Prologue: Band Babe

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Se qualcuno entrasse in casa mia e non rimanesse traumatizzato, penserei seriamente che sia un veterano del Vietnam abituato a vedere le peggio cose.
Perchè non si puó rimanere sani dopo aver visto i miei fratelli essere... Beh, loro stessi.
"Cassie! Hai visto i miei broccoli?".
Ecco, appunto.
"No, Luke, non ho visto i tuoi broccoli. Hai pensato di guardare in cucina?".
"Ah... No, vado a vedere. È che non è un posto normale per tenere i broccoli... Ma grazie".
Sospiro continuando a mettere il mascara, rassegnata a mio fratello e al suo gemello.
Michael e Luke non saranno forse uguali d'aspetto, ma per quanto riguarda l'intelligenza vanno di pari passo.
Ovvero, ne sono sprovvisti.
Meglio per me, almeno due neuroni funzionanti li ho.
"Cassiopea Cordelia Hemmings-Clifford-Hood!".
"Cal, lo sai che non uso tutti e tre i cognomi. Basta Hemmings" lo correggo posando il mascara sul pavimento per girarmi verso Calum.
I nostri genitori dopo i gemelli hanno pensato bene di non averne abbastanza, e cosí hanno adottato Calum, un fagottino di appena un anno che era cosí tenero.
Un fagottino che adesso, che di anni ne ha diciannove, è un grandissimo rompiballe.
Calum alza gli occhi al cielo, scuotendo piano la testa: "comunque sia, se vuoi un passaggio a scuola mentre andiamo all'università ti conviene darti una mossa".
"Lascereste davvero la vostra sorellina a piedi?".
"Sí, spalla di satana".
Adoro Calum, sarà perchè è cosí simile a me mentre gli altri due sono delle pere cotte intelligenti come dei naselli congelati.
Con uno scatto perfezionato in tanti anni di passaggi al volo afferro cellulare, portafoglio, zaino e giacca di pelle, infilandola mentre seguo Calum giù per le scale.
Michael e Luke sono già in ingresso a battibeccare, e riesco a cogliere alcune perle che indubbiamente rendono l'idea del loro QI.
"Hai preso i broccoli da sgranocchiare durante antropologia culturale?".
"Sí, Mike. Belli croccanti come piacciono a te. E tu hai preso il caricatore del DS?".
"Certo! Pronto per un round all'ultimo sangue durante comunicazione di massa!".
Mi chiedo perchè i nostri genitori sborsino soldi per farli studiare quando le premesse sono queste.
"Mi fate venire voglia di prendervi a ceffoni finchè non diventate intelligenti, ma non voglio sporcarmi le mani di sangue. Andiamo, ciurma", e con quelle parole Calum ci guida fuori di casa.
Chiunque ci vedesse per la prima volta, penserebbe molto male di me circondata da ragazzi tutti e tre molto diversi.
Neanche io e i gemelli ci assomigliamo nonostante condividiamo -purtroppo- gli stessi geni: Luke è alto quanto l'Empire State Building, biondo e con gli occhi azzurri, Michael è di una testa più basso, si tinge i capelli cosí spesso e di colori cosí improponibili che non ricordo neanche quale fosse il suo colore naturale e ha gli occhi verdi mentre, in tutto questo, io ho i capelli scuri e gli occhi a metà tra azzurro e verde.
E poi c'è Calum.
"Cassie, hai finito di fissarmi? Mi sciupi" domanda il ragazzo in questione inarcando un sopracciglio e facendomi alzare gli occhi al cielo.
"Quanto te la tiri" sospiro, inforcando gli occhiali da sole, sentendo un improvviso rumore sordo dalla casa accanto e...
"Hai salvato la cimice, vero? Vero?!".
"Cimici? Abbiamo le spie vicino casa?!" Esclama Luke, guardandomi terrorizzato, quando Calum, con la dolcezza che lo contraddistingue, gli tira un ceffone sulla nuca.
"L'unica spia della tua vita è quella del microonde che ti dice che ha finito di riscaldare, e ora entra".
I due gemelli, borbottando qualcosa che solo Dio sa, entrando nei sedili posteriori, lasciandomi come al solito il posto davanti.
Ma non è cavalleria, è solo perchè sono la prima a scendere.
"Oh, guardate! C'é un camion dei traslochi! Mi sembrava che quella voce non appartenesse alla vecchia Wasowski" esclama Luke, e distrattamente mi giro verso la casa accanto alla nostra dove abita -o abitava- una vecchietta che la leggenda narra abbia novantasei anni che mi ritiene una satanista perchè mi vesto sempre di nero e ho dei tatuaggi, e non poche volte l'ho vista farsi il segno della croce al mio passaggio.
Ma adesso un camion giallo con una grande insegna 'Armando & Son' sosta nel vialetto e lascia ben pochi dubbi.
La vecchietta Wasowski è diventata l'angelo Wasowski.
Ed in tutto questo, sono in ritardo per la lezione di matematica.
"Addio vecchietta, insegna agli angeli a fare le tue torte di zucca".
I discorsi d'addio di Michael hanno sempre un certo impatto emotivo.

Buongiorno mie piccoli fringuelli celesti!
Nuova storia con l'idea che @NooraAmilieSaetre mi ha gentilmente dato nei messaggi personali, quindi i crediti per lo scheletro della storia sono suoi.
I crediti per il disagio esistenziale vanno tutti a me invece, che bello.
Spero vi possa piacere!
Aggiornamenti ogni giovedí!
Chiara

Band Babe || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora