Jean Kirschtein

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-Le serve anche l'acqua?-

-Sì, prendi quella che costa meno.- lui ridacchia, alzando gli occhi al cielo.

-Che avaraccio. Ah, c'è quella Levissima in offerta! Quella più adatta a lei insomma!- sbuffo.

-Se è per il nome mocciosetto sappi che era una pessima bat- mi mette una mano davanti al viso, interrompendomi.

Piega il viso in un'espressione maliziosa e inizia a ghignare, scoprendo i denti bianchi.

-Altissima, purissima, Levissima.-

Il tempo che impiego a sbattergli la faccia a terra è pari a zero.

È steso a terra a pancia in giù col mio piede a tenerlo fermo dalla schiena mentre lui cerca invano di alzarlo.

-Come hai detto?- mormoro, la voce dura e bassa per farlo spaventare. Non sembro ottenere l'effetto voluto perché si mette a ridacchiare.

-Penso solo che le farebbe bene per la sua... Bassezza.- si porta una mano alla bocca per soffocare una risata, come un bambino.

Perché in lui ogni cosa deve ricordarmi un bambino?

Il suo comportamento, il suo carattere, i suoi occhi... Occhi che mostrano che non è altro che un bambino cresciuto troppo in fretta alla ricerca dell'infanzia perduta.

Non che tutto questo lo salvi dalla mia furia.

-Vuoi morire giovane?- ringhio ignorando gli sguardi che la gente ci sta lanciando.

-Magari...-

Questo è troppo.

Lo tiro su da terra e gli do uno schiaffo, forte, sulla guancia.

La cosa peggiore non era lo sguardo vacuo mentre lo diceva, né la speranza che flebile gli aveva illuminato gli occhi, ma la serietà della sua voce.

Si tasta la guancia che lentamente si sta colorando di rosso, stupito.

-Non dire mai più una cosa del genere.- sibilo a due centimetri dal suo viso.

-Non devo più dire magari?-

-Sai cosa intendo, non prendermi per il culo.-

Lui abbassa lo sguardo e le labbra, che velocemente si piegano all'ingiù. Gli si riempiono gli occhi di lacrime e una miriade di spilli appuntiti attentano al mio cuore.

Perché in un momento del genere devo pensare che lui è maledettamente tenero?

-Mi abbracci?-

Come, esattamente, sono passato dal "fottetevi tutti" al voler rimanere così per sempre?

Questa mattina mi ero svegliato di pessimo umore, ero andato a scuola di pessimo umore, avevo interrogato di pessimo umore (il tre scritto a penna sul diario di Braus, la ragazza patata, ne è la prova), ho spiegato di pessimo umore e sono andato a fare la spesa di pessimo umore.

Il fatto che mancasse Jeäger ha in parte aiutato a rilassarmi, anche se la lezione era stata stranamente noiosa senza di lui.

Ritrovarmelo al supermercato non solo avrebbe dovuto farmi imbestialire per il fatto che avesse saltato scuola, ma avrebbe anche dovuto  farmi salire i nervi a fior di pelle.

Invece no.

Sono andato da lui e gli ho espressamente chiesto di prendermi lo zucchero, che stava nello scaffale più alto.

Non penso riuscirò mai a spiegarmelo visto che essendo zucchero avrei fatto a meno e, anche se era in alto, sarei benissimo riuscito a prendermelo da solo.

Not Alone in Your LonelinessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora