A Charles Baudelaire

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Fossi la tua musa,
nei più lunghi silenzi ti darei oceani di parole,
con una carezza allenterei la stretta del dolore che t’affligge,
con un solo sguardo spalancherei le porte della mia anima così da dissetarti.

Distanziati dal tempo,
così come due foglie vengono separate dal vento,
l’unica consolazione che riesco a trarre sta nel leggere le tue poesie,
che per quanto possano sembrare le confessioni d’un folle
sono musica per questo cuore arso nelle fiamme.

Mi è concesso solo di immaginarti,
di te non resta che qualche immagine confusa,
ma contemplo senza tregua quella figura che ti rappresenta
così come se ammirassi il fondo del mare dalla superficie.

Vittima di una vana fantasia,
mi ritrovo a riflettere su pensieri ormai troppo distanti,
intromettendomi in un tempo a me ignoto,
come privata dei sensi e ogni singolo oggetto si riduce ad un’ipotesi.

Amore sconvolgente,
che cosa sei capace di creare?
Tu non sei soggetto al tempo,
vivi al di fuori di esso.

Il mio cuore aimè si è smarrito!
Fermalo se puoi fallace volontà
perché egli non intende fermarsi,
lo cerca negli occhi altrui, nei profumi e nell’etere.

Sussurra il nome, grida disperato,
malgrado la consapevolezza lo desidera,
lo vede ovunque, un’allucinazione continua,
è un paradiso artificiale che non intende abbandonare.

Lodarti sarebbe poco, amarti non sarebbe abbastanza,
chiamarti sarebbe vano,
cercarti sarebbe inutile,
immaginarti e sognarti é tutto ciò che mi resta.

Mio simile! Mia anima!
tu pazzo che m’hai privato d’ogni ragione!
tu che mi hai insegnato a sognare, a vivere, a creare,
Poeta, ti amo al pari della luce del sole all’alba !

Resto qui, delusa nell’oblio dell’ignoranza, nel tormento del mistero,
sperando che il passaggio per la più  intensa oscurità
mi conduca presto alla chiarezza,
lasciandomi però a radicare nelle tue righe d’inchiostro sublime.

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