L'incrocio va dietro."
Astrea arrossì per quel dettaglio stupido che le era sfuggito, ma era solita indossare jeans e maglie monocolore facili da infilare. Tolse l'abito di mano al ragazzo, si chiuse in bagno, e ne uscì un minuto dopo avvolta nel raso nero.
"Come lo chiudo?"
"Vieni qui, ci penso io."
Ormai Raphael era avvezzo ad aiutarla, si prendeva cura di lei nei minimi dettagli: si accertava che mangiasse cibi sani e che si allenasse il giusto; si premurava di portarla a letto e coprirla quando era troppo stanca e finiva per addormentarsi sul divano; le comprava il necessario per quando affrontava il periodo più odiato dalle donne (assorbenti, medicinali, e dolci a volontà); alle volte le pettinava i capelli bagnati dopo la doccia come faceva sua nonna quando era piccola per farla rilassare. La coccolava e la viziava senza troppi problemi, Astrea se lo meritava e lui adorava avere qualcuno di cui occuparsi.
"Magnus non poteva scegliere vestito peggiore." Borbottò lei guardando con disprezzo l'immagine che lo specchio restituiva. Raphael finì di allacciare i nastri per chiudere l'indumento, poi la fece voltare verso di sé e le sistemò la fascia di velluto poco sopra i fianchi. Poi le baciò velocemente la guancia. Astrea aveva deciso di tagliarsi i capelli fino alle spalle e tingerli di castano scuro, eliminando ogni traccia di argento come se potesse eliminare anche Thomas. E poi, come si suole dire, un taglio nuovo porta ad una nuova vita; e lei ci sperava con tutta se stessa.
"Sei stupenda. Magnus ha fatto un'ottima scelta."
"Dici così perché sei il mio ragazzo e sei obbligato."
"Dico così perché sei effettivamente stupenda."
Astrea sorrise timidamente sentendosi stringere due mani sulla vita. La verità era che lo sguardo di venerazione con cui Raphael l'ammirava ogni momento le faceva esplodere il cuore di un'insolita gioia.
"Sappi che sei davvero sexy con questa camicia blu, Santiago."
"Sempre così diretta, Monteverde."
"Abbiate pietà del mio udito sviluppato e piantatela con le smancerie. Ho voglia di scolarmi un intero bar, perciò datevi una mossa!" Sally proprio non ne poteva più di aspettare e voleva godersi una serata di relax e follie.
Astrea si affrettò a calzare gli stivaletti e a truccarsi gli occhi con la matita nera. Il terzetto scese in strada e si incamminò verso la sgangherata Cadillac nera che Astrea aveva preteso con tutta se stessa e che Magnus aveva rimesso in moto con un pizzico di magia.
"Una Lamborghini era chiedere troppo." Commentò Sally, il lungo abito vinaccio le si arricciava alle caviglia mostrando il costoso paio di Jimmy Choo che portava ai piedi.
"Non ti permetto di offendere il mio gioiello!" ribatté Astrea socchiudendo gli occhi a mo' di sfida.
"E' l'unico gioiello che hai e l'unico che puoi permetterti, amica mia."
Raphael aveva lasciato tutte le ricchezze accumulate al DuMort, non volendone più sapere della sua vecchia non-vita, e non era in grado di regalare alla sua ragazza diamanti e altre pietre preziose, ma Astrea non badava a certe cose.
"Non fare la snob, morta vivente."
Sally rise a quel nomignolo senza offendersi e fece l'occhiolino alla sua migliore amica. Quella sera avrebbe guidato Raphael, perché Astrea indossava i tacchi, e si prodigò per aprire la portiera ad entrambe le donne. La vampira fu la prima a sgusciare sui morbidi sedili di pelle color caramello (un'altra magia di Magnus), mentre Astrea sorrise in modo assai malizioso al ragazzo prima di entrare. La cappotta era alzata e la frizzante aria di settembre si fuse con le note di 'Wake me up when september ends' dei Greenday che si propagavano dalla radio.


Troublehunter 3Where stories live. Discover now