16. Nothing.

3.3K 132 7
                                    

Ogni amore, ogni scelta, ogni strada...Sono inevitabilmente legati al nostro passato."

Justin#

Il tragitto in macchina fu lungo e straziante, il traffico di New York si faceva sentire ed avevo pensato più di una volta di scendere dall'auto e camminare a piedi, ma riuscii a resistere e parcheggiai appena di fronte a quell'edificio che tanto odiavo, era lo stesso di anni fa, era la stessa ala dell'edificio ad appartenere a mio padre, l'unica differenza ora era che non aveva più a che fare con quel verme di George, ma ormai non importava più, non mi interessava affatto del padrone di quel posto, volevo solo andare da mio padre, e solo Dio sarebbe riuscito a trattenermi dall'urlargli addosso e picchiarlo, aveva fatto del male a Demi, aveva superato il limite. Lei non centrava niente con suo padre, ma mio padre non lo capiva, come io non l'avevo capito fino a quando non iniziai a vedere quei disegni...Lei era disgustata da suo padre, si capiva bene, lei odiava quella vita, come me, lei avrebbe voluto scappare...Ma non poteva, non doveva. - Signorino Bieber, non può entrare, suo padre mi ha espressamente vietato di...- Iniziò Angelique, la segretaria di mio padre, mentre cercava di impedirmi di entrare nell'ufficio, la scansai e sbuffai - Che si fotta, fottetevi tutti!- Urlai stufo prima di entrare e richiudermi la porta dietro...La stanza era in penombra, l'unica cosa che illuminava la camera era il sole, coperto da alcune nuvole, che entrava dalla grande vetrata dell' ufficio...Lo sentii ridere nervosamente dalla sua sedia dietro alla solita scrivania, lo fulminai con lo sguardo e serrai i pugni cercando di controllarmi...Non potevo picchiarlo, era mio padre, era il mio capo...Era il diavolo in persona. - Cosa vuoi fare, adesso? Vuoi picchiarmi? Bene, fallo! Ma sappi che poi la tua amata scrofa...Perderà sangue anche da un altro buco!- Disse con disprezzo alzandosi dalla sedia e indicandomi minaccioso, a quel punto non ci riuscii, mi avvicinai velocemente e gli sferrai un pugno in pieno viso, indietreggiò di poco e notai che era ancora ubriaco, posai lo sguardo sulla scrivania e vidi una bottiglia di vodka praticamente vuota...Lo guardai schifato mentre lui si puliva il viso dal sangue che gli sgorgava dal labbro, sorrisi amaramente...L'avrei picchiato ancora, ma non potevo...Non potevo mettere in pericolo Demi, non di nuovo. - Io non ti toccherò più, ma tu non ti avvicinerai di nuovo a lei!- Urlai cercando di controllare il respiro, lui sorrise soddisfatto e si mise nuovamente a sedere facendomi cenno di fare lo stesso, mi sedetti a mia volta e iniziai a guardarlo con rabbia, mi faceva schifo guardarlo...Era stato lui a farla soffrire per l'ennesima volta, e mi faceva solo rabbia guardarlo...Così abbassai lo sguardo mentre lui iniziò a picchiettare una mano sul tavolo - Se non vuoi picchiarmi, cosa vuoi?- Mi chiese secco, alzai lo sguardo ed incontrai i suoi dannatamente simili ai miei "Quando ti guardo vedo tuo padre." Le parole di Demi tornarono e un morsa allo stomaco mi costrinse a distogliere nuovamente lo sguardo, no...Io non ero come lui, non ero un mostro. - Volevo farti una proposta.- Dissi serio, lui mi guardò incuriosito e si porse in avanti per incitarmi a continuare, rimasi con lo sguardo fisso a terra, non potevo guardarlo...Non potevo vedere il suo sorriso soddisfatto una volta avere detto quello che avrei dovuto fare, stavo facendo tutto quello solo per lei...Lo stavo facendo perché l'amavo troppo. - Sposerò Tiffany e mi occuperò dell'azienda di famiglia appena dopo il diploma.- Dissi con voce bassa nella speranza che non avesse sentito, non volevo farlo realmente e solo quando sentii la sua risata mi pentii di quello che avevo appena detto - E cosa vuoi da me, in cambio?- Mi chiese tornando serio, contrassi la mascella e ripensai al corpo di Demi ricoperto del sangue...Non sarebbe più successo, non l'avrei permesso. - Devi promettermi di lasciarla stare, non voglio che la tocchi più ed io...- Iniziai ma mi fermai appena mi resi conto che il seguito della frase era troppo dolorosa da pronunciare, gli occhi iniziarono a pizzicare e le gambe a tremare...Mi sentivo fottutamente vulnerabile, ma non potevo piangere di fronte a lui. Così decisi di concludere il più in fretta possibile il discorso, dovevo andarmene da lì. -...Ed io, farò lo stesso. Questa volta davvero, non mi avvicinerò più a lei, se devo fare questo per tenerla al sicuro...Allora questo farò.- Dissi con voce flebile tenendo gli occhi bassi, faceva male dire quelle cose, anche perché quella volta avrei dovuto farlo davvero, non avrei più potuto toccarla, nemmeno guardarla...Perché anche solo il contatto visivo, mi avrebbe fatto ricadere tra le sue braccia, e non era sicuro...Non per lei. Non me ne sarei andato, lei non sarebbe riuscita a sopportarlo...Così sperai che gli sarebbe passato vedermi per non farla crollare, perché non potevo aiutarla in altro modo, non più ormai. - Va bene. Faremmo così.- Disse mio padre osservandomi, forse non mi aveva mai visto così debole, e non volevo che succedesse in quel momento - Ora, se vuoi scusarmi, ho un matrimonio da organizzare.- Disse divertito mentre iniziava a fare chiamate...Gli rivolsi uno sguardo di puro odio che lui ricambiò, mi alzai dalla sedia con l'intento di andarmene, ma lui mi fermò ancora una volta - Ah Justin, vedi di dirlo tu a tua Pattie.- Disse marcando il nome con disprezzo, mi limitai ad annuire e poi uscii dalla stanza sbattendo la porta...In quel momento maledissi chiunque, mio padre, George, la mia famiglia intera, la mia vita intera...Senza di lei nella mia vita non ero nessuno, non mi sentivo nulla, ecco cos'ero diventato...Il niente più totale.

Take Me Away.(A Justin Bieber FF)Where stories live. Discover now