lezione n.4: C'è SEMPRE UN PIANO B

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Alle 4 e mezzo del pomeriggio stavo uscendo di casa. Avevo deciso di vestirmi in modo semplice: All Star bianche, calzoncini di Jeans e maglietta a maniche corte  con  il  simbolo dei doni della morte, mentre i capelli biondi erano raccolti in uno chignon alto. Non ero una di quelle ragazze fissate con la moda, quindi niente shorts a vita alta e scarpe firmate, anche perché ero convinta che il mio fisico non melo permettsse. Credevo di essere sproporzionata; spalle troppo larghe e gambe troppo lunghe e magre.

Ad ogni modo, alle 5 ero sotto casa di Matilda come previsto e suonai al campanello e, siccome non rispondeva nessuno, suonai ancora. E ancora, e ancora. Magari aveva avuto un impegno improvviso e le si era rotto il cellulare. Oppure era dovuta uscire di corsa lasciando il telefono a casa e non aveva potuto chiamarmi.Oppure...

<< Non aprirà >>. Mi girai e vidi una ragazza seduta sulle scale dell'edificio accanto a quello di Matilda. Era difficile descriverla. Aveva lunghissimi capelli rossi. Non quel rosso comune, che poi non è rosso ma è arancione, era più simile al colore della polpa dei cocomeri. Sì, il colore era quello: rosso cocomero. Gli occhi erano grigi, di un grigio così chiaro da sembrare quasi bianco. Il contrasto tra occhi e capelli era così netto che, nell'insieme, faceva quasi impressione. Era vestita di nero da capo a piedi, letteralmente: in testa aveva un berretto di lana, indossava una maglietta almeno 2 taglie più grandi della sua, a maniche corte, una gonna a balze, delle calze alte fino al ginocchio, stivaletti e guanti a mezze dita lunghi fino al gomito. Tutto rigorosamente nero come l'ebano.

<< Come scusa? >> chiesi.

<< Non aprirà la porta, è uscita un quarto d'ora fa e non tornerà tanto presto >> disse.

<< Come fai a saperlo? >> Si erano parlate? Matilda aveva detto a questa ragazza di riferirmi qualcosa?

<< E' andata via con un ragazzo, in moto, e prima di partire lei gli ha chiesto che film davano in programmazione al cinema. Quindi no, non tornerà presto >>

E così mi aveva scaricato. Magari neanche si era ricordata di avermi dato appuntamento alla 5. Stavo tirando fuori il telefono per chiamare mia madre e farmi venire a prendere quando la ragazza seduta sulle scale disse << Se vuoi puoi salire mentre aspetti che torna la tua amica >> 

<< Salire? Intendi in casa tua? >> chiesi, tanto per esserne sicura. Non poteva essere così facile.

Annuì e io, ancora un po' diffidente, dissi << Ok, tanto tra un paio d'ore Matilda dovrebbe tornare, no? >>

Senza rispondere, la ragazza si voltò e cominciò a salire le scale di quella che doveva essere casa sua. Nella mia mente sapevo che entrare in casa di qualcuno che non avevo mai visto e di cui non conoscevo nemmeno il nome non era consigliato, ma lei sembrava avere più o meno la mia stessa età. Mi resi improvvisamente conto di una cosa, << Ehi, ma tu come ti chiami? >>.

Lei si fermò, si girò a guardarmi e disse << Chiamami Audrey >>. Si voltò di nuovo e ricominciò a salire le scale.

I MORTI NON PARLANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora